«Non mi sento coraggiosa, solo molto fortunata. Nessun passo avanti sulla fecondazione assistita, che disastro»
«SONO MOLTO FORTUNATA» - «Già, si dice sempre così a quelle che fanno i figli tardi - spiega la diva, moglie di Vincent Cassel -. Ed è vero che fare i figli tardi richiede coraggio perché si corrono rischi, per i bambini e per se stesse. Ma io non mi sento coraggiosa, solo molto fortunata. Ho avuto una bambina sana, un parto naturale come una contadina dell’Umbria, e finora anche questa seconda gravidanza è bella e semplice. Ma non sono assolutamente un esempio da seguire» racconta la Bellucci.
LEGGE 40 - Quando l'attrice era incinta della sua prima figlia, Deva, in Italia ferveva il dibattito sulla legge 40 sulla fecondazione assistita. La Bellucci si spese molto per la campagna referendaria. Oggi, nel 2010, siamo ancora al punto di partenza. Le donne disposte ad attraversare il deserto in ginocchio, se ne hanno i mezzi, vanno a fare i figli nelle cliniche private all’estero. «Che disastro, e che ingiustizia - tuona la diva -. È un problema politico, o meglio, un problema di strumentalizzazione della religione da parte della politica. E, alla fine, soprattutto un problema di mancanza di informazione. Troppa poca gente andò a votare al referendum. Ed è stato solo uno dei tanti casi in cui questo Paese si dimostra poco attento alla salute delle donne e ai loro diritti, un’attenzione che dovrebbe cominciare con la scuola, con ore dedicate all’educazione sessuale, per insegnare ai ragazzi l’importanza della pillola e del preservativo come strumenti di prevenzione. La pillola per non rimanere incinta, il preservativo per non morire ed evitare malattie, come la clamidia, che rischiano di distruggere per sempre l’apparato riproduttivo femminile».
CASSEL PADRE - No comment della Bellucci sul luogo in cui darà alla luce il suo secondo figlio. «Non posso dire nulla, se non che il medico che mi segue è italiano» spiega l'attrice. Quanto a Cassel nel ruolo di padre, Monica non ha appunti da fargli. «Più il tempo passa, più mi piace l’uomo che è diventato. Quando l’ho conosciuto era un ragazzo di 28 anni, adesso è un uomo con un grande senso di responsabilità che mi fa sentire serena. Deva ha bisogno di lui quanto di me. Penso sempre che, se mi dovesse succedere qualcosa, Vincent sarà qui con le nostre figlie. Una donna può anche dire "io i figli li faccio da sola", e tante ci riescono pure, ma avere un compagno accanto arricchisce sia noi che i bambini».