Eugene Hutz e Vogue.it

La band capitanata da Eugene Hutz torna in Italia per due date del tour promozionale dell'ultimo album Trans-Continental Hustle. Li abbiamo incontrati e abbiamo parlato di radici, di music biz e di Adriano Celentano

Abbiamo incontrato Eugene all'Estragon di Bologna per una lunga intervista e siamo partiti proprio da lì, dall'ultimo straordinario lavoro della band.

"Questo album per noi è un successo personale perché siamo stati in grado di ritornare alle nostre radici, all'origine della nostra band. Sto parlando del cantautorato e della musica acustica che è ciò che puoi trovare nel nostro primo album. Gli album successivi al primo, si sono poi via via riempiti di quel gypsy punk-rock'n roll transcontinentale, di quella rock parranda per cui la gente ci conosce. Questo lavoro è una sorta di sintesi di tutto quello che siamo stati e che siamo diventati. In Trans-Continental Hustle siamo stati in grado di mostrare e far sentire l'intero percorso evolutivo della band che parte dal cantautorato e arriva fino a quella macchina no-stop di rock'n roll che vedi nei nostri live".

Un'evoluzione che però passa anche attraverso incontri con la storia della musica: nomi come Madonna (oltre ad aver partecipato al suo tour, Eugene è stato anche uno degli attori nell'esordio registico della material girl) e Nick Cave, con cui i Gogol Bordello hanno condiviso parte del loro percorso di crescita.

"Qualunque professionista della musica sa che la creatività non è importante quanto il mischiare insieme diversi elementi. Ciò premesso, gli incontri che abbiamo fatto sono stati importanti perché, a frequentare dei professionisti, si impara sempre qualcosa, se non dalla musica in sé, di certo dal loro loro comportamento pro. In questi tempi, essere un bravo musicista non basta. Devi essere un bravo "pr" di te stesso e mantenere delle buone relazioni con gli altri musicisti, con gli altri addetti ai lavori e con le persone che lavorano con te affinché tu sia ascoltato. Collaborare con i grandi nomi, quindi, è stato un continuo imparare qualcosa"

E a livello di composizione e ispirazione?

"A livello creativo anche un'auto che passa per strada con lo stereo a volume alto può influenzarti più di quanto credi. A me è capitato spesso mentre stavo a New York o, come mi è successo recentemente, in Brasile. Devo però dire che per quanto riguarda il lavoro, la collaborazione con Rick Rubin (già produttore di Red Hot Chilly Peppers, AC/DC, Johnny Cash n.d.r.), per questo nuovo album è stata illuminante. Lavorare con lui è un onore per chiunque, che sia superstar o un "esordiente" o una via di mezzo come siamo noi. Sì, è stato davvero eccezionale e mi ha fatto capire la mia forza... Per farti un esempio: mentre stavamo valutando con Rick i nuovi pezzi, lui ha puntato il dito e ha dato priorità ad alcune canzoni che rischiavo di lasciare sottovalutare come Sun is on my side o When Universes collide. Alla fine queste son diventate i pezzi più intensi dell'album".

Dopo la data di ieri all'Estragon, i Gogol Bordello saranno oggi all'Alcatrazdi Milano per l'ultimo concerto all'interno dei confini del bel paese. Una terra, l'Italia, con cui Eugene ha un rapporto del tutto particolare.

"Non si può dire semplicemente che mi piace l'Italia, io sono attaccato a questa terra. Ho vissuto un anno da immigrato qui, e sebbene il tempo che ho trascorso sia stato caratterizzato da una forte tristezza, in realtà guardandomi indietro quello è stato uno degli anni più belli della mia vita. Da questo paese io ho preso tutto: il buono e il cattivo. È quello che è contenuto nella canzone Santa Marinella, una rievocazione di quell'esperienza tanto triste ma al contempo tanto straordinaria, tutta caratterizzata da una sorta di selvaggia poesia. L'Italia è un pezzo della mia famiglia, delle mie radici... è luogo "potente" pieno di cultura e storia. E poi conoscevo l'Italia ancora prima di essere in Italia, per via della forte connessione che c'era con il partito comunista Russo. È per questo che conosco Adriano Celentano sin da quando sono nato".

Per dimostrazione o per gioco Eugene afferra una chitarra acustica e, di fronte a noi, accenna Soli. Poche note, lasciate cadere, che però ci lasciano pensare che, nella fantasmagoria musicale dei Gogol Bordello, sui palchi di tutto il mondo, in fondo ci siamo anche noi.