Sinéad O'Connor ha pubblicato sul proprio sito un messaggio di apprezzamento per la scelta di Ratzinger: «Vorrei congratularmi con Papa Benedetto per la sua saggia decisione di andare in pensione prima che il peggio di ciò che è successo in questi anni venga scoperto. Apprezzo che vi alluda nel suo discorso e gli assicuro che l'Altissimo perdona quelli che ammettono di aver sbagliato. La Chiesa è stata trascinata in un discredito terribile dalle bugie e dalle blasfemie contro lo Spirito Santo. Il più grande risultato di Benedetto è quello di ritirarsi. Ora c'è una possibilità per la Chiesa di essere ricostruita e resa una casa adatta allo Spirito Santo». Certo, non mancano i riferimenti a quella che da anni è la battaglia personale della cantante, contro gli abusi sessuali nella Chiesa cattolica, soprattutto quelli avvenuti in Irlanda nelle Case Magdalene per le ragazze «immorali».
Nel 1992, anno in cui Sinéad lacerava la foto di Papa Wojtyla in america, durante un esibizione al Saturday Night Live, per denunciare a suo modo gli abusi della Chiesa su migliaia di bambini (gesto che ha ammesso rifarebbe), i vescovi americani si riunivano per la prima volta per discutere di un possibile insabbiamento di casi di abusi su bambini: è stato il primo passo verso quel rapporto che dodici anni più tardi racconterà di 10 mila violenze in cinquant'anni perpetrate da 5 mila preti negli Stati Uniti.
Nonostante l'opposizione al papato e al patriarcato della Chiesa, la O'Connor si è sempre professata credente. Alla fine degli anni Novanta è stata ordinata prete da un gruppo cattolico indipendente.