"Che fatica conquistare Madonna"

FULVIA CAPRARA

Si chiama W.E. , racconta la storia dell’amore dirompente tra Wallis Simpson ed Edoardo VIII, che per lei rinunciò al trono. Il titolo contiene le iniziali dei nomi dei due protagonisti e in inglese significa «noi», come per ricordare che quei due erano davvero fatti l’uno per l’altra. L’autrice, per la seconda volta dietro la macchina da presa, si chiama Madonna: per questo il film è il gran colpaccio della Mostra numero 68, il fiore all’occhiello guadagnato al termine di lunghe trattative. Sui nostri schermi lo vedremo grazie all’impegno di Vania Protti Traxler, lady di ferro del cinema italiano, che lo distribuirà con il marchio della sua Archibald, insieme agli altri titoli di un listino da sempre dedicato a film importanti, originali, mai facili o scontati. Alla Mostra, tanto per dare l’idea, Vania Traxler (ex-compagna di Teddy Reno e poi di Manfredi Traxler, con cui ha diviso la grande avventura nel mondo del cinema) è presente anche con il Faust del russo Aleksander Sokurov, impegno alla massima potenza.
Come è riuscita ad aggiudicarsi W.E. ?
«Una fatica micidiale. E una coincidenza».
In che senso?
«Il venditore del film è lo stesso di A single man , il film con Colin Firth di cui siamo stati distributori italiani. Madonna voleva gli stessi, perché le era molto piaciuto il lavoro fatto per quella pellicola».
Quanto è durata la trattativa?
«Abbiamo iniziato a lavorare a marzo, dopo che Madonna era andata a presentare al mercato della Berlinale alcuni spezzoni della pellicola. Abbiamo chiuso durante il Festival di Cannes, dopo aver visto brani del film che ci sono parsi molto belli e molto pieni di glamour».
Che cosa l’attira di questo film?
«Il fatto che racconti la storia d’amore più affascinante del Novecento, quella di un re che abdica per stare accanto alla donna che ama».
E di Madonna che cosa apprezza?
«Soprattutto l’indiscussa professionalità, poi la capacità di curare la propria immagine e, naturalmente, di cantare così bene».
Non sarà facile gestire al Lido un personaggio della sua portata.
«Infatti: non abbiamo nulla per poterla accontentare, ma siamo specializzati nelle imprese difficili. E poi ci sostiene la soddisfazione per il lavoro svolto finora».
L’altra opera con cui siete presenti alla Mostra è il Faust di Sokurov, tutt’altra storia.
«Sì, è una pellicola davvero potente. Mi piaceva proprio questo, l’idea di avere nel listino due titoli totalmente opposti».
Come si decide di comprare un film?
«Con un po’ di incoscienza. E con molto spirito d’avventura».