RAPID EYE MOVEMENT

Di Flavio Fabbri
REM. Collassa nell’Adesso. C’è qualcosa che dal sogno, la fase R.E.M., ti riporterà al più profondo te stesso, ora, accelerato, dolorante, e senza più punteggiatura
Dopo trent’anni di attività i REM non hanno minimamente voglia di appendere gli strumenti al chiodo e il nuovo album Collapse into Now è previsto in uscita ad aprile del 2011. Si tratta del loro 15esimo disco in studio, senza contare i live e le raccolte, registrato negli studi di New Orleans, Nashville e Berlino. Proprio la città tedesca, una delle più cool d’Europa, sembra aver dato nuova verve alla banda di Athens (Georgia).
Altra importante novità, pubblicata direttamente nel sito ufficiale di Michael Stipe, Peter Buck e Mike Mills, è il cambio del nome, dal tradizionale R.E.M, al più fluido e colloquiale REM. Praticamente sono stati eliminati i puntini, che da sempre stavano a ricordare il celebre acronimo che li contraddistingue fin dall’inizio delle loro carriera: Rapid Eye Movement.
Una carriera di alti e bassi, coronata però da costanti successi di vendite e di pubblico ai loro tanti concerti che li hanno portati in giro per il mondo. Uno di questi, ad Austin nel 2008, è da poco diventato un dvd, Live From Austin, costola multimediale del tuor mondiale di Accellerate (2008). Un momento intenso per il trio americano che, oltre al nuovo lavoro in studio, sono attivissimi anche con altri progetti. Michael Stipe, ad esempio, da sempre sensibile alle tematiche sociali e civili, in casa e fuori, ha supportato in prima persona l’organizzazione «Free The Slaves», per combattere la condizione di schiavitù in cui decine di milioni di persone versano in tutto il pianeta.
Dopo aver occupato i primi posti nelle classifiche Usa e del Regno Unito con Accellerate, i REM tentano ora di bissare il successo con questo nuovo disco che, da indiscrezioni del produttore Jacknife Lee (The Hives, U2, Snow Patrol, Weezer, Kasabian), sembra essere orientato su sonorità decisamente rock e su atmosfere tipiche della mitteleuropa. Quel crogiolo multiculturale e multietnico che, dopo il crollo del muro di Berlino, ha ritrovato forza e capacità di attrarre artisti da tutto il mondo.
Un set di tracce molto meno sperimentali quindi e caratterizzate da un ritorno agli anni 90 del secolo scorso, quelli di Out of Time, Automatic for the People e Monster, tempi in cui c’era ancora Bill Berry (che poi ha lasciato l’attività nel 1995) e in cui i REM, in pochi anni, vendettero oltre 40 milioni di dischi in tutto il mondo.