Coldplay colonna sonora di Unbroken di Angelina Jolie: l’anteprima dell’inedito Miracles

La band ha inciso un inedito per la colonna sonora del secondo film da regista di Angelina Jolie: ecco un'anteprima di Miracles dei Coldplay
Uscirà solo alla fine dell’anno il nuovo inedito dei Coldplay: la band di Chris Martin, dopo il successo dell’album di inediti Ghost Stories e il cofanetto speciale con contenuti esclusivi rilasciato lo scorso 24 novembre, non smette di riservare sorprese.
I Coldplay hanno composto una canzone originale per il film diretto da Angelina Jolie Unbroken, che raggiungerà le sale cinematografiche degli Stati Uniti nel giorno di Natale, mentre in Italia sarà disponibile solo dal 29 gennaio 2015. Prodotto dalla Universal Pictures, Unbroken è l’adattamento cinematografico del libro best seller di Laura Hillenbrand del 2010, in Italia edito col titolo Sono ancora un uomo. Una storia epica di resistenza e coraggio: protagonista del romanzo è il corridore olimpico ed eroe di guerra italo-americano Louis Zamperini (interpretato dal giovane attore Jack O’Connell), che dopo un incidente aereo riuscì a sopravvivere ben 47 giorni in un canotto di salvataggio, prima di finire finire prigioniero di guerra in Giappone. Già presentato in anteprima a Berlino, Unbroken è un film destinato a far discutere e ad attirare l’attenzione dei media, non solo per la presenza della Jolie dietro la macchina da presa, per la seconda volta nella sua carriera dopo il film del 2011 In the Land of Blood and Honey. Il connubio con i Coldplay gioverà certamente alla popolarità della pellicola.
Il brano scritto ed inciso da Chris Martin e soci si intitola Miracles: per i più curiosi è già disponibile una breve anteprima nello spot del canale di Sky UK dedicato ai film di Natale, Sky Movies Christmas. Ecco la clip.
Il brano appare destinato ad un enorme successo grazie all’arrangiamento imponente che già si intuisce dall’anteprima negli spot di Sky. Per questo non è escluso che con Miracles i Coldplay riescano a conquistare una nominaton per la prossima edizione dei premi Oscar nella sezione dedicata alla migliore canzone originale per una colonna sonora (“Best Original Song”): le candidature saranno annunciate il prossimo gennaio.
http://www.optimaitalia.com/blog/2014/11/30/coldplay-colonna-sonora-di-unbroken-di-angelina-jolie-lanteprima-dellinedito-miracles/177244

Trapelano in rete cinque film Sony, il leak forse collegato ai Nord Coreani

La settimana scorsa la Sony Pictures è stata colpita da un terribile attacco hacker che ha paralizzato gli uffici della compagnia a Los Angeles, New York e nel resto del mondo per due giorni. Le indagini per chiarire cosa è accaduto (e chi ci sia dietro all’organizzazione soprannominatasi “Guardiani della Pace”) sono ancora in corso, ma nel frattempo sembra che gli hacker abbiano colpito nuovamente pubblicando online diversi film della major.
Il primo a uscire in rete, tre settimane prima della release nei cinema americani, è stato Annie, ma oggi Torrent Freak segnala che sono disponibili copie degli screener di Fury (uscito a metà ottobre negli USA), Mr. Turner, Still Alice (entrambi in uscita a fine mese) e To Write Love on Her Arms (in uscita a marzo 2015). Apparentemente un portavoce dell’organizzazione ha mandato una email alla stampa rivendicando la paternità del leak – anche se non è ancora stata confermata l’autorevolezza di tale fonte. Il giorno prima un sito controllato dal governo della Corea del Nord ha minacciato di “Punire” i realizzatori della commedia The Interview – nella quale Seth Rogen e James Franco devono uccidere il dittatore Kim Jong-Un – e gli investigatori non escludono che dietro agli attacchi hacker possa esserci proprio il governo nordcoreano.
I film trapelati in rete per ora sono cinque, ma è possibile che il leak si estenda ad altri titoli o ulteriore materiale nelle prossime settimane. Stando a quanto riporta TorrentFreak, Fury è stato scaricato da 880mila persone negli ultimi due giorni. Annie è stato scaricato solo da 184mila persone, l’idea è che un leak così anticipato del musical non avrà un grande impatto sugli incassi perché il target del film – principalmente famiglie – tende a non scaricare illegalmente.
http://www.badtaste.it/2014/11/30/trapelano-in-rete-film-sony-leak-forse-collegato-nord-coreani/107440/

Madonna: leak online di due nuovi brani 'Rebel heart' e 'Wash All Over Me'

Come è ormai tradizione consolidata - per modo di dire - è arrivato un bel leak online anche per Madonna, che è al lavoro su un nuovo attesissimo album. I pezzi sfuggiti alle maglie dell'entourage della regina del pop sarebbero intitolato "Rebel heart" e "Wash All Over Me" e sono finiti online da alcune ore.
Il fatto che il manager di Madonna Guy Oseary abbia twittato a riguardo della cosa, fa ragionevolmente intendere che si tratta di un leak vero e non di un fake, come a volte accade. "Sarò grato a tutti i fan di Madonna che possono aiutarci a trovare i responsabili di questo leak", ha scritto.
I due pezzi, anche se demo, sono bellissimi, potete ascoltarli quì sotto.


http://www.rockol.it/news-640107/madonna-leak-del-nuovo-brano-rebel-heart

Romain Duris: “Vi piaccio anche travestito da donna?”

