Havoc and bright lights è il modo migliore per ritrovare Alanis Morissette all’apice della sua creatività, a oltre vent’anni dai suoi esordi nel music business (con l’album Alanis, pubblicato nel 1991 soltanto in Canada) e una strada percorsa con ostinazione tanto nei suoi tratti più impervi che in quelli più agevoli. Dimenticate la giovane e trasgressiva interprete di “You oughta know”, successo planetario estratto dal suo terzo album del 1995, Jagged little pill, quello che ne sancì la fama internazionale e che ancora oggi rimane l’inevitabile pietra di confronto di tutta la sua discografia. Dimenticatela, ma non del tutto, perché parte di quella ragazzina giovane e selvaggia abita ancora alcune stanze di Havoc and bright lights.
Sono cambiate molte cose, certo: in questi anni Alanis è cresciuta, si è costruita una famiglia (nel maggio 2010 è convolata a nozze con il rapper Mario “MC Souleye” Treadway e la coppia ha avuto un figlio, Ever Imre, alla fine dello stesso anno) ed è inevitabile che l’album ne racconti la storia; non è un caso che “Guardian”, il primo singolo estratto da Havoc and bright lights, sia dedicato a suo figlio, né che diverse delle canzoni riflettano su tematiche interiori, legate alle dinamiche di coppia, al coraggio di aprirsi all’altro e di guardare in faccia le cose per quello che sono realmente. Il tutto rimanendo sempre fedeli a quel concentrato di intenti che, anni fa, Alanis aveva reso in un’espressione mirabile come “you live, you learn”.
Ciò che non è cambiato, però, è l’urgenza, la forza espressiva che Alanis Morissette riesce a convogliare e a trasmettere a chi ascolta attraverso le sue canzoni. La sua voce rimane quella di sempre, stridula e dolce, feroce e appassionata, innamorata e idealista, posseduta e conciliante, sfrontata e a tratti mistica. In una parola, unica. In Havoc and bright lights scorre come un fiume in piena attraverso canzoni che sanno valorizzarla al meglio, in un connubio perfetto di rischio artistico e soluzioni più classiche, di trascinanti arrangiamenti rock e momenti più rarefatti e sognanti, in cui poter lasciar uscire un pudore e una purezza ancora inespressi. La bambina e la predicatrice, la rockstar indulgente con se stessa e il giudice inflessibile, la ragazza appassionata e l’adulta disincantata, la sognatrice e la donna frustrata si alternano e prendono vita una canzone dopo l’altra, dando all’intero album il senso di un viaggio lungo una galleria di personaggi e di storie al centro delle quali c’è sempre, naturalmente, Alanis, nelle mille controverse sfaccettature della sua anima.
Una voce e una personalità, quelle di Alanis Morissette, che vengono da lontano, e hanno attraversato più di vent’anni di musica raccontando speranze, paure e cambiamenti, sociali e interiori. Quando esplode sulla scena musicale, a metà degli anni ’90, Alanis Morissette lo fa creando un vero e proprio tumulto. Con un solo album di canzoni profondamente sentite che raccontano il viaggio spesso accidentato dall’adolescenza all’età adulta, Jagged little pill, a soli 21 anni Alanis diventa una superstar in tutto il mondo e una portavoce della sua generazione, restituendo al cantautore il suo ruolo “confessionale” per tutta una nuova generazione di amanti della musica.
Ma il successo di Jagged little pill (oltre 30 milioni di copie vendute nel mondo) non è tutto: Alanis si fa immediatamente conoscere anche come incendiaria e intensa performer live, guadagnandosi il rispetto dei fans ovunque si esibisca. Il 1996 è l’anno dei Grammys: Album of the year e Rock Album, e ancora Female Rock Vocal Performance e Rock Song of the Year con “You Oughta Know”, esplosivo brano di amore e di rabbia che l’ha aiutata a irrompere nella scena.
Nel 1998 esce Supposed former infatuation junkie, scritto e realizzato sulla scia dell’inevitabile crisi “mistica” derivante dal grandissimo successo ottenuto con l’album precedente. Nel 1999 arriva l’Unplugged di MTV, in cui Alanis prosegue nella cronaca del suo viaggio con audacia e risolutezza. E il viaggio continua nel 2002 con la pubblicazione di Under rug swept e del cd/dvd Feast on Scraps. Nel frattempo riesce anche a trovare il tempo per recitare sul grande schermo (un ruolo memorabile come Dio nel film di Kevin Smith Dogma e il musical De-Lovely), nei più acclamati show televisivi (Sex And The City, Curb Your Enthusiasm) e off-Broadway (Vagina Monologues, The Exonerated).
Dopo un 2005 celebrativo, dedicato a una collection di successi e alla ripubblicazione del suo album capolavoro in versione acustica, Jagged little pill acoustic, in occasione del decennale dalla sua pubblicazione, il percorso musicale di Alanis prosegue con altri due album importanti e ambiziosi come So-called chaos (2005) e Flavors of entanglement (2008), considerato da molti l’album della sua rinascita, in cui si fondono maggiormente elettronica e sonorità rock, e in cui i testi raccontano di un’importante storia d’amore ormai alle spalle.
Negli anni più recenti Alanis si è fortemente dedicata a risvegliare la coscienza civile e a raccogliere fondi per diverse buone cause, fino a decidere di tornare sulle scene con un nuovo album di canzoni inedite: Havoc and bright lights risponde proprio a questo intento, e mette insieme all’interno dello stesso disco il suo percorso interiore (Win and win, ‘til you, Lens, Empathy) e l’interesse per il sociale, espresso con forza in canzoni come Woman down, Edge of evolution e Celebrity.
Un ritorno alla musica ancora una volta deciso dall’urgenza delle cose da raccontare. Del resto è questo suo impeto artistico il solo motivo cui Alanis Morissette ci ha abituato a credere da sempre, e il primo motivo per cui un suo album non deluderà mai i suoi fans e gli amanti della buona musica. E’ così da tanto tempo, sarà così anche questa volta. C’è da giurarci.
pubblicata da Sony Music Italy il giorno giovedì 12 luglio 2012