L'arte secondo James Franco, faccia da Oscar con cuore letterario

Incontro in occasione dell'opening della sua prima mostra europea a Berlino, con cortometraggi, foto, sculture. Aspettando di presentare la notte degli Academy Awards

di Daniele Perra

Camaleontico, trasformista, bello e anche un po' dannato, l'attore americano James Franco interpreta con disinvoltura tutti i ruoli possibili e non solo sullo schermo. C'è persino un contest online che invita a disegnare il volto dell'attore e che si arricchisce di sue nuove facce, di post in post. Lo abbiamo visto nel 2008 a fianco di Sean Penn in "Milk" di Gus Van Sant, più di recente nei panni del poeta beat Allen Ginsberg in "Howl" e ora in "127 Hours" di Danny Boyle. All'ultimo Festival di Cannes era nell'inedita veste di regista, adattando per il grande schermo le liriche di "The Clerk's Tale", e il fotografo Terry Richardson lo ha immortalato in versione drag sulla copertina della rivista Candy. Anche la moda lo coccola. Per la campagna della fragranza Gucci by Gucci Sport pour Homme, scattata da Inez van Lamsweerde & Vinoodh Matadin, emergeva dalle acque dell'oceano col fare voluttoso e gli abiti che gli si plasmavano sul corpo.
Cerca di concentrare tutti i suoi progetti lavorativi nel periodo estivo perchè d'inverno è sui banchi di scuola. Appassionato di poesia e letteratura, ha deciso di tornare a studiare. E deve averle imparate molto bene quelle lezioni, perché è uscito di recente negli Stati Uniti un suo romanzo pubblicato da Faber dal titolo "Palo Alto", città dove è cresciuto e dai cui partono le storie raccolte nel libro. II mondo del cinema-TV-pubblicità-editoria a James Franco sta decisamente stretto. È l'arte oggi ad appassionarlo, tanto che la galleria Peres Projects di Berlino nelle sue due sedi di Kreuzberg e Mitte, dopo la tappa newyorkese alla Clocktower Gallery, ospita fino al 23 aprile una sua mostra personale.
Ma facciamo un passo indietro. Dopo aver interpretato il video d'arte di Carter dal titolo "Erased James Franco", esposto alla galleria parigina Yvon Lambert e in seguito in musei prestigiosi, l'attore-artista-scrittore-sex symbol-modello-presentatore (lo vedremo in compagnia di Anne Hathaway a presentare la notte degli Oscar), ed essere apparso in numerosi episodi della serie General Hospital nella veste dell'artista "Franco", ha riadattato nel video "James Franco as Bruce Nauman", girato allo Standard Hotel di New York, una celebre opera del 1967 dell'artista concettuale Bruce Nauman, "Art Make-Up". Lo abbiamo visto perfettamente a suo agio anche all'arty-party, organizzato da Riccardo Tisci di Givenchy, per la chiusura della mostra antologica di Marina Abramovic al MoMA di New York.
La mostra berlinese "The Dangerous Book Four Boys" è la sua prima esposizione personale in Europa. Un banco di prova importante perché in questo caso non è un ospite (sempre gradito), ma il protagonista. In mostra ci sono cortometraggi, fotografie, sculture, una serie di installazioni e disegni realizzati negli ultimi quattro anni. I temi cari a James Franco sono legati all'esperienza adolescenziale, alle nozioni di identità, mascolinità, sessualità e «suggeriscono paradigmi alternativi di relazioni familiari». A proposito di famiglia, c'è un altro Franco che gira per Hollywood. É il fratello Dave, classe 1985, noto ai fan di Scrubs nei panni dello studente di medicina Cole Aaronson. Dopo aver interpretato piccoli ruoli in film come Superbad e lo stesso Milk, il giovane Dave si prepara a seguire le orme del successo del fratello. In occasione della mostra berlinese, abbiamo fatto qualche domanda all'artista/celebrity.
Come un camaleonte, cambia facilmente ruoli, non solo al cinema ma anche nella vita. Come si sente nella veste d'artista?
L'arte mi ha sempre interessato, fin da piccolo. I miei genitori si sono incontrati al programma di arte a Stanford. Mia nonna e mio zio trattano arte giapponese e mio nonno è stato un disegnatore di cartoni animati. Mio fratello è un artista. L'arte mi ha sempre ruotato intorno ed è qualcosa a cui sono sempre stato legato.
Quando si è sentito pronto per esporre in una galleria d'arte?
Dopo aver fatto il lavoro con Carter, l'abbiamo esposto al MoMA, alla TATE Modern e al SFMoMA. Questo mi ha dato fiducia nell'esporre il mio lavoro.
Il titolo della mostra di Berlino, "The Dangerous Book Four Boys", è piuttosto intrigante. Da cosa nasce?
È ispirato e tratto da un libro per ragazzi.
Lavora con molti media: disegno, fotografia, scultura, installazione, cortometraggi. C'è un medium che predilige?
Per diversi scopi sono interessato a tutti loro.
È da poco uscito negli Stati Uniti il suo libro "Palo Alto", che raccoglie storie della sua infanzia. C'è per caso un collegamento con le sue opere in mostra?
Sì e no. Entrambi hanno a che fare con le esperienze formative e con l'identità, ma in mostra c'è molto più humour.
Ha partecipato al party newyorchese che celebrava il termine della mostra di Marina Abramovic al MoMA. Quali sono gli artisti che ammira particolarmente?
Marina Abramovic, Paul McCarthy, Richard Prince, Douglas Gordon, Dan Colen, Aaron Young, Ed Ruscha, Pierre Huyghe, Nate Loman, Ryan Trecartin, Bruce Nauman, Vito Acconci e Mike Kelley.
James Franco, The Dangerous Book Four Boys
Peres Projects, Berlino
MITTE Grosse Hamburger Strasse 17
KREUZBERG Schlesische Strasse 26
Fino al 23 aprile

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