Il protagonista di "Une nouvelle amie", sex symbol d’Oltralpe, rischia tutto e recita in gonna e tacchi a spillo. Tra la prova d’attore e i ricordi. Di quando la sorellina lo truccava come una bambola
«La ceretta? Mai più. Per fortuna la mia compagna non si lamenta dei miei peli. Ora però l’apprezzo di più quando è lei a sacrificarsi. Deve davvero amarmi». Romain Duris non ha dubbi su cosa l’abbia fatto soffrire di più durante la lavorazione di Une nouvelle amie, il suo film appena uscito in Francia.
Ispirato all’omonimo racconto della scrittrice inglese Ruth Rendell, racconta la storia di un giovane padre rimasto vedovo che fa una curiosa scoperta: travestirsi da donna lo aiuta a uscire dalla depressione. Il suo segreto viene scoperto casualmente dalla migliore amica della moglie, con cui inizia un ambiguo rapporto di complicità. Gli echi sono da film di Pedro Almodóvar, ma la regia è del maestro francese François Ozon.
Per Romain Duris - quarant’anni di cui la metà spesi interpretando alcuni dei maggiori successi del cinema francese (Tutti i battiti del mio cuore, Il truffacuori, Tutti pazzi per Rose, Mood Indigo) - si tratta di una grande sfida. E non solo perché rischia di perdere appeal presso il pubblico femminile. «Quando si interpreta un travestito il rischio di creare una macchietta è alto. Non sai fino a che punto puoi spingerti, il flop è dietro l’angolo».
Per entrare letteralmente nei panni di una donna, ha perso svariati chili. «Sono sempre stato magro, ma mi sono comunque messo a dieta. Ci tenevo a far vedere che ho delle belle gambe». A osservarlo da vicino, in questa stanza dell’Intercontinental di Toronto, si fatica a immaginarlo “al femminile”. L’eleganza del suo abito nero si scontra con quel classico fascino da parigino trasandato, capelli lunghi e barba di qualche giorno.
In Francia lo scorso anno le proteste contro la legge che stava per autorizzare i matrimoni gay sono state lunghe e hanno coinvolto migliaia di persone. 
Non pensavo ci fossero così tanti reazionari. Proprio per questo però sono ancora più contento di aver accettato la parte.
Aveva mai pensato che un giorno si sarebbe vestito da donna? 
Quando ero piccolo, ogni tanto mia sorella si divertiva a truccarmi. Mi trattava come la sua bambolina e io glielo lasciavo fare. A raccontarlo ora può sembrare una storia un po’ inquietante, ma non ha avuto conseguenze sulla mia identità sessuale, almeno non che io sappia...
Lei è arrivato alla recitazione quasi per caso, fermato per strada davanti al liceo da quello che sarebbe diventato il suo regista feticcio, Cédric Klapisch, con cui ha girato sei film, tra cui L’appartamento spagnolo...
Sì, ma forse già mi piaceva stare al centro dell’attenzione. Non a caso, prima del cinema, mi ero cimentato come pittore esponendo i miei quadri e suonavo da batterista in una band che avevo fondato. Mi ritengo timido, ma i fatti sembrerebbero dimostrare il contrario.
A parte il dolore della ceretta, che cos’altro ha scoperto del mondo femminile? 
Che camminare sui tacchi è veramente stancante. Adesso posso capire quando la mia compagna (l’attrice Olivia Bonamy, da cui ha avuto due bambini, ndr) - se di sera stiamo passeggiando - ogni tanto mi chiede di fermarsi per poter riprendere fiato. Avevo sempre pensato che fosse una scusa banale per farmi prendere un taxi...
Per il ruolo di Une nouvelle amie si è ispirato a qualche diva in particolare? 
Ho pensato a donne forti. Il mio punto di riferimento è stata la Julia Roberts di Pretty Woman, ma per certi versi anche Marilyn Monroe e la Charlize Theron della spot della Martini, quando le rimane il vestito impigliato nella sedia e continua comunque a camminare per raggiungere l’uomo di cui si è invaghita.
Per quale altro ruolo aveva operato uno stravolgimento così radicale di se stesso? 
Per L’appartamento spagnolo. All’epoca avevo meno esperienza sul set e trovai difficile interpretare un ragazzo che aveva messo da parte i propri sogni in nome di una vita tranquilla. Non lo capivo: io, al contrario, avevo sempre inseguito le mie passioni... Ancora oggi mi fermano dei giovani e mi dicono che, se hanno deciso di studiare all’estero con il programma Erasmus, è stato anche grazie a quel film. Lo girammo con un budget bassissimo, ma ha contribuito a segnare una generazione. E ne sono fiero. Se continuo a fare l’attore è per togliermi soddisfazioni come questa.
http://www.iodonna.it/personaggi/interviste/2014/romain-duris-ozon-intervista-49-50122790649.shtml

Carmen Consoli - Anteprima video "L'abitudine di tornare"

Coldplay, il video interattivo di “Ink” è magico

Un viaggiatore alla ricerca del suo amore perduto. E’ questa la trama del video del singolo dei Coldplay ‘Ink’ che lascia allo spettatore la libertà di costruire la propria avventura scegliendo (in tempo reale) tra 300 percorsi possibili. Come? Cliccando su determinate immagini si ha la possibilità di scoprire un certo scenario piuttosto che un altro, ma in tutte l’uomo continuerà a cercare la donna che ha perso. Vi sembrerà quasi di scivolare dentro un sogno ipnotico, cullato dalla melodia della voce di Chris Martin. Il video è stato realizzato dall’agenzia di Los Angeles Blind, in collaborazione con la digital media company Interlude.

Madonna nella sua Malawi per beneficenza: gli scatti su Instagram

La popstar ha trascorso il Thanksgiving in Malawi, paese d'origine dei suoi figli adottivi David e Mercy. Madonna ha inaugurato il reparto di pediatria dell'ospedale Queen Elisabeth di Blantyre e ha postato su Instagram le foto dei medici e dei piccoli pazienti in cura nel centro.










http://www.repubblica.it/spettacoli/people/2014/11/28/foto/madonna_in_malawi_per_beneficenza_gli_scatti_su_instagram-101649732/1/#1

Carmen Consoli: L'abitudine di tornare

Dal 28 novembre, il nuovo singolo della cantautrice. Potente come una favola
Nell'era della musica in cui se fuori scena per un po', sparisci, con Carmen Consoli il destino più comune fa eccezione. Nel suoi circa quattro anni di assenza, il sentimento ricorrente nei suoi confronti è stata la mancanza. "L'abitudine di tornare", titolo che pare ironico dopo così tanto tempo senza le sue canzoni, è la storia di un grande classico.
È il racconto di una donna che richiama l'uomo alle sue responsabilità. Quelle di un marito e padre che occupa due sentieri d'amore senza sceglierne nessuno concretamente. La donna, com'è solito raccontarla Carmen, è cruda, sincera, schiava d'amore ma anche una donna forte che sussurra invece di urlare.
Le parole del brano sembrano inespresse, pensieri brucianti dell'omertà. La sopportazione di chi subisce le vite parallele di un uomo che ama, rimanendo in silenzio. Aprendosi nel cuore ferite interiori per lo più inguaribili.
La copertina disegnata dedicata a "Il meraviglioso Mago di Oz", tema che ripreso anche del videoclip ufficiale, ci riporta al potere delle donne, che hanno sempre nelle mani la soluzione giusta ai problemi di se stesse e degli altri, soprattutto. Sanno sempre la strada verso casa, senza esserne coscienti. Mai troppo consapevoli del loro enorme potere.
Lo spirito rock della cantantessa torna anche in questo brano, che ricorda un po' gli inizi, abbandona le sperimentazioni e cerca territori in cui è pienamente a suo agio. Chitarre suadenti, ipnotiche, una ritmica dal sapore vintage e quindi senza tempo. Un grande ritorno senza battere i pugni sul tavolo. Non l'ha mai fatto e non lo farà mai.
Carmen è splendida proprio per il suo innato spirito di sottrazione. Carmen appoggia i piedi nudi nello scenario musicale del 2014 (piuttosto cambiato dal 2010, oramai) e rimane fresca e interessante, espressiva e potente. Come una favola per adulti che sono rimasti bambini, dal sapore amaro ma (ci piace pensare) a lieto fine.

