REBEL: multimediale di JAMES FRANCO

James Dean. Un nome, un’icona, uno status symbol. Un’intera generazione, ribelle, nella fiorente scena americana post-bellica. La sintesi di tutto ciò? “Rebel without a cause”, mitica pellicola datata 1955 con Dean protagonista e Nicholas Ray alla regia, un film che parlò ai teenagers di tutto il mondo, storia di un brusco e doloroso passaggio all’età adulta.
Respirare ancora la rabbia di quell’epoca è possibile: il Museo di Arte Contemporanea di Los Angeles, in occasione del 50° anniversario della morte di Dean, presenta “Rebel”, una mostra celebrativa e collettiva in chiave moderna, un’ode interrogativa al capolavoro di Ray, ideata per abbracciare e riproporre le principali tematiche, gli eventi e le leggende di quel pezzo di storia americana e non solo. La particolarità della mostra è che si tiene al di fuori del classico spazio espositivo all’interno del MOCA ed è divisa in diversi punti lungo tutta la città, tra cui lo spazio design e arte emergente  “JF Chen” a North Highland Avenue.
La mostra (ultima visione 23/24 giugno) raccoglie dipinti, sculture e opere multimediali di Ed Ruscha, Harmony Korine, Paul McCarthy, Damon McCarthy, Douglas Gordon, Terry Richardson, Aaron Young e James Franco, l’organizzatore dell’intero show, il James Dean dei giorni nostri.
Franco è stato affascinato fin dalla propria infanzia dall’immagine iconica di Dean, e lo ha anche interpretato in un film biografico del 2001 che gli è valso un Golden Globe.
“L’esibizione è un’estensione del film – afferma Franco, attualmente uno degli attori più quotati della scena hollywoodiana – ma non vuole essere completamente fedele ad esso: il film viene utilizzato come fonte di ispirazione per la creazione di un lavoro completamente nuovo. Tutto nasce da una domanda che mi sono posto: cosa potrei fare per onorare e portare a nuova vita il mito di James? Mi auguro che Rebel possa essere una bella risposta”.
Tra le tante particolarità di questo show, Richardson espone una selezione di fotografie che abbracciano i temi, i personaggi e le identità contenuti nel film originale, Young dipinge un ritratto astratto di Dean nei suoi ultimi istanti sulla terra, Korine propone un cortometraggio di sei minuti dal titolo “Caput” che riproduce la famosa battaglia a colpi di coltelli presso il Griffith Observatory, mentre Paul McCarthy insieme al figlio Damon presentano un lavoro multimediale, collocato al “Bungalow Two” del celebre Chateau Marmont, che esplora le relazioni archetipiche tra padre e figlio con riferimenti alla Hollywood anni ’50 e al fervente mondo artistico di quell’epoca.
Il direttore del MOCA, Jeffrey Deitch, si dice entusiasta dell’evento: “Questa mostra rappresenta una convergenza di talenti straordinari e ha una risonanza profonda con il mondo dell’arte di Los Angeles. I contributi di ogni artista vengono combinati per catturare lo spirito originale del film attraverso riferimenti alla cultura dell’epoca, fatta di auto, moto, angoscia adolescenziale, questioni di identità, relazioni padre-figlio, sessualità, realtà e finzione. E James Dean era e rimane la perfetta incarnazione di tutti questi elementi”.

E’ proprio vero: i rebels non muoiono mai.