
Nota dell’autore: pubblico oggi un articolo di Stefano, autore di Mindcheats.net. Stefano ci parlerà della sua esperienza di sonno polifasico. Articolo da non perdere per tutti quelli che vorrebbero giornate da 40 ore. Buona lettura.
Ah, 24 ore al giorno sono troppo poche per fare tutto! Con i vari impegni che si accumulano e accavallano nel corso delle settimane e dei mesi, moltissime persone si trovano a pensare una frase del genere. Purtroppo le giornate da 40 ore sono destinate a rimanere nella fantasia popolare, ma per fortuna c’è una soluzione alternativa che garantisce più o meno gli stessi risultati: il sonno polifasico.
Cos’è il sonno polifasico?
Come si può intuire dal nome, è la pratica di dormire più volte al giorno. Come è stato difatti dimostrato da diversi studi negli ultimi anni (cit. Processes underlying sleep regulation– Alexander A. Borbély, Peter Achermann, Beat Geering, and Irene Tobler), il cervello umano non ha affatto bisogno delle canoniche 8 (o 6-7 per i più fortunati) ore di sonno per rigenerarsi dalle fatiche quotidiane, ma di molte meno.
Il riposo si divide in tre fasi fondamentali: sonno leggero, sonno pesante e fase REM, che si susseguono in quest’ordine quattro o cinque volte durante l’arco di una nottata. Tutto molto interessante, ma ancora più interessante è sapere che secondo gli studi (cit. Buckminster Fuller) il sonno leggero e quello pesante sono assolutamente inutili, una perdita di tempoper noi e il nostro cervello. Non si sa ancora bene perché queste fasi esistano, fatto sta che se non ci fossero basterebbero 2 ore a notte e non un minuto di più. Ed è qui che il sonno polifasico entra in azione.
Il metodo
Un altro fatto molto interessante è che il cervello aumenta la durata della fase REM nello stesso periodo di sonno se sa di dover dormire poco (cit. Processes underlying sleep regulation – Alexander A. Borbély, Peter Achermann, Beat Geering, and Irene Tobler).
Isomma il nostro cervello sa benissimo come migliorare il sonno, dormendo meno. In questi casi infatti, la fase REM inizierà immediatamente e non dopo oltre un’ora, e questo principio può essere sfruttato in diversi modi.
Il sonno bifasico (detto anche siesta o napping) suddivide il riposo quotidiano in due fasi, anziché una. Per dirla in parole più semplici, è il caro e vecchio metodo del riposino con una nuova e sgargiante accezione (e c’è ancora chi crede che la crescita personale l’abbiano inventata gli americani… tze!)
Andate a dormire di giorno, magari dopo pranzo, per un’ora e venti minuti circa; questo permetterà al cervello di riposare a sufficienza per recuperare le forze. Grazie a questo riposino pomeridiano potrete dormire di notte molto di meno: quando vi coricate puntate la sveglia a quattro, massimo quattro ore e mezza di distanza.
I primi giorni sono senza dubbio i più difficili: il cervello ci mette un po’ ad abituarsi al nuovo ritmo, e soprattutto a capire che notte e dormire non sono sinonimi. Per questo non è il caso di iniziare con il sonno bifasico durante un periodo particolarmente intenso, o se avete programmi imponenti nelle due o tre settimane successive. Vi capiterà occasionalmente di non sentire la sveglia e dormire più del previsto: nessun problema, è normale e può capitare all’inizio. L’importante è non demordere, e aspettare che la naturale flessibilità della mente assimili il nuovo piano.
Una cosa che dovrete evitare il più possibile sono le sostanze che interferiscono chimicamente con il sonno: sì, sto parlando proprio di nicotina e caffeina! Se veramente ci tenete a dormire meno, dovrete rinunciare a qualche cattiva abitudine.
Provate questa tecnica per qualche settimana, e sono sicuro che ne rimarrete soddisfattianche voi. Senza contare che è anche molto flessibile e si adatterà perfettamente alle vostre esigenze.
Se ad esempio lavorate e la vostra pausa pranzo è molto breve, potrete sempre andare a dormire una volta tornati dal lavoro, verso le sette di sera. L’importante è lasciare almeno quattro ore fra la siesta ed il riposo notturno, altrimenti rischierete di non addormentarvi o di abbassare la qualità del sonno.
Questo metodo offre numerosi vantaggi, vi permetterà infatti di:
- Ridurre il tempo dedicato al sonno (abbastanza ovvio).
- Migliorare la qualità del sonno.
- Aumentare la concentrazione e ridurre la stanchezza.
- Facilitare un’eventuale dieta, bruciando più calorie nella fase di veglia.
La mia esperienza diretta
Ho iniziato ad utilizzare il sonno polifasico dalla primavera scorsa, e ne sono rimasto così soddisfatto da scriverci un post per il Blog EfficaceMente ;) Nella mia esperienza non ho riscontrato particolari effetti negativi o contro-indicazioni, se non una di tipo sociale: il mondo si basa sul classico ciclo giorno / notte, e potreste trovare difficile incastrare un’ora e mezza di sonno in una giornata particolarmente piena. Ma secondo me, ne vale la pena per guadagnare due ore di veglia!
Se vi è piaciuto questo articolo di Stefano potrete essere interessati a leggere: come addormentarsi velocemente e come dormire due ore al giorno. :)
Disclaimer: il sonno è una cosa seria e come sempre nel blog non sono contenuti consigli di carattere medico, ma le esperienze dirette dell’autore o dei suoi ospiti. Ho chiesto a Stefano di inserire citazioni puntuali agli studi scientifici che ha utilizzato come riferimento, ma voi non dimenticate di approfondire e sperimentare… sempre.