Il nuovo album è in arrivo il prossimo 20 gennaio 2015.

Le date del suo nuovo tour, nei palazzetti italiani:

9 aprile Porto San Giorgio (FM) - PalaSavelli
11 aprile Roma - Palalottomatica
13 aprile Milano - Mediolanum Forum
14 aprile Torino - Pala Alpitour
16 aprile Modena - PalaPanini
18 aprile Firenze - Nelson Mandela Forum
22 aprile Jesolo - Pala Arrex
24 aprile Rimini - 105 Stadium
27 aprile Bari - PalaFlorio
28 aprile Napoli - PalaPartenope
30 aprile Acireale (Ct) - Palasport Tupparello
http://www.panorama.it/musica/carmen-consoli-abitudine-tornare-ascolto-recensione/

JANE BIRKIN: «VOGLIO VINCERE LA PAURA»

Quando Jane Birkin mi viene incontro in un antico caffè di Roma, magrissima e leggera, con un sorriso triste sul viso senza trucco, dimentico l’inglesina trasgressiva che negli Anni 70 dava scandalo in coppia con il musicista maledetto Serge Gainsbourg cantando il brano Je t’aime moi non plus, tutto gemiti e allusioni sessuali. Non rivedo nemmeno la musa (spesso nuda) dei grandi registi né l’icona 
di stile che ha battezzato una celebre borsa sogno di Hermès con il suo nome. E tanto meno la mamma delle due star Charlotte Gainsbourg e Lou Doillon. La donna che ho davanti è una madre sopravvissuta alla propria figlia. Kate Barry, fotografa, nata dal primo matrimonio dell’attrice con il compositore John Barry, l’anno scorso è morta a 46 anni precipitando da una finestra del suo appartamento parigino. 
Era un’anima tormentata e tutti hanno pensato al suicidio. Non chiedo a Jane la conferma, ormai conta poco. «Mia figlia non c’è più da undici mesi e ancora non mi do pace», mi dice Birkin. «Quando è morta ho smesso 
di lavorare e ho continuato a girare a vuoto. Ora torno in scena, ma ho ancora paura del futuro».
Jane è nel pieno delle prove dello spettacolo teatrale Gainsbourg, poète majeur (“Gainsbourg, poeta maggiore”) in cui, insieme all’attore Michel Piccoli, legge i testi dell’ex compagno scomparso nel 1991. Dopo una breve tournée in Francia, sarà a Perugia il 21 dicembre. «Sono tornata a lavorare per cercare di superare il dolore», racconta. L’attrice compirà 68 anni il 14 dicembre. Non li dimostra: il fisico minuto le conferisce un’eleganza senza età. Il viaggio a Roma è il primo che fa in aereo dopo la tragedia. «Sono felice di avercela fatta», dice sorridendo prima di parlarmi della sua vita, dei suoi amori, delle sue sfide e delle due figlie attrici, Charlotte nata nel 1971 dal suo legame con Serge, e Lou, 32 anni, frutto del rapporto ormai finito con il regista Jacques Doillon. Jane indossa un paio di pantaloni neri Yves Saint Laurent  («Pensi, sono 
di 45 anni fa»), una camicia bianca e scarpe basse.
Al braccio ha una “Birkin” nera, ma l’ha sdrammatizzata con adesivi colorati e ciondoli. Mentre condivide con me i suoi sentimenti più intimi, sorride con delicatezza. E io faccio fatica a non prenderle la mano quando le racconto di essere rimasta colpita qualche settimana fa dalla mostra Actrices, che raccoglieva le foto scattate da Kate ed era allestita con amore dalla sua amica Aline Arlettaz. «Ha visto che bei ritratti?», mi fa Jane. «Mia figlia era eccezionale».
Che cosa, soprattutto, ricorda di lei?
«La sua capacità di essere buffa. E la sua umanità. Coglieva l’anima delle persone, non si limitava a fotografarle. Ma ci ha lasciato anche dei magnifici paesaggi che rivelano tutta la sua solitudine e le sue angosce. Li ho in casa e sono felice di vederli ogni giorno, mi sembra di continuare a parlare con Kate».
Chi l’ha sostenuta in questi ultimi mesi?
«Le persone che mi sono più care: le mie due figlie, mio fratello e mia sorella che prendevano il treno quasi ogni giorno da Londra per starmi vicina. E tanti amici. Non sono mai stata sola, per fortuna».
Serge Gainsbourg è ancora una presenza?
«Sì, e non solo perché abbiamo avuto una grande storia d’amore e condiviso tanti successi come Je t’aime moi non plus. Nel 1969 il nostro disco venne proibito dappertutto e veniva venduto di nascosto, infilato nelle copertine della Callas.  Serge è stato un genio che ispira ancora tanti artisti. Altro che provocatore. Mi piace ricordarlo come un uomo divertentissimo che adorava fare scherzi atroci».
Davvero? Ricordiamo tutti la sua aria sempre sdegnata.
«Una volta simulò un attacco cardiaco, fu ricoverato in ospedale e in sala operatoria si rialzò con uno sberleffo. Lui era così. Per Charlotte e la stessa Kate è stato un padre bizzarro e magnifico».
Lei era consapevole, quarant’anni fa, di dare scandalo?
«Non me ne rendevo conto e tutto sommato me ne fregavo. Ero appena sbarcata a Parigi da Londra, per me era tutto nuovo e bellissimo. Ero innamorata pazza di Gainsbourg: mio marito John Barry se n’era andato con un’altra e Serge fu il primo a trovarmi carina».
Che cosa le resta del passato?
«Le mie figlie. E i nipoti: il primo, Roman, mi ha reso nonna a nemmeno quarant’anni. E dei sessanta film che ho girato, ne salvo appena una decina a cominciare da Blow up di Michelangelo Antonioni».
È orgogliosa della carriera di Charlotte e Lou?
«Ho un’ammirazione folle per loro, io non sono stata tanto dotata. Lou è anche brava a cantare ha inciso il secondo album: semplicemente fenomenale. Charlotte è la migliore attrice della sua generazione, ha un talento conturbante. Si è appena trasferita a New York con i figli: non se l’è sentita di rimanere a Parigi dove tutto continua a parlarle della sorella scomparsa».
L’amore è stato importante nella sua vita?
«Moltissimo. Ho vissuto delle belle storie e ho ancora buoni rapporti con i miei ex. Soprattutto con lo scrittore Olivier Rolin, che dopo la fine della nostra relazione è diventato uno dei miei migliori amici». D’improvviso squilla il telefono e dall’altra parte c’è proprio Olivier e Jane gli chiede di richiamare.
Il cinema le manca? 
«Nemmeno un po’. Ho messo piede sul set per l’ultima volta nel 2009 per girare il film Questione di punti di vista, accanto a Sergio Castellitto. È passato troppo tempo, oggi avrei paura di recitare. Il cinema non è più il mio mondo».
Il momento più bello della sua vita?
«Non vorrei sembrare banale, ma penso alla nascita delle mie figlie. Tutte e tre le volte ho vissuto la maternità come un miracolo».
Ricorrerebbe al bisturi per ringiovanire?
«Non condanno chi lo fa, ma io non ne avrei il coraggio. Sarei terrorizzata all’idea di finire sfigurata per errore. L’età non mi ha mai angosciata, ho sempre accettato con serenità l’idea d’invecchiare. A farmi paura, semmai, è il rischio di non essere autosufficiente. Non potrei sopportare il pensiero di dipendere dagli altri».
Che cos’è, per lei, lo stile?
«Mettersi addosso il meno possibile. Per questo penso di avere un’eleganza “pigra”. E mi è sempre piaciuto vestirmi da ragazzo, con quello che capita. I tacchi? Non so che cosa siano».
Com’è nata la borsa che porta il suo nome?
«Trent’anni fa, a bordo di un volo Parigi-Londra, incontrai Jean-Louis Dumas, il presidente della maison Hermès e gli manifestai il mio desiderio di avere 
una borsa comoda e femminile per il week end. Lui mi rispose: “Disegnala tu”. Non potevo mai immaginare che avrebbe avuto tanto successo. Una volta, a New York, mi presentano un tipo. Dico: “Piacere, Jane Birkin”. E quello: “Ma si chiama come la borsa?”».
Con questa nota un po’ frivola si conclude la nostra conversazione. Jane sorride, ma un velo di tristezza non l’abbandona. «Mi scusi se le ho parlato tanto di Kate, sono ossessionata dal suo ricordo», dice salutandomi. Il suo dolore lancinante ma composto mi rimarrà impresso per un bel pezzo. Il tempo è la migliore medicina, si dice sempre, e le auguro di cuore di riconquistare un po’ di serenità. 
Ha seminato tanto amore, sono convinta che non sarà mai sola.
http://www.grazia.it/magazine/interviste/Jane-Birkin-Voglio-vincere-la-paura

