Il modello di business adottato dal sito (streaming gratuito sostenuto dalla pubblicità) non sembra aver convinto la major
Forse è davvero iniziato il grande dietrofront delle major nei confronti dei servizi musicali gratuiti su web. Nelle scorse ore, Sony Music ha rimosso da SoundCloud i brani di alcuni dei suoi artisti di punta, tra cui Adele, Hozier, Miguel, Kelly Clarkson e Passion Pit. Secondo Billboard, le rimozioni sono dovute a una brusca interruzione delle trattative sulla gestione delle licenze tra la casa discografica e il servizio berlinese. La notizia non è stata confermata né da Sony, né da SoundCloud, ma gli account degli artisti citati da Billboard appaiono svuotati (esempio: Adele ).
Spesso indicato come lo YouTube dello streaming audio, SoundCloud è uno dei principali archivi musicali del web. Inizialmente è stato usato da dj e artisti indipendenti per condividere canzoni, concerti e remix; con l’aumento della sua popolarità, è finito anche nel radar di popstar e case discografiche che vi hanno aperto profili ufficiali. A dicembre 2014 sulla piattaforma venivano caricate 12 ore di musica al minuto, con un pubblico di 175 milioni di utenti attivi al mese.
Nel corso degli anni, SoundCloud ha sviluppato diverse ipotesi di business, mantenendo sempre l’ascolto gratuito dei brani: dai servizi premium per artisti e label all’introduzione della pubblicità. Secondo l’azienda, il programma On SoundCloud lanciato a fine 2014 ha permesso di ridistribuire due milioni di dollari in ricavi pubblicitari a oltre 100 partner. Il risultato non sembra tuttavia aver impressionato troppo Sony Music, soprattutto in un periodo in cui il rapporto tra le major e i servizi gratuiti finanziati dalla pubblicità (YouTube, Spotify) appare in rapido deterioramento.
http://www.lastampa.it/2015/05/08/tecnologia/tempi-duri-per-soundcloud-sony-rimuove-i-brani-di-adele-hozier-kelly-clarkson-fa0cTZ8v3olx7pSeVCiWWL/pagina.html