Alanis Morissette, la grinta dell' angelo La «ragazza terribile» è cresciuta ancora

A diciassette anni da un esordio esplosivo, la cantautrice canadese sul palco in italia per lanciare il prossimo album, «Havoc and bright lights»






«She’s got balls», per usare la magnifica sintesi rock degli Ac/Dc. Se, come è successo alla 21enne Alanis Morissette, il tuo album di debutto vende qualcosa come 33milioni di dischi in tutto il mondo, è facile restarne travolti. Certo, non è un'equazione matematica, ma la storia della musica leggera, di tutto quel calderone che è rock, punk e pop, insegna che il successo planetario in giovane età non aiuta (quasi mai) a vivere una vita artistica serena ed equilibrata. Il sogno del successo fulmineo si trasforma in incubi di eccessi, e chi riesce a superarli integri, raramente ritorna a quei fasti.
Troppo facile fare i nomi di chi ha subito questo destino. Meno ricordare chi l'ha usato per costruire una carriera solida, come ha fatto la cantautrice canadese che oggi, felice 38enne neomamma, è già tornata on the road. Poi un tour dedicato ad un album che deve ancora uscire non è mai una cosa semplice. Ma sessanta milioni di dischi venduti aiutano. E non poco. Martedì sera infatti Alanis Morissette ha tenuto a Piazzola sul Brenta il primo di quattro live italiani del «The Guardian Angel Tour», fortemente voluto dall'artista canadese (naturalizzata americana) per lanciare in Europa il nuovo album “Havoc and bright lights”, in uscita a fine agosto. Quattromila persone sono arrivate all'Hydrogen Festival per cantare hit generazionali come “Ironic” o “Thank U” e sono state accontentate. Bisogna dire che 17 anni dal successo planetario di “Jagged little pill” sono tanti ma uno zoccolo duro di fan, pronti ad ascoltare con interesse e curiosità anche le nuove canzoni della cantante ci sono ancora. Poi la Morissette è brava a spalmare i quattro inediti (per la cronaca “Woman Down”, “Guardian”, “Havoc” e “Numb”) in una scaletta fitta e velocissima che in un ora e quaranta minuti racconta passato, presente e futuro della voce della “Generazione X”. Come scenografia, essenziale, solo un grande telo con disegnato un profilo della cantante con i capelli sciolti al vento.
L'apertura è con “I Remain”, della colonna sonora di “Prince of Persia le sabbie del tempo”, che tornerà in tre parti con un suono stranamente quasi trip hop. Pantaloni in pelle molto rock, canottiera larga multicolor un po' grunge, orecchini e collana luccicante e trucco. Alanis si presenta così radiosa e gagliarda, cantando la nuova “Woman down” e consumando chilometri camminando decisa avanti e indietro sul palco. Il pubblico si scalda su “You learn” (dove imbraccia un Fender tutta dorata) e ancora “Hands clean”con una strepitosa chitarra a lustrini. Inutile dire che “Ironic” sia la più apprezzata dal pubblico, che ne canta ogni singola parola del testo, cambiato dalla “ragazza terribile” dal 2004 in “It's meeting the man of my dreams and then meeting his beautiful husband”, come segnale di partecipazione a favore della causa dei matrimoni omosessuali. La band gira bene, grazie alle chitarre di Julian Coryell e Jason Orme, la tastiera di Michael Farrell e l'eccellente ritmica formata da Cedric Lemoyne al basso e Victor Indrizzo alla batteria. Per raccontare la serenità con cui Alanis Morissette affronta il live, su “Havoc” dal pubblico gli viene urlato “I love you”, lei cerca quella voce nelle prime file, e replica ferma, “No, I love you”. Il suono morbido e ruvido al tempo stesso targato Morssette si apprezza anche quando, abbandonata la dolcezza di molte canzoni, ritrova un afflato grunge in “21 Things I want in a lover” e in “You oughta know”. Nei bis passa la hit “Hand in my pocket”, il brano registrato per il cinema “Uninvited”, e ultima, “Thank U”. «Mi mancherete, grazie» manda baci dal palco la cantautrice rock.