Coldplay, il video di "Ink" lo scelgono i fan

La clip era l'unica assente nel DVD "Ghosts Story Live 2014" publicato il 24 novembre. La band inglese stava preparando una sorpresa per i suoi fedelissimi: collegandosi al sito ufficiale, ognuno può personalizzare la storia
Quando i Coldplay hanno lanciato il DVD Ghosts Stories Live 2014, con la raccolta di tutti i video girati per le tracce dell'omonimo album, l'assenza della clip per il brano Ink è saltata all'occhio di tutti. Ora sappiamo perchè. La band britannica stava lavorando a una sorpresa per i suoi fan: hanno creato un video interattivo che permette agli utenti, una volta collegatisi al sito ufficiale del gruppo, di personalizzare il racconto animato pensato per Ink. Il protagonista è un viaggiatore che percorre gli estremi del mondo alla ricerca del suo amore perduto.
Le scelte fatte dai fan modificano il video in tempo reale con il risultato che si possono creare fino a 300 storie diverse. Chris Martin e i suoi hanno pensato di presentare il viaggiatore sulla riva di una spiaggia: a questo punto, sui primi accordi della canzone, lo spettatore può decidere se far raccogliere all'uomo un coltellino tascabile, un temperino, una bussola o un pennello. Naturalmente a ciascuna scelta seguirà uno scenario diverso, ma che vedrà sempre il viaggiatore alla ricerca del suo grande amore. Indipendentemente dalla scelta fatta, l'idea è stata realizzata in modo che i momenti cruciali del testo della canzone leghino con le immagini. Così, proprio quando sentiamo la voce di Chris Martin intonare: "Vedo le tue stelle che iniziano a splendere", l'immagine si concentra sullo spazio visto da un telescopio.
Il brano Ink è tratto dall'ultimo album dei Coldplay Ghost Stories, e questo video arriva subito dopo la pubblicazione (lunedì 24 novembre) del DVD con la raccolta dei live della band. Il DVD è stato descritto come una "rappresentazione visiva" del disco. Ghosts Stories Live 2014 è stato registrato in un anfiteatro costruito appositamente per la band, ai Sony Studios di Los Angeles.
http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2014/11/27/news/coldplay-101543349/

Un corposo volume ripercorrerà la carriera artistica di Björk

Björk è alle prese con la realizzazione di un libro che ripercorre la sua carriera artistica.
"Björk: Archives" è il titolo del corposo volume in uscita il 30 marzo 2015 per Thames and Hudson, proprio in concomitanza con la grande retrospettiva che il MoMA di New York ha deciso di dedicarle.
Il libro racconterà il percorso artistico dell’artista islandese sin dal 1993 ("Debut" il primo album solista) e con diversi contributi: poesie, testi filosofici, fotografie, analisi accademiche. La stessa Bjork ha supervisionato l'intero lavoro insieme al contributo di amici e collaboratori: i registi Chris Cunningham e Spike Jones, il poeta islandese Sjón, il professore di musicologia Nicola Dibben e il curatore del MoMA Klaus Biesenbach, che si occuperà dell’introduzione.
Inoltre, saranno inclusi ritratti realizzati dai fotografi Nan Goldin, Juergen Teller, Inez & Vinoodh and Araki, così come molte immagini degli iconici abiti indossati dalla performer e disegnati per lei da Alexander McQueen, Sophia Kokosalaki, Hussein Chalayan.
Nel frattempo, Björk è anche impegnata con la realizzazione del suo prossimo album insieme al co- producer Aejandro Ghersi a.k.a. Arca.
http://www.ondarock.it/news.php?id=3552

