Pink Floyd, Radiohead, Sandie Shaw: 'Universal offra i master agli artisti'

Mancava una presa di posizione ufficiale da parte degli artisti, sulla progettata fusione tra Universal ed EMI che in questi giorni sta scatenando dichiarazioni pro e contro un po' ovunque. Ci hanno pensato, con una lettera indirizzata al Financial Times, i presidenti della Featured Artists Coalition Nick Mason (Pink Floyd), Ed O'Brien (Radiohead) e Sandie Shaw, che plaudono alle argomentazioni a favore del merger espresse dal discografico francese Patrick Zelnik ("il suo punto di vista", premettono, "è benvenuto quanto necessario") ma aggiungono al dibattito un elemento cruciale: i disinvestimenti proposti da Universal per ottenere il via libera alla fusione, sostengono, "dovrebbero consistere in una offerta prioritaria dei copyright, a prezzi di mercato, agli artisti che li hanno creati. Venderli a delle società, grandi o piccole che siano, rappresenta semplicemente il perpetuarsi di un vecchio modello di business che nell'arco di dieci anni ha visto il settore della musica registrata dimezzare il suo valore. Durante quello stesso periodo, la rivoluzione tecnologica ha messo fuori gioco i vecchi attori del music business. Non abbiamo bisogno di ripetere gli errori del passato".
Secondo Mason, O'Brien e Shaw l'offerta di acquisto dei diritti andrebbe fatta a tutti gli artisti interessati (da notare che EMI gestisce il back catalog di Pink Floyd e Radiohead, mentre dalla stessa major britannica la Shaw ha già ottenuto la restituzione di tutti i suoi master). "Sarebbe raccomandabile", continua la missiva, "avere di nuovo gente del music business alla guida delle società musicali al posto dei finanzieri. Sarebbe ancora più raccomandabile che fossero gli artisti a possedere le proprie opere, e a entrare in rapporti di collaborazione con le case discografiche major e indipendenti che forniscono servizi, oltre alle risorse finanziarie e alla competenza di cui gli artisti stessi hanno bisogno per sviluppare le loro attività".
"Il top management di Universal", conclude il documento, "ha già mostrato di condividere questo punto di vista. Il concetto di 'aprire i rubinetti' cosicché i cataloghi musicali diventino più rapidamente disponibili per gli utenti e la proprietà dei copyright non costituisca un impedimento ai nuovi servizi contribuirebbe a costruire un nuovo music business imperniato sugli artisti, che andrebbe a vantaggio degli stessi creatori d'opera, degli investitori e dei consumatori".
Un comunicato stampa diramato in accompagnamento alla lettera aggiunge che, a detta del FAC, "questa è un'opportunità storica di creare un'industria musicale più sostenibile - un'industria musicale del futuro meglio descrivibile come un insieme di imprese artistiche individuali piuttosto che organizzata in settori specifici come quelli che attengono ai dischi, alle edizioni e alla musica dal vivo. Tutto ciò che rimuove le barriere tra gli artisti e i loro fan è una cosa positiva: siamo convinti che la musica sia in mani più sicure, quando l'artista e il fan si avvicinano tra loro".