ALTRA RECENSIONE DI BIOPHILIA. Perchè è un capolavoro

Future Reflection
Sperimentale, virtuoso, imprevedibile, scenico e travolgente. Questi sono solo alcuni degli aggettivi utili per poter descrivere il nuovo album,un capolavoro composto da un mix perfetto di musica moderna e ancestrale,dell’artista islandese Bjork. La cantante ha pubblicato durante la sua carriera un totale di 18 album da solista e anche questa volta stupisce e innova,infatti, ”Biophilia” è il primo album ad uscire come suite di applicazioni per iPad e iPhone e anche quello composto dalla più raffinata e avanzata tecnologia strumentale.
Il brano di apertura è “Moon” classica “Ballata alla Bjork” dove un’arpa dal tono dolce e pizzicante accompagna la fantastica voce della cantante che si sovrappone,si alterna, sale di tono per poi scomparire e riapparire energica e travolgente nel finale. Già da questo punto inizia a crearsi un atmosfera ipnotica e irresistibile che è il preludio di una bufera di suoni e sentimenti in continuo mutamento e evoluzione. Segue “Thunderbolt” che proprio come una tempesta colpisce l’ascoltatore: la base del pezzo è composta da un giro di tastiera smorzata che trascina a sé la voce qui molto più languida e lenta, lo sfondo è composto dai cori, dagli scrosci delle onde sugli scogli e dalle percussioni che a stento sostengono il ritmo di un angoscioso e incalzante brano. L’apoteosi della sperimentazione e dell’unione tra classico e moderno arriva dopo con “Crystalline”. L’introduzione di Xilofono e voce sale d’intensità fino ad unirsi alle percussioni della Drum Machine e ai synths vari che si alternano caratterizzando la particolare acidità del brano, il quale, cambia completamente nel finale diventando velocissimo e potentissimo ai livelli di generi come Drum’n’Bass o Dubstep. Il quarto brano si chiama“Cosmonogy” classificabile nel genere Ambient, un brano raffinato, anche questo un classico dell’artista che però non annoia mai. L’album raggiunge l’apice della tensione e dell’inquietudine nel sesto pezzo“Hollow”. L’armonia è definita dall’organo saltellante e intenso che crea un atmosfera molto misteriosa e sinistra, anche qui non mancano le varie chicche di elettronica qua e là, tanto amate e utilizzate da Bjork nelle sue composizioni. Segue “Virus” primo singolo estratto dall’album, qui troviamo melodie orientali a dominare e caratterizzare il brano,uno dei più semplici e orecchiabili dell’album. Le ultime tre canzoni sono“Sacrifice” “Mutual Core” e “Solstice”. Le prime due assomigliano molto a “Crystalline“ cioè vi è un alternanza di parti acustiche e parti forti di elettronica, invece, ”Solstice” è comparabile al brano di apertura ”Moon”
Questo è quanto, ed è veramente apprezzabile il fatto che un’artista cosi affermata e nel giro da più di vent’anni riesca ancora a innovare e scoprire prima di tutti gli altri. C’è da fare i complimenti a Bjork che alla sua, ormai matura età rimane sempre piena di sorprese e assi nella manica…