Il ritorno di Madonna è l’evento discografico più atteso dall’inizio dell’anno e il grande giorno della pubblicazione, ossia lunedì 26 marzo, finalmente sta arrivando. MDNA è il risultato di una produzione stellare che ha visto a fianco della popstar grandi nomi quali William Orbit (che già aveva collaborato con la Ciccone in Ray of Light), il noto dj francese Martin Solveig e Benny Benassi (in coppia con il cugino “Alle”), il produttore italiano di punta nella scena dance internazionale degli ultimi anni. E MDNA si apre proprio con un pezzo di quest’ultimo, “Girl Gone Wild”. Una hit da dance floor, martellante, sulla quale è praticamente impossibile controllarsi ed obbligarsi a rimanere immobili. L’impronta del dj italiano si sente lontano un miglio. Il pezzo sarà il secondo estratto dal disco e non c’è da stupirsi in caso dovesse avere un successo ancora maggiore rispetto a “Give Me All Your Luvin”.
La prima metà è dichiaratamente dance trance, con 5/6 pezzi potenziali singoli, nonché heavy rotations anche in tutte le discoteche. Fra queste anche “I’m addicted”, altra esplosione di gioia e groove dal ritornello accattivante e “Gang Bang” (la preferita, al momento, di chi scrive), più trance che dance, che porta la firma di William Orbit e di molti altri autori tra cui Mika . Il ritmo è sincopato e le lyrics piuttosto arrabbiate: “Bang bang, shot you dead”! Molte fra le canzoni all’interno dell’album hanno un elemento biografico, soprattutto nella seconda parte del disco, che abbandona la dance per abbracciare l’electro pop. “Superstar” è un po’ l’antitesi di “Gang Bang”, in quanto è la dimostrazione di stima verso la persona che si ama. L’arrangiamento è un electrofunk molto interessante ma la chicca è la voce della figlia Lourdes nel ritornello. “I don’t give A”, che vede l’impronta di Martin Solveig, parla delle difficoltà di una madre single, con problemi annessi e connessi. E’ un electro-pop molto fresco con featuring rappato di Nicki Minaj dopo il secondo ritornello. Che, fra le altre cose, esclama “There’s only one queen, and that’s Madonna, bitch!”. Non le si può dar torto.
Probabilmente la cantante statunitense ha pensato anche alla fetta di fan che amano la sua vena più classica e melodica, quindi perché non piazzare un bel lentone intimista? Ed ecco “Falling Free” sulle cui corde ci si può lasciar cullare in cerca di un viaggio dentro di sé. Gli unici due pezzi che non sembrano legare con tutto il resto sono “Love Spent” e “Masterpiece” (che, ricordiamo, ha già vinto un Golden Globe come Miglior Canzone Originale). Definirli brutti sarebbe un’eresia, non si fondono alla perfezione con tutto il resto.
L’edizione Deluxe contiene un secondo CD con altre quatto tracce e un remix di “Give Me All Your Luvin’”. In tutta onestà, è un peccato che due di questi brani siano stati inseriti nell’edizione speciale e non in quella standard, nella fattispecie mi riferisco a “Beautiful Killer”, dedicata ad Alain Delon e con la quale finalmente si torna a ballare, e “Bestfriend”, che parla di tutte le emozioni dolci-amare che pervadono la testa e l’anima di un essere umano quando si allontana da una persona cara, che sia un amico o un amore. Benny e Alle Benassi mettono da parte l’incalzante numero BPM tipico del loro genere per virare a territori meno esplorati.
L’artista americana ha sempre avuto il talento di individuare ciò che va per la maggiore in un dato momento, per questo non sorprende la scelta di collaborare con due guru della musica house, che sta tornando a vivere momenti di splendore, e con un produttore col quale aveva firmato in passato un album capolavoro quale Ray of Light. MDNA è un disco diretto, che va subito al sodo senza risparmiare cartucce, e sarà ricordato come uno dei cd fondamentali del 2012 non per il ritorno in sé della regina indiscussa del pop, ma perché lo celebra in pompa magna, con una delle release migliori della fase più recente della sua carriera.