
Poche, veramente poche se non nulle, le sorprese di questi Golden Globe edizione 2011. A vincere nelle rispettive categorie sono stati i titoli e i nomi che venivano più facilmente pronosticati da giorni: parliamo ovviamente di The Social Network , di The Kids Are All Right , del Colin Firth de Il discorso del Re.
E proprio per questo, credibili o meno che siano (o siano mai stati), i premi dell’Associazione della Stampa Estera Hollywoodiana non susciteranno quest’anno troppe polemiche: difficile infatti contestare le decisioni di giurati, se non appellandosi ai gusti e alle preferenze personali, ma senza mai gridare allo scandalo.
Personalmente, e senza nulla togliere allo spessore di attore di Colin Firth, avremmo maggiormente gradito vedere premiati nomi come il James Franco di 127 Hours , il Jesse Eisenberg del film di Fincher o il Ryan Gosling di Blue Valentine come migliori interpreti maschili; lo stesso sul fronte femminile, dove a nostro giudizio una Michelle Williams (sempre per Blue Valentine) avrebbe meritato più della doppia Portman di Black Swan .
Forse, poi, sarebbe stato più coraggioso evitare per una volta un premio alla Pixar per celebrare come miglior film d’animazione L'illusionista di Sylvain Chomet. E dispiace vedere Guadagnino sconfitto da Susanne Bier: ma per fortuna non è stato Iñárritu.
Per il resto, davvero poco da dire: i quattro premi portati a casa da The Social Network (miglior film drammatico, regia, sceneggiatura e colonna sonora) sono meritatissimi, lo stesso vale per quelli di The Kids Are Allright (miglior film commedia e miglior attrice andato ad Annette Bening).
Bene, sul fronte serie tv, i riconoscimenti a Carlos, a Boardwalk Empire, al Jim Parsons di The Big Bang Theory e alla Katey Sagal per Sons of Anarchy.
E ora, speriamo che passi in fretta il tempo che ci separa da quella serata degli Oscar che chiuderà definitivamente una stagione dei premi quest’anno ancora più ripetitiva e noiosa del solito.
Federico Gironi