Band Aid 30, le polemiche: interviene Sinéad O'Connor. Guetta per il remix

Mentre continuano le polemiche e le prese di distanza dall'operazione Band Aid 30 - "Do they know it's Christmas?", e dopo che Bob Geldof, promotore dell'iniziativa, ha sbrigativamente commentato "sono tutte stronzate", interviene a modo suo Sinéad O'Connor, che, come si sa, non è una che le manda a dire (e alla registrazione della canzone ha preso parte).
Richiesta di un parere dai tabloid britannici, la cantante irlandese ha dichiarato:
"Penso che dovrebbero tutti chiudere il becco. Se non gli stava bene il testo della canzone non dovevano venirla a cantare. L'accusa di "autocompiacimento" da parte di Lily Allen è una forma di autocompiacimento da parte sua. E l'assunto secondo il quale chi ha partecipato al progetto non ha anche fatto una donazione in denaro è, appunto, un assunto" (Lily Allen ha fatto sapere che lei avrebbe devoluto una somma alla ricerca sul virus Ebola). E a proposito delle accuse di Damon Albarn, secondo le quali nel progetto c'è una componente paternalistica? "Che cazzo me ne frega di quello che pensa Damon Albarn!" ha risposto Sinéad O'Connor. Intanto Bob Geldof ha fatto sapere di aver contattato David Guetta perché prepari un remix dance del singolo, ricevendone come risposta un "Sì, perché no?".
http://www.rockol.it/news-640041/band-aid-30-polemiche-parla-sinead-o-connor-guetta-remix#

Ferguson, protesta dei Vip sul web, da Cher a Magic Johnson: «Non è stata fatta giustizia»

Diversi vip hanno espresso tristezza, frustrazione e delusione sui social media dopo la decisione del Gran giurì di non incriminare il poliziotto che uccise il 18enne afroamericano Mike Brown.
Chris Brown. «Non ci vogliono 100 giorni per decidere se un omicidio è un crimine, ci vogliono 100 giorni per capire come dirlo alle persone», è il tweet di Chris Brown.
Katherine Heigl. «Il mio cuore e la mia solidarietà vanno alla famiglia di Michael Brown. Le loro parole e azioni sono notevoli considerando il loro dolore», scrive l'attrice Katherine Heigl.
Cher. Cher denuncia a sua volta la decisione dei giurati sostenendo «che bisogna proteggere giovani afroamericani», ma non senza prendere le distanze dalle violenze che sono seguite.
Magic Johnson. «La violenza non èla risposta». Per Magic Johnson, ex star del basket Nba, «non è stata fatta giustizia. Dobbiamo lavorare insieme per fermare la perdita inutile di giovani uomini neri».
Christiane Taubira. Duro attacco anche del ministro francese della Giustizia, Christiane Taubira.«Quanti anni aveva Michael Brown? 18 anni. Trayvon Martin? 17. Tamir Rice? 12. Quanti anni avrà il prossimo? 12 mesi?», si chiede amaramente Taubira,in un tweet. La ministra socialista cita quindi Bob Marley: «Kill them before they grow» (Uccideteli prima che crescano), nel suo celebre pezzo 'I shot the sheriff'.
http://www.ilmattino.it/PRIMOPIANO/ESTERI/ferguson-protesta-vip-web-cher-magic-johnson/notizie/1031400.shtml

Scally!

Scallie or Scally, is also short for Scallywag, a term used as a name of a UK subculture of working class youth who had adopted a street fashion including the wearing of branded sportswear often with a baseball cap and with a hoodie worn down, not covering the face.
After negative press coverage the term became a derogative and associated with hooliganism and crime.
The word's origins lie in the Irish language. It is short for scallywag, which comes from an old Irish word for drudge or farmservant – sgaileog. It is a word which appears to be in common use within towns that have historic Irish communities, for example Knowsley, Liverpool, Manchester, Salford, St. Helens and Warrington. In Liverpool it is sometimes abbreviated to "scall". As one leaves the industrial belt of the Mersey and Irwell valleys the word appears to have been replaced by chav.
Scalie also skellie is 18th and 19th century Scots and means squinting, squint-eyed or lop-sided, awry. In the 20th century it could mean an error, going astray.
Although the adoration of brand name clothing stems from the Northern Soul scene, it is generally regarded that the first scallies were supporters of Liverpool F.C. who stood on the Anfield Road terrace end of their football stadium. The earliest occurrence of this new fashion trend was evident in the spring of 1977 where Adidas Samba footwear and Adidas t-shirts became en vogue with the Liverpool youth.
By the August 1977 Charity Shield game between Liverpool and Manchester United, Liverpool and Manchester United fans were noticeable with their new look - compared to Londoners who still dressed in the typical airwear 1970s look accompanied by wearing the respective colours of their teams.
By the 1980s, the 'Liverpool look' (it was rarely called scally back then) went overground and its 'look' was fed by travelling football fans who returned from Everton and Liverpool games in Europe with designer sports goods.
During the 1980s the TV character Damon Grant from Brookside came to epitomise the scally of this era.
The 1990s saw a pivotal change in the characteristics of the scally with national re-invention through the comedy sketches by Harry Enfield. His tracksuit-wearing characters "the Scousers", with their phrases such as "calm down, calm down!" and "eh, eh, eh!", gave the scally a perhaps unwelcome national media exposure that, ironically, the Liverpool youth began to imitate.
The decade also saw footballers merge into the popular culture scene and sporting stars like Robbie Fowler and Steve McManaman were oft labelled by the British media as being scally characters as well as Spice Boys, lending the term an air of innuendo and hedonism.
Liverpool comedian Keith Carter's scally character Nige was the subject of a BBC Three television series produced by Steve Coogan's Baby Cow company.
In January 2008, Liverpool's opening Capital of Culture event featured an appearance by Riuven, a Scally rapper, whose songs reflect many aspects of scally life, notably pot smoking. Like The Streets, Riuven treads a fine line between reality and parody.

