UK: Radiohead e Tickemaster vendono biglietti non cartacei, il pubblico protesta

28 set 2012 - Il biglietto "non cartaceo" è considerato il futuro della musica e degli spettacoli dal vivo. E' ecologico ed economico (si risparmia sulla carta), taglia - o dovrebbe permettere di tagliare - le famigerate commissioni sul prezzo, impedisce le speculazioni dei bagarini. Per avere accesso al luogo del concerto basta presentarsi ai cancelli con un documento di identità e la carta di credito o il bancomat utilizzato per effettuare l'acquisto online.
Della bontà del sistema si sono convinti anche i Radiohead, notoriamente sensibili alle esigenze del loro pubblico (oltre che dell'ambiente), e per i prossimi concerti inglesi in programma il 6 ottobre alla Manchester Arena e l'8 e 9 ottobre alla O2 Arena di Londra il gruppo di Oxford si è alleato con l'agenzia Tickemaster, mettendo in vendita biglietti esclusivamente in formato "paperless" a partire dallo scorso mese di marzo: obiettivo principale stroncare alla radice il bagarinaggio, problema annoso ma amplificato negli ultimi anni dal fiorire di siti specializzati nella compravendita online.
Senonché è successo l'imprevisto: con l'avvicinarsi della data dei tre show si moltiplicano le voci di dissenso da parte dei fan, che hanno trovato eco anche su quotidiani prestigiosi come il Guardian.Una giornalista della testata, Lisa Bachelor, ha raccolto le testimonianze di diverse persone che dopo avere acquistato il biglietto si trovano nell'impossibilità di assistere agli show per impegni sopraggiunti di lavoro (ma anche di chi non potrà usufruire di un biglietto che gli è stato regalato da un parente, per di più non residente in Inghilterra); le clausole contrattuali non permettono di rivendere il tagliando a terzi né di regalarlo a un familiare o a un amico, e la prassi di Ticketmaster non prevede rimborsi. L'agenzia, in alcuni casi, ha accettato di restituire i soldi versati, ma si tratta di episodi isolati che comportano costi e perdite di tempo tanto per la società che per il cliente.
Nel Regno Unito la vendita di biglietti immateriali è una pratica ancora poco diffusa, a differenza di quanto avviene negli Stati Uniti dove è nata, per reazione, un'associazione chiamata Fan Freedom Project: "I biglietti non cartacei, a prima vista, sembrano una soluzione conveniente. Ma in realtà, per i fan, si tratta di un incubo", spiega il fondatore del movimento sul suo sito Internet. "Significano minore controllo, più seccature, nessuna concorrenza sul prezzo e più commissioni pagate a società come Ticketmaster".