Proprio così, amici cari. In questo quarto giorno della 68esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, la notte prenderà le sembianze introverse e malinconiche di James Franco che presenterà la pellicola Sal (da lui diretta e interpretata) in programma a mezzanotte nella Sala Grande, per la Sezione Orizzonti. Inutile dire che c’è molta attesa per questo film drammatico e per colui che l’ha voluto. Un palese (e meritato) omaggio all’attore americano Sal Mineo, che di certo ricorderete per essere apparso in Gioventù Bruciata a fianco dell’amico James Dean. Il Dean nei panni del quale si è calato proprio James Franco nel film per la tv James Dean-La Storia Vera. Un curioso intreccio di vite e di ruoli, dunque, nei quali l’attore e regista (pronto a conquistare il Lido) sembra coinvolto a livello “karmico”.
L’opera in questione ci racconta le ultime ore della vita di Sal Mineo, ex-idolo giovanile e protagonista di movie passati alla storia come appunto Gioventù Bruciata, Il Gigante, Lassù Qualcuno Mi Ama, Exodus, e Fuga Dal Pianeta Delle Scimmia. E Franco, benché ispirandosi a fatti realmente accaduti, ci sorprende con una biografia diversa da tutte quelle a cui siamo abituati, dedicandosi a un “lungo” e intimo viaggio che ci narra dell’ultimo giorno della vita di Mineo. Si risale, così, a quel fatidico 12 febbraio del 1976, epoca in cui Sal non era più il divo di un tempo, ma in qualche modo stava trovando il percorso giusto per risalire la china e divenire l’attore e il regista che aveva sognato e sperato di essere, dopo anni di insuccessi a dir poco penosi. Di lì a poco, infatti, avrebbe dovuto girare il suo primo movie e qualche giorno dopo vi sarebbe stata la prima di una pièce che gli aveva già procurato recensioni meravigliose a San Francisco. Tasselli importanti che incastrati e sommati uno all’altro stavano regalando un nuovo senso all’esistenza di Sal Mineo, il quale ovviamente tutto si meritava tranne che di essere la vittima di un delitto, tanto brutale quanto insensato. Questo perchè, se per caso qualcuno fra voi ne fosse all’oscuro, la sera maledetta di quel 12 febbraio 1976, al ritorno da una prova generale, Mineo viene assassinato con una coltellata nel vicolo buio dietro la sua abitazione. L’attore, appena trentasettenne, fu colpito una sola volta, ma purtroppo la lama del coltello gli centrò in pieno il cuore. Un evento tragico e inspiegabile che, secondo i biografi Warren Johansson e William A. Percy sarebbe da imputare a un movente omosessuale, cosa possibilissima visto e considerato il fatto che l’attore non aveva mai nascosto la sua natura bisessuale, sebbene davanti al mondo (specie di Hollywood) si fosse mostrato sempre accompagnato da donne, fra cui la collega Jill Haworth che aveva recitato con lui in Exdodus.
Nell’opera di James Franco noi abbiamo finalmente accesso al mondo di Mineo (come forse non lo conoscevamo), assistendo alle sue ultime ore con tutto quello che ciò può significare, anche perchè lui mica sapeva di dovere morire… Non così presto, almeno e sicuramente non in quel modo. Momenti “solo suoi”, dunque, fatti di grandi verità e sciocchezze, si sorrisi e sguardi torvi, di riflessioni logoranti e parole banali. Insomma, ogni cosa che caratterizza una giornata come tante, nella quale si ignora un destino segnato chissà quanto tempo prima…
Sal è una di quelle pellicole che non si possono non vedere e non valutare positivamente. La testimonianza di una vita forse dimenticata, forse osannata ai tempi d’oro, come spesso accade, per poi essere abbandonata al pari di un ferro vecchio alla prima defaiance, al primo vero insuccesso. E’ così che la folla crea i miti e poi con la stessa facilità li distrugge. Attori che diventano prodigi non ancora maggiorenni per poi vedersi portare via tutto a causa di un solo errore, di una sola cattiva pubblicità, di un solo passo falso… Ed ecco che Franco ci propone, in un susseguirsi di atmosfere, immagini, musiche e parole, la verità (reale o presunta che sia) di un ragazzo divenuto uomo a fatica, districandosi tra i riflettori, il buio totale e la solitudine. E di un uomo, che fino all’ultimo ha cercato di reagire, lottando ogni giorno per la libertà di espressione, per il diritto a essere quello che si è, nella propria vita tanto quanto nel proprio lavoro.
Ed è così che noi lo vogliamo ammirare e ricordare. Ed è così che verrà accolto Sal, questa notte, con il silenzio del rispetto e con la voglia di sapere che sempre ci spinge verso questi grandi personaggi che hanno fatto la Storia (in questo caso del cinema), inconsapevoli di aver dato tanto e convinti che ciò che erano non fosse mai abbastanza per nessuno. Nemmeno per loro stessi.