Mentre il Cavallino rampante torna a vincere sulle piste, la leggenda di Enzo Ferrari rivive grazie a una leggenda del cinema: Robert De Niro. «Interpreterò il grande imprenditore-pilota che fondò la casa automobilistica famosa nel mondo intero», annuncia in anteprima al Messaggero il divo americano, 71 anni, «in un film che si girerà presto, in gran parte in Italia, e ha la priorità assoluta su tutti gli altri miei progetti».
Il protagonista. E cosa spinge a una superstar come De Niro a calarsi nei panni di Ferrari, scomparso nel 1988 a novant’anni dopo aver segnato la storia non solo dell’automobilismo ma anche del nostro Paese? «Per me è un onore e una gioia raccontare la vita di un uomo fuori del comune che rivoluzionò il mondo dell’automobile e attraversò periodi storici e sociali diversi, dal fascismo alla democrazia, dalla guerra al benessere economico», risponde De Niro. «E’ una storia basata sulla creatività, sul coraggio e destinata ad appassionare il pubblico di ogni Paese e di ogni età. Ho deciso di abbracciare questa avventura», aggiunge, «anche perché ultimamente non mi sono imbattuto in un progetto cinematografico altrettanto avvincente».
Il progetto. All’origine dell’operazione è un produttore italiano, da anni attivo a Hollywood: Gianni Bozzacchi, titolare della Triworld che ha appena firmato un accordo con Tribeca Film, la società di De Niro, pronto a farsi coinvolgere anche nella produzione. «Il film si intitolerà Ferrari e si baserà su un impianto epico», spiega Bozzacchi, «avrà un budget alto e coprirà un arco temporale ampio, dal 1945 agli anni Ottanta in un gioco intrecciato di epoche ed episodi, partendo dalle interviste rilasciate da Ferrari al giornalista Gianni Minà. Niente a che vedere con la miniserie tv del 2003 con Sergio Castellitto nel ruolo di Ferrari: bravissimo l’attore, ma i mezzi apparivano modesti. Noi pensiamo invece in grande e contiamo di essere nelle sale di tutto il mondo nel 2016».
Il regista. E chi sarà dietro la cinepresa? Bozzacchi e De Niro vorrebbero Clint Eastwood. «Gli abbiamo sottoposto il progetto e lui si è detto interessatissimo, ma prima di dare il sì definitivo vuole leggere la sceneggiatura», spiega Bozzacchi. I produttori sono ora in trattative con Stephen Rivele e Christopher Wilkinson, gli sceneggiatori candidati all’Oscar per il film di Oliver Stone Nixon-gli intrighi del potere (1995) e grandi conoscitori del mondo delle corse.
La storia. Le fonti? Ferrari sarà ispirato alle cronache e al libro Ferrari 80, scritto nel 1981 dallo stesso fondatore della casa di Maranello. «Non sarà un racconto agiografico: descriverà il personaggio con luci e ombre, successi e dolori come la morte dell’amatissimo figlio Dino, scomparso nel 1956 a soli 24 anni a causa di una grave malattia», spiega ancora Bozzacchi. Anche lui, come tanti, è cresciuto nel mito della Rossa: «Alla fine degli anni Sessanta», racconta, «quando facevo ancora il fotografo delle star, mi comprai la prima Ferrari: l’emozione mi faceva tremare le ginocchia al punto che il motore continuava a spegnarsi e non riuscivo a lasciare Maranello...».
La biografia.Nato nel 1898 alla periferia di Modena, Enzo Ferrari fu un imprenditore, ingegnere e pilota, fondatore negli anni Trenta della Scuderia Ferrari e della casa automobilistica chiamata con il suo nome che conquistò, mentre era ancora in vita, 15 campionati del mondo di Formula Uno. Carismatico e decisionista, venne soprannominato il ”Cavaliere”, il ”Grande vecchio” ma anche il ”Dittatore”. «Se dittatore significa pretendere dagli altri l’impegno più profondo nel lavoro», spiegò in un’intervista a Enzo Biagi, «allora lo sono». Tra i piloti, ammirava Ascari, Nuvolari e Villeneuve. Odiava invece gli aerei: «Non ho paura di volare, ma di non tornare a volare», spiegava. Sostenitore dell’innovazione, fu tra i primi a introdurre i robot in fabbrica. «Se oggi fosse vivo, sarebbe un fan di internet», ha raccontato di recente il figlio Piero.
Il produttore.Tra i numerosi progetti di Bozzacchi c’è anche il film postumo di Carlo Lizzani L’orecchio del potere, tratto dal libro di Andreotti Operazione Appia Antica: «E’ stato l’ultimo impagno del regista scomparso nel 2013, intendo coinvolgere una major». Intanto la vita avventurosa del produttore, già ritrattista ufficiale di Liz Taylor, diventerà un film, ispirato alla sua auotobiografia Exposed Memories e diretto da Don Most con la supervisione di Ron Howard. Come protagonista, si parla di Leonardo Di Caprio.
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