Arriva anche in Italia, grazie alla londinese One Little Indian Records, il primo dei sette capitoli di Biophilia Remix Series. La collezione verrà pubblicata interamente nel giro di qualche mese con un’uscita ogni due settimane e nelle diverse occasioni vedremo Björk impegnata in collaborazioni piuttosto eclettiche che spaziano da Current Value a Matthew Herbert. Non poteva andare diversamente, visto il carattere poliedrico che contraddistingue il percorso dell’artista islandese.
L’oneroso compito della prima uscita, “Crystalline / Solstice”, è affidato a Current Value, indubbio caposaldo della scena drum & bass europea. Non sono particolarmente appassionato di questo genere ma sulla voce di Björk fusa con i suoni graffianti del berlinese sento il bisogno di fermarmi a riflettere sulle mie mancanze. Current Value è di fatto la scelta naturale per lavorare su questi due brani; qui, infatti, l’essenza dark che caratterizza i lavori di Eliot riesce a trovare facilmente il suo spazio. Non a caso remix di Crystalline si ispira all’ultima parte del pezzo, decisamente più incisiva rispetto al resto del brano. L’intro sviluppa subito una chiave drum & bass moltiplicando e velocizzando il riff dominante nella versione di Björk. La relativa calma dura poco. Immaginate di poter assistere all’eruzione di un gyser. Tra vapore e ghiaccio vibrano synth e vocal incastrati in un groove esplosivo che si fonde con il suono “di vetro” che riprende il tema della versione originale. Provare per credere.
Proseguo nell’ascolto e sono piacevolmente sorpreso: “Solstice” mi colpisce ancor più di “Crystalline”. Una ritmica e un pad accompagnano la voce in una melodia che descrive paesaggi emozionali. Current Value decide di sviluppare quel senso di staticità che trasmette la versione originale. Anche se lentamente, tutto cresce. Arrivano kick e snare. Al pad si accosta una bass line semplice ma decisa che non ci abbandonerà fino alla fine. Non si può restare indifferenti: strumenti e vocal sono bilanciati in un gioco di potere che raggiunge l’apice con successivi cambi di tonalità che non lasciano scampo. All’improvviso, poi, la calma. Il pad che ci ha portato fin qui senza che ce ne accorgessimo chiude il pezzo congelando la tensione e riportando i battiti cardiaci a livelli normali.
Confesso che quando si parla di Björk sono da sempre abbastanza scettico: ho forti difficoltà nel comprendere le sue scelte stilistiche e nel collocarla nel panorama musicale attuale. Qualcuno mi disse che la musica è la cosa più bella che ci possa mai capitare nella vita. Non tradisce, è sempre lì quando ne hai bisogno, è in continua evoluzione e non ti delude mai. Beh, questo disco non fa che dimostrare questa tesi.