Lana Del Rey: non mi interessa reinventarmi

La cantante sembra aver intrapreso una nuova direzione musicale con "Ultraviolence", ma nega una volontà di cambiamento
Lana Del Rey: non ho mai provato a reinventarmi. La 29enne cantante sembra aver preso una nuova direzione dal punto di vista sonoro con la pubblicazione di “Ultraviolence”. Ma Lana insiste nel non aver mai voluto prendere una strada diversa nella sua carriera: “Non ho mai sentito la necessità di cambiare o di reinventarmi – rivela nel corso di un'intervista con Maxim – Credo che questo sia solo in quello che pensa la gente, io mi sento assolutamente in continuità con tutta la mia musica e con tutti i video che ho realizzato fino a questo momento”. 
Cambiamenti. Gli unici veri cambiamenti apportati sembrano quelli di look ed in più particolare ai suoi capelli: ora bruni così come appare sulla copertina della rivista. Ed ora la Del Rey ammette che  anche il cambio di colore dei capelli sembra aver avuto uno strano effetto sulle persone: “Quando ho deciso di scurirmi i capelli ho avuto la sensazione che le persone abbiano cominciato a prendere più seriamente la mia musica. E se devo dirla tutta mi sembra una cosa piuttosto strana”. 
Il video incriminato. Negli ultimi giorni la cantante è stata protagonista anche di una notizia riguardante un video girato dal regista Eli Roth nel quale c'è una scena di stupro nei suoi confronti. Un girato che avrebbe visto anche il coinvolgimento del “Reverendo” Marilyn Manson, anche se il rocker ha dichiarato di non aver preso parte al progetto: “Manson non ha diretto, girato o fatto alcunché per il filmato in questione – ha riferito la sua portavoce Kathryn Frazier a Billboard – e non ha mai concesso la sua autorizzazione neanche per l'uso della sua musica”.
http://www.105.net/musicbiz/news/tipo/magazine/titolo/lana-del-rey-non-ho-mai-provato-a-reinventarmi

Obama premia Meryl Streep, Stevie Wonder e Isabel Allende

"Questo evento celebra ogni anno le personalità che hanno reso l'America più forte, più saggia, più bella e più umana". Così il presidente Barack Obama durante la cerimonia di consegna delle medaglie presidenziali della Libertà, la più alta onoreficenza civile negli Usa. Tra i 19 premiati, Meryl Streep, Stevie Wonder, Ethel Kennedy e Isabel Allende. Obama ha detto che il talento di Meryl Streep "è senza pari " e ha definito Stevie Wonder "un prodigio musicale" con un'umanità che può essere percepita in ogni sua nota. Le medaglie presidenziali della Libertà vengono assegnate ad individui che hanno offerto contributi di rilievo alla sicurezza nazionale, alla pace nel mondo e alla cultura.





http://www.lanazione.it/foto/obama-meryl-streep-steve-wonder-isabel-allende-1.432451#1

Into the Woods, parlano i protagonisti del film musical della Disney

Mancava soltanto Johnny Depp nella sala conferenze del Waldorf Astoria. Per il resto tutti i nomi importanti del nutrito cast di Into the Woods erano radunato a Manhattan per presentare il film.
Tratta dallo storico musical di Stephen Sondheim, questa trasposizione cinematografica segna il ritorno dietro la macchina da presa di Rob Marshall, il cui esordio al cinema proprio con un altro musical di successo quale fu Chicago gli fruttò la fama internazionale.
“Sondheim necessitava di un approccio diverso dal capolavoro di Bob Fosse - specifica subito il regista – in questo film i numeri musicali sono strettamente collegati con la messa in scena, le canzoni non sono scindibili da quello che vediamo sul grande schermo. Ho cercato di adoperare meno il montaggio e lasciare più spazio alla performance degli attori. Si tratta di numeri canori più specifici, senza particolari coreografie.” Anche visivamente infatti il film è molto diverso…”Con Dion Beebe, che considero uno dei più grandi direttori della fotografia contemporanei, abbiamo cercato di coniugare eleganza delle luci con un minimo di realismo che permettesse ai personaggi delle favole di essere più vicini al pubblico.”
La star più attesa della conferenza stampa non poteva che essere naturalmente Meryl Streep, davvero fantastica nel ruolo della strega al centro della vicenda: “Ricordo perfettamente quando andai a vedere Into The Woods a Broadway – esordisce l’attrice– Ho ancora impressa nella mente la grande prova di Bernadette Peters. Ho accettato il ruolo perché è impossibile non essere ammaliati dalla musica di Stephen Sondheim. Non cantavo dai tempi di Mamma Mia!, ho dovuto allenarmi seriamente per essere all’altezza della situazione.” James Corden, visto recentemente in Tutto può cambiare, ha grandi parole d’elogio per la Streep: “Quando arriva in una sala prove o sul set sa benissimo che gli occhi sono tutti puntati su di lei, e proprio per questo fa di tutto per mettere gli altri a loro agio. Serviva un grande lavoro di squadra per realizzare al meglio i numeri musicali, Meryl e gli altri membri del cast sono stati eccezionali per creare sintonia sul set. Io sono senza dubbio il nuovo arrivato, al quarto giorno di riprese pensavo che sarei stato sostituito da qualcuno di più importante. Non è stato così per fortuna, e alla fine penso abbiamo realizzato un bel musical.”
Moglie di Corden nel film è Emily Blunt, che proprio insieme a Meryl Streep ne Il diavolo veste Prada aveva trovato dieci anni fa il suo primo grande successo internazionale: “Come tutti gli altri attori scelti sono dovuta passare attraverso i provini, all’inizio ero molto spaventata. Mi piace l’idea che il personaggio che interpreto sia una donna assolutamente comune, con le proprie virtù e anche molte debolezze che espone nel corso della storia. Il suo desiderio di avere un figlio a tutti i costi le fa compiere delle scelte che moralmente non sono ineccepibili…” “Esatto – conferma la Streep – un altro lato del film che mi ha incuriosito è la prospettiva dei personaggi femminili. Quasi tutte sono madri che tentano di far avere il meglio ai propri figli, e sono disposte a tutto pur di assicurargli quella che credono sia loro la felicità.”
“E’ senza dubbio questo il mio approccio al ruolo della matrigna – esordisce una sublime caratterista come Christine Baranski – Mi trovato a Londra in una libreria specializzata nella famiglia reale, e ho pensato che in realtà è questo che vuole la matrigna di Cenerentola per le sue figlie: un principe che regali loro benessere e un futuro migliore di quanto possa lei mai immaginare. Con Meryl e Tracey Ullman ci conosciamo da una vita, siamo molto amiche anche fuori dal set, tutte abbiamo lavorato a Broadway. L’intesa è stata perfetta fin dalla preproduzione.”
“Anche se alla fine io ho avuto più scene con la mucca che con le mie amiche!” Scherza la Ullman meritandosi l’applauso della sala.
E infine c’erano anche Anna Kendrick e Chris Pine, protagonisti della favola più romantica, quella tra Cenerentola e il Principe. “Sondheim non ha descritto l’eroina nella maniera classica – afferma l’attrice – Soprattutto nel suo rapporto con il Principe è molto contemporanea, perché si lascia accecare dall’aspetto fisico per poi scoprire che in una storia d’amore serve anche altro. Trovo questo uno dei problemi maggiori dei giorni nostri, è tutto votato all’apparenza, mercificato dall’informazione, esposto all’ennesima potenza dai social media. E’ sintomatico come Cenerentola e il Principe nella messa in scena del film praticamente non si parlino mai…”
“E’ stato molto divertente interpretare un personaggio leggero, oserei dire monodimensionale – chiude Chris Pine - Ogni tanto fa bene non prendersi troppo sul serio. Quando il mio agente mi ha proposto di entrare a far parte del cast mi ci sono fiondato, poi ho lavorato molto con Rob Marshall nel salotto di casa sua per definire la psicologia non troppo complessa del Principe e soprattutto il tono delle canzoni. Impossibile non divertirsi con una parte e con colleghi del genere!”
In America Into the Woods sarà uno dei film che si contenderanno al botteghino gli incassi del Natale. L’attesa per il lavoro di Rob Marshall e del suo cast è decisamente alta…
In Italia potremo vederlo a partire dal 2 aprile 2015.

