di Veronica Canova - Foto Ellen von Unwerth
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Ho passato le ultime due ore a cercare un difetto in Vanessa Paradis. Poi, siccome sono una ragazza perspicace, ho capito che stavo perdendo tempo: Vanessa Paradis è perfetta. E perfettamente consapevole di esserlo (altrimenti avrebbe messo l’apparecchio per chiudere lo spazio tra gli incisivi superiori, a 9 anni, invece di debuttare in una serie tv). Invidiarla, pertanto, è un esercizio intellettuale doveroso. Non c’è meschinità né velleità di competizione: Vanessa Paradis appartiene con tutta evidenza a un’altra categoria. L’unica precauzione da usare, per non venire confuse con certe vecchie zie pettegole, è invidiarla per le ragioni giuste.
Johnny Depp. È inevitabile, ancorché banale. Per quanto nell’intimo del nostro cuore si possa esser convinte che lui, in realtà, non abbia mai dimenticato Kate Moss (chi mai potrebbe) e stia con lei solo per pigrizia, la verità è che vivono insieme da secoli, e lui ha contestualmente smesso di sfasciare camere d’albergo per girare film di pirati che entusiasmino innanzitutto quei due loro figli a forma di cherubino. Certo, Depp gira pure scene di sesso con Angelina Jolie: nessuno è perfetto. Ma il fatto che Paradis non riesca a prenderla con elegante sportività è ulteriore motivo d’invidia. Primo: perché il sopracciglio che si alza solo con Angelina Jolie – e dopo 12 anni di idillio – è un risultato migliore di quanto la maggior parte di noi osi augurarsi; secondo: perché giocare dall’inizio così spudoratamente in difesa assicura un posto comodo dalla parte delle bravi madri di famiglia, qualunque cosa accada.
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È francese. E le francesi – è risaputo – non ingrassano. Non che corra il rischio: è evidente, anche solo dall’incarnato, che Vanessa Paradis si nutre di germogli crudi e beve acqua del primo zampillo di sorgente. Niente altro. Tuttavia, non si notano differenze apprezzabili tra il broncetto della canzone Joe le Taxi (1987) e i broncetti dei 23 anni successivi. Oltre che dalla genetica transalpina, però, probabilmente dipende anche dalla pochissima fatica che deve aver fatto nei 23 anni medesimi: cinque dischi in studio, nove film. E selezionatissime apparizioni in campagne pubblicitarie in cui è talmente mozzafiato che ti compreresti quel rossetto (quella borsa, quel profumo) solo per vederla sorridere una volta. La ragazza, insomma, è pure dannatamente sveglia: consapevole che diventare famosa da adolescente fornisce uno spaventoso termine di paragone per tutte le evoluzioni a seguire (vedi alla voce: Liz Taylor), ha scientemente deciso di non evolversi.
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La modestia. Una qualunque bionda nella sua situazione passerebbe la vita a pavoneggiarsi. Lei, invece, conosce il potere del muso lungo (e il pericolo che manifestazioni sguaiate di autocompiacimento costituiscono per le rughe d’espressione). Pertanto, con la dovuta compostezza, non fa altro che lamentarsi. Dei formidabili inizi («Una specie di tortura»); dei paparazzi che inspiegabilmente la seguono, neanche fosse la fidanzata di Johnny Depp (adesso un po’ hanno smesso: pare che nessuno in Francia intenda più correre il rischio di essere querelato per aver fotografato una coppia di attori da lontano); del ménage familiare «così noioso, abbiamo solo una tata» (oltre a una casa a Hollywood, una a Saint Tropez e un’isola delle Bahamas che in famiglia chiamano “Fuck off island”, e che è la cosa più invidiabile di tutte).
La strategia. Giova ribadire il concetto: non solo Vanessa Paradis è la fidanzata di Johnny Depp, ma lo è così tanto da far sembrare l’eventuale matrimonio una conclusione spoetizzante, perché «non potrei essere più sua di così». Lo ama per quello che è, per quello che fa, per tutte quelle esemplari ragioni che cinguetta ai giornali prima di piegare gli angoli della bocca all’ingiù e lamentarsi che non è lì per parlare dei fatti suoi. In fin dei conti, è una donna dalla tempra eccezionale: ognuna delle (circa 14) volte in cui è stata costretta a rilasciare interviste per ragioni squisitamente promozionali, ha dovuto insistere per spiegare a giornalisti totalmente disinteressati al suo lavoro perché fossero lì. Quale film, quale disco, quale rossetto. Ma lei ha imparato da piccola a non farsi innervosire dalla scortesia altrui (esibizioni travolte dai fischi in cui non scoppiava in lacrime solo per tigna, scritte oscene sui muri, sospetti di molestie) e risponde come il disco incantato di una quattordicenne alla prima cotta: «Nessuno si ama come ci amiamo noi». Poi rimette il broncio, e vince sempre lei.
Ma che freddo fa sul red carpet
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Civetta con Romain Duris, attore culto in Francia, sulla copertina di Première: assieme recitano in una commedia, Heartbreaker , Vanessa interpreta un’ereditiera in procinto di sposarsi. Ma il futuro marito non piace al padre che ingaggia un seduttore professionista per far cambiare idea alla figlia.
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Si sente simile alla protagonista del film?
Per niente. Lei in testa ha piani e liste, io ho solo sogni. Però, anche se non so bene quali siano le cose migliori per me, so perfettamente cosa voglio.
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Come mai ha girato così pochi film?
Non sono diventata attrice per caso. Ho girato il primo film a 16 anni e ne avevo una gran voglia. Però avendo al mio attivo solo nove film, mi imbarazza definirmi attrice. Questo non mi impedisce di avere dei modelli: sono le attrici attrici, come Marilyn. Penso che per essere brava sotto i riflettori, devi conservare un animo da fanciullo. Anche se il mio cuore va alla musica.
Lei ha ancora un aspetto da ragazza.
Ho iniziato presto a lavorare, sono stata una donna bambina. Ho cominciato a pensare alla femminilità dopo i 25 anni. Prima ci giocavo e basta, divertendomi molto. Il tempo è passato, adesso ne ho 38 e se penso alla prima volta in cui mi hanno chiamato signora, è stato quando ero incinta. .
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Sposerà Johnny Depp?
Non sono né a favore, né contro il matrimonio. L’aspetto romantico mi piace, ma la pressione e l’imposizione mi angosciano. Però, se vuol sapere se Johnny me l’ha l’abbia chiesto... be’, lei è troppo curioso e non le rispondo.
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Si emoziona quando passa sul red carpet al braccio del suo fidanzato?
Sul tappeto rosso sono un disastro. Ci vuole una certa professionalità, devi camminare in un certo modo, tenere le spalle in un altro, prendere una certa posa. Terrore! Sono brava se mi fotografano, ma sul red carpet divento un’imbranata. Quando sono lì, non faccio mai quel che devo fare. In più, ho sempre un freddo pazzesco. Sei lì col tuo vestitino scollato e in mezzo alle correnti d’aria diventi un pezzo di ghiaccio.