Puoi anche essere la regina del pop, l’artista donna ad avere venduto più dischi nella storia della musica. Ma l’umiliazione di uno stupro non si dimentica. Al punto da farti ritenere inutile denunciare la violenza.
Quello che accade ogni giorno a migliaia di donne è successo anche a Madonna. È stata la stessa cantante a rivelarlo nel corso di un’intervista all’«Howard Stern Show», una delle trasmissioni radiofoniche più popolari d’America. Raccontando come una ragazza del Midwest, approdata dal Michigan alle mille luci di New York con una valigia di sogni e l’incrollabile fiducia nel prossimo che è il marchio di fabbrica della gioventù, abbia perso l’innocenza e con essa il coraggio di far punire il colpevole.
«Un giorno — ha ricordato la popstar ai microfoni di Stern — ho trovato chiusa la porta della scuola di danza che frequentavo. Volevo telefonare ma non avevo i soldi. Un uomo mi offrì di fare la chiamata da casa sua, dall’altro lato della strada. Accettai, era gentile, amichevole. Avevo 19 anni, mi fidavo di chiunque».
Quell’uomo la stuprò. Pensò mai di denunciare alla polizia di essere stata violentata? le hanno domandato Howard Stern e la co-conduttrice del programma Robin Quivers. «No» ha replicato l’ex Material Girl, aggiungendo quella che è la realtà per moltissime donne che hanno subito violenza sessuale: «Se avessi denunciato — ha proseguito la cantante — avrei dovuto sottopormi a una visita ginecologica e testimoniare in tribunale, dove i giudici fanno un sacco di domande intime, personali. Sei già stata violata: vuoi parlarne ancora, vuoi rendere pubblica la cosa? No, è inutile. È troppo umiliante».
Nonostante la cantante avesse già parlato in passato di aver subito violenza (in un’intervista rilasciata alla rivista musicale britannica New Musical Express nel 1995, e sulle pagine di Harper’s Bazaar in un articolo da lei stessa scritto nel 2013) le sue parole fanno scalpore. Perché dimostrano come ancora troppo spesso, dopo uno stupro, le donne scelgano di tacere per non sentirsi umiliate due volte. E questo nonostante negli Usa da tempo l’amministrazione Obama sostenga la campagna «1 is 2 many» (una è troppo) che esorta a denunciare.
Considerato quanto raramente alle donne violentate viene riconosciuta giustizia, non sorprende che a vincere sia ancora la vergogna.
E' evidente che Madonna voleva far riflettere: per una donna denunciare un stupro non dovrebbe essere un’esperienza umiliante, senza contare poi, oltre allo stress psicologico, anche il costo economico che, all’epoca, Madonna e tante come lei non potevano permettersi. Credo che Madonna abbia raccontato la vicenda per far sì che le procedure cambino e siano meno umilianti per la vittima, per fare in modo che le denunce aumentino e che le donne non scelgano il silenzio. Mi spiace che sia stata criticata, credo invece che, dall’alto della sua popolarità, abbia voluto dar voce alle tante donne che come lei hanno taciuto e con la speranza di cambiare le cose e proteggere di più le vittime. Per capire quanto Madonna ha ragione, basta ricordare il film “Sotto accusa” con Jodie Foster. In Italia credo sia ancora più umiliante: pene ridicole, stupratori che dopo pochi mesi tornano a casa, magari, vicino alle vittime, facile vivere nel terrore. Poi le sentenze tipo quella che anni fa diede l’assoluzione allo stupratore perché, secondo la difesa, la vittima indossando i jeans non poteva aver subito uno stupro… Madonna ha denunciato una triste realtà: sì, denunciare uno stupro è umiliante.
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