http://www.comingsoon.it/news/?source=cinema&key=38233

La premiere di My Old Lady con Meryl Streep, Glenn Close e Kevin Kline

Dopo essere stato presentato al Toronto Film Festival 2014 e la premiere a New York con la presenza di Meryl Streep e Glenn Close, My Old Lady approda nelle sale italiane e segna il debutto alla regia del drammaturgo e scenografo Israel Horovitz. La recensione.
Dopo tanti libri portati sul grande schermo ultimamente, è ora di uno spettacolo teatrale. My Old Lady, infatti, prima di diventare un film è stato un grande successo al Promenade Theater di New York e segna il debutto alla regia del drammaturgo e scenografo Israel Horovitz. Dopo essere stato presentato al Toronto Film Festival 2014 e la premiere a New York con la presenza di Meryl Streep, che ha indossato un abito blu con un disegno floreale, e Glenn Close, elegantissima in un completo giacca e pantaloni neri, il film arriva nelle sale italiane.
Nel film Horovitz ha semplificato alcuni aspetti, ma al tempo stesso ne ha ampliati altri. L'elemento fondamentale della storia, però, è il viager, una forma di vitalizio ipotecario molto usato in Francia e che guarda caso è applicato alla casa che Mathias Gold, newyorkese squattrinato, ha appena ereditato dal ricco padre, peccato che lui non ne abbia alcuna idea.
Mathias (Kevin Kline) non ha un soldo in tasca e non sa una parola di francese, la sua unica speranza è di vendere il lussuoso appartamento nella zona del Jardin du Luxembourg, ma quando arriva lì trova Mathilde, la fantastica Maggie Smith (aka la professoressa McGranitt di Harry Potter, o più recentemente la Contessa Madre di Grantham in Downton Abbey). Mathilde Girard è vedova ormai da tempo e vive nella grande casa con sua figlia Chloé, interpretata da Kristin Scott-Thomas.
É Mathilde che spiega a Mathias che l'appartamento è in realtà un viager, e che dunque, secondo la legge francese, dovrà attendere la morte dell'attuale inquilina per prenderne pienamente possesso, come se non bastasse in un viager l'acquirente paga un importo mensile al proprietario. Quindi, non solo Mathias non può vendere l'appartamento, ma si ritrova anche con un debito di 2400 euro mensili. Un debito che si aggiunge agli altri al di la dell'oceano.
Mathia è nei guai, è bloccato in una casa non sua, nella città che più odia perché gli ricorda i frequenti viaggi all'estero del padre e la tensione che questi provocavano tra lui e la madre. Bloccato in un posto in cui non voleva stare, scopre cose che era meglio non sapere, ma si sa le commedie iniziano male....ma finiscono bene. Una grande pièce teatrale, trasportata magistralmente sul grande schermo ed interpretata da dei grandi del cinema, insomma la ricetta perfetta.
Ma in ogni film ci vuole anche la giusta ambientazione e cosa c'è di meglio di Parigi. In My old Lady, il quartiere in cui si trova l'appartamento di Madame Girard e Chloé è il Marais, una zona centrale di Parigi, molto trafficato e caratterizzato da mille stradine tortuose, quindi il film è stato prevalentemente girato a La Manufacture, nel 13esimo arrondissement di Parigi, un vasto complesso con numerosi edifici ed appartamenti che storicamente erano l'area manifatturiera della tappezzeria, utilizzata dalla reggenza francese dal 17esimo secolo e presente ancora oggi.
Poiché la domanda di tappezzeria artigianale in Francia è diminuita drasticamente, La Manufacture oggi si presta bene a fungere da set per produzioni televisive e cinematografiche. In My old lady, è il set di Marais, zona centrale di Parigi, dove vivono Madame Girard e Chloé. Evitando il traffico di Marais e le sue mille stradine tortuose, Horovitz ha potuto ricostruire nella Manufacture la residenza dei Girard, con la sua magnifica vista sul verde.
http://styleandfashion.blogosfere.it/post/540234/my-old-lady-film-2014-la-premiere-con-meryl-streep-glenn-close-e-kevin-kline

