Non è esattamente un film su Amy Winehouse in quanto la compianta diva soul-jazz non ne aveva mai girato uno, però il documentario sulla cantante è fianco a fianco ad altri film che parteciperanno quest'estate, l'anno delle Olimpiadi di Londra, all'East End Film Festival. La capitale britannica, con una strizzata d'occhio ad altri festival che propongono cinema mixato con musica ed altre arti, come ad esempio l'SXSW (South by Southwest ad Austin, Texas), dopo il colpaccio dell'anno scorso, la "prima" mondiale di "The Libertines: there are no innocent bystanders", quest'anno mette in piazza un'altra anteprima d'oro. Si tratta di "Arena: Amy Winehouse - The day she came to Dingle", documentario che Maurice Linnane, in passato al fianco di U2 e Cranberries per alcuni video, ha assemblato con spezzoni inediti e materiale d'archivio. La prima proiezione del lavoro su Amy si svolgerà il prossimo 3 luglio presso la St Anne's Church; il film che chiuderà l'EEFF, rassegna fondata nel 2000, sarà "The last Elvis" che ha avuto una nomination al Sundance Film Festival. Dingle è tra le località più particolari dell'intera Repubblica d'Irlanda: circa 1900 abitanti, nome in lingua locale An Daingean, la piccola cittadina si sviluppa su pittoresche stradine piene di negozi. Dingle inoltre si trova in area Gaeltacht, dove parecchi abitanti parlano ancora
l'irlandese, e molti turisti arrivano apposta per Fungi, il delfino ammaestrato che nuota nelle acque davanti al porto. Amy cantò a Dingle, davanti a settanta persone, nel 2006.
Dopo lo show l'artista attraversò la strada per andare all'albergo Benner's dove fu intervistata da John Kelly. Poi divorò un piatto di ostriche da Lord Bakers, di fianco all'hotel, fece un salto al pub Foxy Johns, sulla strada principale di Dingle, poi prese un taxi e sparì nella notte.