Morte Winehouse, dubbi sul medico legale

Non c’è davvero pace per Amy Winehouse. Dopo le polemiche sollevate dal padre Mitch, che ha definito “di cattivo gusto” la collezione-tributo ispirata alla figlia e presentata da Jean Paul Gaultier durante la settimana della moda di Parigi, oggi si scopre che l’inchiesta aperta dopo la sua tragica morte (avvenuta lo scorso 23 luglio per avvelenamento da alcool) potrebbe essere dichiarata illegale per i dubbi sollevati sulla scelta del coroner.
LA RICOSTRUZIONE - Stando infatti al Sun, è emerso che Suzanne Greenaway era stata nominata vice assistente del medico legale dal marito, il dottor Andrew Scott Reid, Coroner di Inner North London, senza averne i requisiti di legge. La donna si è dimessa dall’incarico lo scorso novembre, quando venne alla luce l’errore nella nomina commesso dal consorte (oggetto pure lui di un’indagine disciplinare per la sua condotta), ma teoricamente tutte le oltre 30 inchieste da lei presiedute potrebbero essere invalidate, anche se per arrivare a tanto bisognerebbe rivolgersi all’Alta Corte: un iter non propriamente semplice. «Lo scorso novembre è emerso che ho commesso un errore nella procedura della nomina – ha spiegato il dottor Scott Reid al tabloid – ma sono assolutamente convinto che tutte le inchieste sono state gestite in maniera corretta. Comunque, chiedo scusa se questa incresciosa situazione può aver provocato angoscia a qualcuno». In base alla normativa inglese, la Greenaway avrebbe potuto essere nominata assistente coroner solo se fosse stata iscritta alla Law Society da almeno cinque anni e non già da due e mezzo, come al contrario si è poi saputo. Non solo. Per legge, la donna avrebbe dovuto avere all’attivo anche un quinquennio di esperienza come medico qualificato, ma si è invece scoperto che nella natia Australia era solo un’infermiera.
Simona Marchetti