Madonna, Elton John e la vita da lavoratori immigrati

A luglio 2013 il Ministero della Cultura della Federazione Russa ha smesso di rilasciare visti riportanti la voce “rapporti culturali” agli artisti stranieri che si recano in tournée in Russia. La ragione è semplice: questi visti sono intesi per persone impegnate in prestazioni non commerciali sul territorio della Federazione Russa. Il fatto è che per questi artisti non esiste nessun altro tipo di visto, compresi quelli per ragioni d’affari o per turismo.
L’unica possibilità di ricevere un visto apposito è fare richiesta di un visto di lavoro per mezzo del Servizio federale per l'immigrazione (Fms), con un iter che però è estremamente complesso. Prima di tutto è necessario attendere molto tempo, circa sei mesi. In secondo luogo, facendo richiesta per questo visto è indispensabile interrompere ogni contratto di lavoro nel proprio Paese. È difficile immaginare che Madonna voglia porre fine a un contratto con i suoi agenti per venire in tournée in Russia.
Il vice ministro della Cultura Vladimir Aristarkhov ha commentato la situazione in questi termini: "Non farei confusione tra i rapporti culturali che la Russia ha instaurato, mantenuto e sviluppato con successo con la maggior parte degli Stati e lo show business. Tra i compiti che spettano al Ministero della Cultura non c’è quello di aiutare lo show business. Noi siamo disposti a dare il nostro sostegno alle performance degli artisti di talento, ma non abbiamo il diritto di infrangere la legge e non lo faremo. Io credo che il Servizio federale per l'immigrazione dovrebbe elaborare proposte finalizzate a risolvere concretamente questa situazione".
Edgard Zapashniy, direttore generale del circo statale di Mosca parla delle difficoltà che incontra nell’ottenere i visti per gli artisti: “All’inizio del 2013, alcuni addestratori italiani hanno subito ritardi di una settimana nella partenza per arrivare qui a causa di problemi con il visto. Adesso, alla vigilia del Festival internazionale del circo, che si svolgerà a ottobre 2013, stiamo cercando di firmare contratti con artisti provenienti da oltre quindici Paesi stranieri e tutti i giorni ci imbattiamo in nuovi ostacoli. Offriamo contratti di sei mesi, ma se decidessimo di provare a ottenere i visti concessi a scopi umanitari violeremmo la legge. Un visto per ragioni di  lavoro è estremamente difficile da ottenere, dato che richiede che ogni altro contratto di lavoro con agenti stranieri sia concluso. Tenuto conto che tutti gli artisti lavorano con parecchi agenti, insorgono ovvi problemi. Oltretutto, se è necessario sostituire per qualche motivo un artista o qualcuno dello staff permanente, ottenere un visto di lavoro diventa veramente impossibile”.
Andrei Klyukin, direttore generale del J Group e del Wild Mint Festival crede che sia indispensabile creare una nuova tipologia di visti: “Al festival presentiamo le culture di molti Paesi diversi. Nel corso degli anni abbiamo lavorato con molte ambasciate e abbiamo portato qui artisti di vari Paesi nell’ambito degli scambi culturali. Tuttavia, quando si tratta di normali concerti commerciali, gli organizzatori vanno incontro a tutta una serie di problemi legati ai visti. Siamo ancora un Paese che non può ricevere o deve rifiutare le stelle internazionali in tournée del mondo della lirica, del balletto, del jazz, del pop e della musica rock”.
Rincara la dose Dmitri Sarayev, capo dell’agenzia Riff Concert: “In tutti i Paesi civili, gli artisti ottengono visti appositi rilasciati utilizzando uno contesto legislativo semplificato. Noi, invece, dobbiamo ricorrere a sotterfugi per non infrangere la legge e riuscire a svolgere il nostro lavoro, perché gli artisti non hanno molto tempo da dedicare all’ottenimento del visto. I visti normali non sono adatti per gli artisti”.
Anche Ilya Bortnyuk, direttore generale di Light Music, crede che ormai è indispensabile inserire gli attori in una categoria particolare: “Un uomo d’affari che viene qui per sei mesi e un artista che si trattiene due giorni sono due casi completamente diversi. Se il visto di lavoro è l’unica possibilità, gli artisti smetteranno molto semplicemente di venire in Russia. Per ottenere un visto di lavoro occorrono sei mesi di tempo e si spende una fortuna ed ecco che quindi gli artisti stranieri non verranno più a esibirsi in Russia. In definitiva, a risentirne maggiormente sarà il pubblico. Insieme alla reputazione del Paese, naturalmente”.
Eduard Ratnikov, presidente di Tci, una grande agenzia moscovita che organizza concerti, ha fatto notare che gli artisti ormai incontrano difficoltà anche solo cercando di ottenere visti per motivi d’affari: “Non ho quasi mai presentato richiesta per gli artisti di visti a fini culturali, ma ho utilizzato sempre quelli per motivi d’affari. Tuttavia, neanche così funzionano le cose e c’è molto che non va. Il nostro Servizio federale per l'immigrazione non ha ancora delineato le normative alle quali devono attenersi gli artisti. Hanno regole molto rigide per i lavoratori stranieri, ma non sono certo applicabili a Madonna, Elton John, Lady Gaga o Rammstein. Nei Paesi civili esistono visti appositi per gli artisti. Tutto ciò è assolutamente logico e semplice come l’abc, ed è così che dovrebbero funzionare le cose anche qui”.