«Dopo una storia d'amore come la nostra, non torni più davvero single. Con tutto quello che hai in comune, come fai a smettere di parlare, di stare insieme?». Arriva a Cannes con un grande film italiano. E ribalta alcuni pregiudizi
Vincent Cassel dice che a Parigi nessuno gli rompe mai le scatole, non come a Roma («Voi italiani e la vostra invenzione dei paparazzi!»), e che lui a Parigi gira in motorino, si ferma di qua, si ferma di là e gli pare di essere tranquillo «come un Puffo al villaggio dei Puffi».
Poi mi dice anche che non si fa più fare le foto con i fan perché non significano niente, dice che i selfie sono merdiques (traduzione: composti di feci) e che proprio non capisce che gusto si provi nell’andare a un concerto per fotografarsi invece di ascoltare la musica e guardarsi intorno.
Gli segnalo il fatto che il direttore del Festival di Cannes ha proibito i selfie sul tappeto rosso ma Cassel giustamente precisa: «Non li ha proibiti, li ha solo scoraggiati e ci mancherebbe. Ma che cavolo, che cosa significa proibire? Proibiscano il Front National, piuttosto». Affabulatore, spiritoso, poliglotta, Vincent Cassel non somiglia a nessun altro attore né fisicamente né come atteggiamento. A 48 anni sembra avere le idee più chiare che mai un po’ su tutto. Opinioni socio-politiche: «Quanto siete cinici voi italiani! È solo per cinismo che vi siete fatti andare bene Berlusconi per tanti anni» e «La Francia si salverà solo grazie all’integrazione che ha ringiovanito il Paese», oppure «Anche i brasiliani danno per scontata la corruzione del potere ma con lo spirito naïf di un Paese più nuovo».
Riflessioni filosofiche: «Credo che si passi la vita a disimparare quello che ci hanno insegnato da piccoli». Insomma, una raffica di opinioni, di battute e anche molti «c’est pas grave», non è grave, indice di un’assenza di nevrosi invidiabile. «Ah sì, non potrei stare meglio», ammette. Sarà a Cannes con due film in concorso, Il racconto dei racconti di Matteo Garrone e Mon roi della regista francese Maïween.
Quando lo intervisto a Parigi, non ha ancora visto il primo, ma del regista italiano dice: «Non lo conoscevo prima di lavorarci, mi è piaciuto molto come persona perché arrivava sul set come fosse appena sceso dal letto ed è sempre serafico, pare distratto e insomma non somiglia per niente ai suoi film che sono curatissimi, di precisione estrema e grandiosa visione». Vedrà Il racconto dei racconti solo all’anteprima a Cannes, ma sta per andare proprio oggi a vedere Mon roi, assieme con Monica Bellucci perché «mi interessa avere il suo parere». Ma come, non si erano separati? E Cassel non si era trasferito a Rio de Janeiro? «Sì, certo, vivo in Brasile la gran parte dell’anno, ma se sono nella stessa città di Monica passo tutto il tempo con lei e con le bambine (Deva e Léonie, 10 e 5 anni, ndr)». Parla di Monica con affettuosa ammirazione, si dice contento che abbia girato il nuovo 007, Spectre: «Era una cosa che desiderava fare da tempo, e finalmente ci è arrivata. E poi adoro il fatto che lei si sia ribattezzata Bond Lady e non Bond Girl, come a dire: scusate se me lo posso permettere! Del resto, Monica è fuori dagli schemi e superiore agli standard, un simbolo molto forte anche per il mondo femminile».
Ufficialmente single, nel senso che non c’è un’altra donna accanto a lui, Vincent afferma: «Quando si è stati con qualcuno per così tanto tempo, non si torna mai veramente single. Tra me e Monica ci sono troppe cose in comune. Mi colpiscono molto quelli che sono stati sposati per anni e poi, d’improvviso, non si parlano più. La grande delusione non consiste nel fatto che una relazione finisca, è rendersi conto che si era sbagliata persona. Ma, nel nostro caso, non ci eravamo sbagliati e quindi il legame resta».
Le bambine sono al centro di tutto, essere genitore è «la responsabilità più importante della mia vita adulta». È orgoglioso del fatto che Deva e Léonie parlino perfettamente portoghese e che, nate franco-italiane, adesso siano anche un po’ due piccole «carioca». Le ha coinvolte mentre studiava la parte della Volpe del cartone animato Il piccolo Principe (altro film che sarà a Cannes, fuori concorso). «La Volpe è il personaggio più bello, è quello che pronuncia la frase chiave del libro: l’essenziale è invisibile agli occhi». L’essenziale per Cassel, nella vita, è viaggiare leggeri. E, gli dico, a me sembra che lui ci riesca. Ha sempre quest’aria disinvolta, come la sua camminata fatta di passi lunghi. Sembra che tutto gli venga facile.
Il servizio completo sul numero 19 di Vanity Fair in edicola da mercoledì 13 maggio 2015.
http://www.vanityfair.it/people/mondo/15/05/12/vincent-cassel-single-cannes-monica-bellucci-intervista-foto-gossip