È la sezione più ampia della Berlinale, quasi un festival nel festival, nato come zona libera per gli immaginari gay, lesbici e trans, la sezione Panorama nel tempo ha allargato le sue opzioni, anche se le cosiddette tematiche omosessuali continua a essere centrale.
31 i titoli nel programma principale di lungometraggio di finzione - per i documentari c'è la sezione Dokumenta - e nel Panorama Special selezionati tra 23 paesi in tutto il mondo, con una particolare attenzione alle produzioni indipendenti. In apertura (per il Panorama Special) il nuovo film di Nanouk Leopold It's all so Quiet, coproduzione tedesca-olandese. Dall'America arriva invece Don Jon's Addction di Joseph Gordon-Levitt, star indie molto amata dalla critica Usa, poi icona di Christopher Nolan che lo ha voluto in Inception e in Il cavaliere oscuro, qui al suo esordio dietro alla macchina da presa. Una storia che gioca con l'eterno mito della donna dei sogni, e che vede lo stesso Gordon Levitt protagonista insieme a Scarlett Johansson e Julianne Moore.
Tra le «raccomandazioni» e i colpi di fulmine dei selezionatori c'è A Fold in my Blanket di Zaza Rusadze, ancora un esordio di un filmmaker georgiano, che racconta la storia di un'amicizia maschile all'interno di una cultura che sta cambiando.
Ma la star della sezione si annuncia senza dubbio James Franco, l'attore e regista, tra le figure oggi più intense della scena indipendente americana, è il protagonista di Interior:Leather Bar, di cui firma anche la regia insieme a Travis Matthews, una «ricostruzione» personalissima dei quaranta minuti che Friedkin fu costretto a tagliare da Cruising (1980). E che diventa nelle immagini degli autori l'esplorazione di una libertà sessuale e creativa.
Franco è anche protagonista di Maladies, diretto da Carter, ritratto di un attore giovane e talentuoso che si ritira dalle scene per una forma di crescente disagio mentale.
Nel Panorama berlinese c'è anche Jacques Doillon con Mes séances de lutte, il nuovo film del regista francese girato in gran segreto la scorsa estate, che mette a confronto i due protagonisti, Sara Forestier e James Thierrèe, in uno corpo a corpo amoroso, una coppia che si scontra, anche fisicamente, per trovarsi e ritrovarsi. Dice sul film l'autore, di cui abbiamo visto in gara, allo scorso festival di Roma, il magnifico Un enfant de toi: «Scoppia una sorta di guerra, che comincia con l'improvvisazione e diventa poco a poco un rituale codificato. Ciascuna battaglia ha le sue armi. Lui mette mano su qualcosa che impedisce loro di vivere correttamente, mentre lei vi trova forse materia di divertimento. Come andrà a finire questo confronto in una casa di campagna e non privo di fantasia?»
Lonesome Solo è nato a Abidjan, ha lavorato come asssistente alla regia, e finalmente è riuscito a realizzare il suo primo film: Burn it up Djassa si avventura nelle leggende urbane ricreate col ritmo della street dance, rivelando una nuova onda artistica che percorre la Costa d'Avorio nonostante violenze e guerre.