Ricorda Marianne Faithfull e Nico, ragazzine. Il genio e la sregolatezza di babbo Serge Gainsbourg e il lato scuro di mamma Jane Birkin, attrice e cantante fascinoso e lontana
Scura e personale, rock e francese. Una dark lady d’autore che ricorda Marianne Faithfull e Nico, ragazzine. Il genio e la sregolatezza di babbo Serge Gainsbourg e il lato scuro di mamma Jane Birkin, attrice e cantante fascinoso e lontana. Esce «Stage Whisper» (Live and Unreleased), il suo nuovo album di inediti e live che tirano una riga di rimmel sotto i suoi primi lavori. Otto gli inediti, tracce di idee e viaggi alternativi di lavoro, ripartendo dalla collaborazione con Beck. Charlotte archivia un 2009 e un 2010 fantastici, Miglior Attrice al Festival di Cannes per «Antichrist» di Lars Von Trier e il successo di un album, «IRM», premiato dalla critica e comprato dal pubblico. Poi, come spesso fanno attori ed attrici di tutte le età, la partenza per un tour mondiale da rockstar: un ruolo da cantante e da attrice perché sul palco la tua anima, senza copione, è istintiva e nuda, camaleontica, da un testo, un mondo all’altro. Se poi ti aspettano concerti a New York e Tokyo, Parigi, Londra, Berlino e Benicassim, la passione diventa esercizio, crescita, lavoro vero.
«Stage Whisper» è punto di ripartenza e di arrivo, la fotografia in movimento di una personalità, di una curiosità che si fa stile mutante, influenzato dalle nuove band ed autori francesi, dalla vague elettrorock, ma anche da modelli americani. Non solo Beck. Sempre in un contesto dove il linguaggio del corpo e il teatro delle parole conta più di qualsiasi altra onda o suono. «Terrible Angels» è firmato da Beck e declina il comune gusto per un pop rock elettronico, «Paradisco» ad alcuni ha ricordato un disco club gestito dai New Order. «All the Rain» e «White Telephone» scendono nella parte più intima e profonda di Charlotte. Poi Beck lascia spazio alla collaborazione con Charlie Fink dei Noah & The Whale in per «Got to Let Go», ballata e duetto per amanti in fuga. Connor Mockassin l’affianca nella psichedelica «Out of Touch». Conor J. O’Brien, giovane talento di The Villagers, ci porta ancora in un’altra dimensione con «Memoir».
Il resto sono schegge del suo passato, undici versioni live da Charlotte Gainsbourg «5.55» realizzato con gli Air, contemporaneo, cinematografico e mentale, e «IRM» frutto del lavoro con Beck. Non c’è nulla di banale nel suono elettronico e tribale, quasi metafisico, della band, mentre la sua voce è tutta di dentro, di pancia, respiro e cuore, io narrante nel suono intimo e underground di ogni canzone. Il profilo più facile e attraente di Charlotte cantante (con Beck), ha avuto piccole internazionali ovazioni, posizionandosi fra gli album più votati del 2010. Cominciando dall’autorevole New York Times, che lo ha definito «un disco pop eclettico e coinvolgente». Vanity Fair aggiunge complimenti a «un tour de force complesso, enigmatico, variegato». Uncut gli ha dato una recensione a 4 stelle, per «la visione pop ibrida e costantemente proiettata al futuro». Noi ci mettiamo umilmente in coda: album di inediti e live antologico notevole, che rende merito alla cantante, ricordandoci il talento dell’attrice.
