Atoms, oltre i confini del rock con i ribelli dell'elettronica

Il super gruppo si esibirà martedì sera sul palcoscenico dell'ippodromo delle Capannelle
Nati nel 2009 per dare corpo dal vivo alla musica di "The Eraser", l'album solista di Thom Yorke, gli Atoms for peace sono arrivati da poco al loro primo album di inediti, Amok, con l'ambizione di essere un vero gruppo, un progetto "parallelo" all'attività dei Radiohead per Yorke e dei Red Hot Chili Peppers per Flea. E per confermarlo si sono imbarcati in una lunga serie di concerti, che li porterà a Roma, a Capannelle, martedi 16 luglio.
Se Thom Yorke e i suoi amici, il produttore Nigel Godrich, il batterista Joey Waronker, il percussionista Mauro Refosco, Flea dei Red Hot Chili Peppers, avevano iniziato il lavoro degli Atoms for peace come una "cosa" elettronica, un "laptop album" per come l'ha definito Yorke, il risultato finale è stato tutt'altro, più ricco, complesso e affascinante. Difficile, come del resto già accade con i Radiohead, dare una definizione al suono della band: elettronica, musica africana, rock, canzone, dubstep, e molto altro ancora, entrano in un insieme che assomiglia più a un quadro impressionista che non a un genere codificato.
Ma, ed è questo il bello del progetto, è proprio questa ampiezza d'intervento, questa straordinaria libertà creativa, a rendere unica la proposta della band. Si, perché di band si tratta, non di una formazione di supporto ai sogni e ai deliri di Thom Yorke. Ogni componente della formazione collabora in maniera sostanziale alla determinazione di un suono, o meglio di un'ipotesi sonora che, per quanto naturalmente dominata dalla visione musicale di Yorke e di Godrich, è arricchita di aperture ritmiche inedite, di intrecci musicali diversi, di bizzarrie sentimentali che meritano particolare attenzione. Oltretutto, per chi ama i Radiohead, si tratta di una piacevole iniezione di ritmo, dove è possibile addirittura trovare dei riff, africaneggianti, non rock, ma che sembravano completamente banditi dall'universo di Yorke.
Il disco è estremamente bello, e dal vivo, come abbiamo avuto modo di vedere negli Usa, nel quale Yorke e Godrich hanno presentato il lavoro della band con un dj set, le possibilità musicali si moltiplicano, allargandosi a dismisura sulle frontiere della dance come su quelle del jazz. Avanguardia? Forse, anche se per le generazioni più giovani il mix di sonorità digitali risulterà certamente più familiare che non per il pubblico più tradizionalmente rock.
Sicuramente innovazione, ricerca di nuove strade, messa a fuoco di ipotesi diverse da quelle abituali: se si cerca soddisfazione in una musica che sia assolutamente contemporanea, è facile trovarne dalle parti degli Atoms for Peace. Il repertorio dovrebbe essere composto essenzialmente da Amok e da The Eraser, l'album solista di Yorke del 2006 ma anche di cose nuove e diverse, costruite appositamente per l'occasione del tour. Musica elettronica, insomma, dubstep e afro, visionaria e ritmica, in grado di far ballare il pubblico ma anche di dare soddisfazione all'ascolto, sulla quale si staglia la voce di Thom Yorke, il più originale interprete della sua generazione.