Gli inni delle Olimpiadi sono sempre un flop?

I Muse hanno presentato Survival, la canzone di Londra 2012, ma le classifiche finora non li hanno premiati. Il gruppo di Matthew Bellamy è in ottima compagnia: da Celine Dion a Bjork, le colonne sonore olimpiche non hanno mai riscosso successo
Anche i Muse non sono riusciti a evitare il triste destino delle canzoni per i giochi Olimpici. “Survival”, il brano commissionato dal comitato organizzatore di Londra 2012, al momento è un flop certificato dalle classifiche. Dopo una settimana dal lancio era al 25esimo posto, molto al di sotto degli standard del gruppo di Devon; dopo due settimane è al 45esimo. È vero che l'inizio dei giochi può migliorare la situazione nelle chart nazionali e la ripetizione anche (il brano verrà eseguito in ogni premiazione degli atleti medagliati), ma anche in questo caso sembra che “Survival” non incontri i favori del pubblico. E la lista di inni olimpici che hanno avuto ugual sorte è nutrita nonostante, gli sforzi degli organizzatori dei Giochi.
Il video ufficiale di Survival

Fanfare e Freddy Mercury – La moda di dare una colonna sonora ufficiale alle Olimpiadi risale almeno al 1976, quando per l'edizione tenuta a Montreal venne composta “Bienvenue a Montreal”, cantata da Renè Simard. A Mosca invece gli altoparlanti dei primi giochi con boicottaggio suonavano “Stadion Moyey Myechti”, eseguita da Muslim Magomayev. Nessuno dei due fu un grande successo e, terminata la kermesse olimpica, non vennero più diffusi dalle radio. A Los Angeles si tornò a produrre una fanfara, come si faceva fino al 1972, e “Olympic Fanfare and Theme” di John Williams fu apprezzata e ricordata dai telespettatori, ma non ebbe particolare fortuna commerciale. Così come “Hand in Hand” dei Koreana che musicarono l'edizione successiva, a Seoul. 
Forse vedendo gli insuccessi inanellati dai predecessori gli organizzatori di Barcelona 1992 decisero di andare sul classico e commissionarono un brano per l'esecuzione di Sara Brightman e il tenore Josè Carreras: il titolo era “Amigos para siempre” ma non lasciò tracce nella memoria degli sportivi o in quella delle vendite. Un po' meglio andò a “Barcelona”, scritta da Freddy Mercury per un duetto che lo vedeva coronare il sogno di cantare con la cantante d'opera Montserrat Caballè, il progetto finanziato anche Comitato Olimpico non ebbe però i crismi dell'inno ufficiale. 
Dion e Bjork – In Florida (Atlanta 1996) per non correre rischi si decise di affidare la canzone ufficiale dei Giochi a Celine Dion, che in quegli anni spopolava nelle classifiche di tutto il mondo e sembrava trasformare in oro tutto quel che passava dalle sue corde vocali; purtroppo però “The Power of the Dream” non seguì la sorte delle altre hit e nemmeno la pur bella “Reach” di Gloria Estefan . Nell'edizione australe (Sidney 2000) l'inno ufficiale fu “The Flame” di Tina Arena. Ricordate la melodia? Così come forse non in molti riuscirebbero a canticchiare “Clepsydra” di Kostantinos Vita usata ad Atene 2004. In quel caso, come già a Barcellona, andò un po' meglio a un altro inno quasi ufficiale, “Oceania” di Bjork. Anche “Forever Friend” scritta per Pechino 2008, non restò nella memoria collettiva, o almeno non in quella occidentale. 
Calcio e top-ten – L'infausta sorte dei brani olimpici non è per fortuna condivisa da altre canzoni scritte appositamente per un evento sportivo. Per le competizioni calcistiche, Campionati mondiali ed europei, sono state scritte melodie che hanno riscosso notevole successo di critica e pubblico e che si ricordano senza sforzo ancora oggi. È così ad esempio per “Three Lions”, composta per gli Europei del 1996, molto popolare in Inghilterra tanto da diventare l'inno della nazionale. Da noi invece è rimasta celebre “Un'estate italiana” (nota anche come Notti Magiche) cantata da Gianna Nannini ed Edoardo Bennato. A livello planetario invece si ricordano ancora i due brani dei mondiali in Sud Africa del 2010. “Waka-Waka” di Shakira e “Waving Flag” di K'naan sono diventati i tormentoni di quella estate. Waving Flag raggiunse la top ten in undici diversi Paesi; il brano di Shakira invece divenne il singolo più venduto in 22 Paesi.