Amy Winehouse uccisa piu' dalla bulimia che dall'alcol

Una combinazione letale di alcol e droghe sarebbe stata la risposta di Amy Winehouse al peso di onori e oneri della sua fulminante carriera, ma non il vero motivo della sua morte: a sostenerlo è il fratello della cantante, Alex, che se nella sua prima intervista rilasciata al 'Guardian' ammetteva le sue pericolose dipendenze, oggi pone l’accento sui ben più gravi effetti della bulimia che la affliggeva, parlando della vita della sorella e del suo rapporto con lei senza mai scadere nel sentimentalismo. 
L’occasione è stata fornita dall’inaugurazione di una mostra al Museo Ebreo di Camden dedicata alla cantante, che avrebbe compiuto 30 anni a settembre se non fosse scoparsa prematuramente nel luglio di due anni fa. In una lunga intervista, bella e profonda, Alex ha ancora una volta parlato dei problemi della sorella, ma ha sostenuto che ad ucciderla sarebbe stata soprattutto la bulimia, una malattia da cui la Winehouse non riusciva più ad uscire e che la rendeva “più debole e più suscettibile”. 
“Non è una rivelazione, bastava guardarla… Probabilmente sarebbe morta lo stesso nel modo in cui è morta, ma ciò che realmente l’ha uccisa è stata la bulimia”, sono state le parole di Alex. La Winehouse ne avrebbe sofferto fin dalla tarda adolescenza, per poi esserne perseguitata per tutta la vita, come ricorda anche il quotidiano inglese.