Da domani in Italia Björk: Biophilia Live

Dopo il successo mondiale della proiezione cinematografica (solo in Italia è stato proiettato in 36 sale), domani 25 novembre esce l’acclamato concerto multidimensionale relativo all’ottavo album da studio di Björk (“Biophilia”).“Biophilia live” sarà disponibile nella versione cd+dvd e vinile e conterrà anche contenuti extra registrati al Miraikan Museum di Tokio.
Si tratta del live che Björk ha tenuto nel 2013 all’Alaxandra Palace (ultima tappa del suo tour) di Londra. In Italia il progetto esce per Carosello Records.
In questo live la poliedrica artista islandese è stata accompagnata da elementi visuali innovativi prodotti da creativi di tutto il mondo.
Presentato in anteprima al Tribeca Film Festival di New York, “Biophilia Live” è considerato dalla critica “Stupefacente” ed elogiato come “uno spettacolo accattivante di un’artista in continua evoluzione“.
La cantante nel live è affiancata da un coro femminile islandese e una varietà di strumenti che permetteranno divivere un’esperienza al di sopra della realtà, immersi in una natura abbagliante.”Biophilia live”, il culmine del lavoro nell’infinito viaggio della creatività  che rappresenta uno dei progetti musicali più originali di una generazione.
Diretto da Nick Fenton e Peter Strickland e prodotto da Jacqueline Edenbrow/Gloria Films, il film vede la presenza di video tratti da archivi storici di scienza e natura che sono strettamente pertinenti al concetto chiave dell’album Biophilia, cosi come tutte le animazioni.
http://www.myreviews.it/95397_esce-domani-italia-bjork-biophilia-live/#sthash.tpU0uOOZ.dpuf

The Color of Time Official Trailer #1 (2014) - Mila Kunis, James Franco

23 novembre: Auguri Vincent Cassel!

Vincent Crochon Cassel nato il 23 novembre 1966 a Parigi è figlio dell'attore Jean-Pierre Cassel e di una giornalista. Nato e cresciuto nel mitico quartiere parigino Montmartre, quello degli artisti, a diciassette anni ha la bella pensata di iscriversi a una scuola circense. Strano ma vero, il padre pur se attore si rifiutava di vederlo seguire le sue orme: "Piuttosto il circo", sembra dicesse.
Ma alla fine, nonostante i divieti del padre, la strada del cinema si apre. Nel 1991 fa solo una piccola comparsa in "Les clés du Paradis" di Philippe de Broca, ma solo due anni dopo, con il film "Meticcio" (1993) instaura il sodalizio artistico con Mathieu Kassovitz che lo porterà al successo internazionale.
Quando Kassovitz gira  "L'odio", Cassel riceve la nomination al César come miglior attore emergente. Da qual momento l'attore non avrà più problemi di lavoro.
Molto apprezzato anche ad Hollywood e dintorni, è stato protagonista di alcune importanti e costose pellicole, un bel po' distanti dalle produzioni di tipico stampo "europeo" a cui era abituato.
Con il suo connazionale Luc Besson ha invece partecipato al kolossal, sempre di marca hollywoodiana, "Giovanna d'Arco"; al suo fianco, Milla Jovovich.
Appare in diverse produzioni nazionali e internazionali, recitando spesso accanto alla moglie Monica Bellucci, conosciuta sul set di "L'appartamento" (1996) diretto da Gilles Mimouni.
Nel 2001 è protagonista della commedia di Jez Butterworth "Birthday Girl" accanto a Nicole Kidman e Mathieu Kassovitz.
Monica invece non c'è nella pellicola che Vincet Cassel lancia negli Stati Uniti: "Ocean's twelve", fantasioso titolo del seguito del fortunato "Ocean's eleven". Il cast da capogiro comprende George Clooney, Matt Damon, Brad Pitt e Andy Garcia. 
Tra gli ultimi film interpretati ci sono "Nemico pubblico N. 1 - L'istinto di morte" e "Nemico pubblico N. 1 - L'ora della fuga", che raccontano la storia vera del gangster francese Jacques Mesrine, ispirato al romanzo autobiografico che lo stesso Mesrine ha scritto dal carcere poco prima della sua clamorosa evasione.
Successivamente escono i film "Il cigno nero" (Black Swan, 2010) e "A Dangerous Method" (2011, di David Cronenberg). Alla fine del mese di agosto 2013 Monica Bellucci, che con Cassel ha avuto due bambinie, Deva e Leonie, fa sapere ai giornali che lei e il marito hanno deciso di separarsi.
http://www.gdp.ch/rubriche/il-personaggio-nato-oggi/23-novembre-vincent-cassel-id50242.html

Le doti canore di Meryl Streep nella nuova featurette di Into the Woods

Ecco la seconda featurette dedicata a Into the Woods, il film di Rob Marshall tratto dal celebre musical, in arrivo a Natale negli USA e a Pasqua in Italia.
Il film vede attori del calibro di Meryl Streep, Anna Kendrick, Johnny Depp, Chris Pine ed Emily Blunt nei panni dei personaggi delle fiabe più famose al mondo (molte delle quali dei Fratelli Grimm), ed è basato sull’opera di Stephen Sondheim e James Lapine.
http://www.badtaste.it/2014/11/22/doti-canore-meryl-streep-nuova-featurette-into-the-woods/106398/

Storia della cultura Skinhead

Raccontare la verità sugli skinheads è un fatto ke mi sta estremamente a cuore in quanto quest'ultimi sono vittime di una discriminazione causata dai media.
La gente di solito quando si parla di skinhead pensa a un ragazzo razzista, di idee neo naziste, con la testa rasata. In realtà skinhead non si gnifica questo.
Le origini del movimento skinheads vanno ricercate nel lontano '69 (data arbitraria con cui si usa identificare la nascita delle prime comunità skin), nel proletariato inglese.
La testa rasata e gli scarponi, derivano da un vero bisogno che nasce sulle banchine dei porti, i lavoratori necessitavano della resistenza che solo dei buoni "boots" possono dare e la testa rasata era una precauzione contro i pidocchi causati dalle scarse condizioni igieniche della classe proletaira.
Alle radici del movimento skinhead troviamo due realtà: quella dei Rude Boys e quella i Mods. Entrambi figli del proletariato, i primi erano i figli degli immigrati Jamaicani, persone scure di pelle, usavano tenere i capelli molto corti (mai rasati) e la loro cultura musicale li portava ad apprezzare i ritmi Ska, Reggae e Rocksteady. I Rude Boys usavano bretelle (ke sono diventati in seguito parte dell'abbigliamento skinhead) ed erano generalmente apolitici, ma sicuramente a favore dell'integrazione razziale; i mods erano i figli dei proletari inglesi la loro caratteristica è ke curano molto lo "stile" e pur andando contro la società non si estraniano da questa, in definitiva i mods sono perfettamente integrati nella società. I mods usavano girare nei sobborghi con eccentrici scooter (di piccola cilindrata).
I lavoratori con le teste rasate dopo una dura giornata di lavoro, indossavano i loro abiti migliore e invadevano i locali jamaicani in cui si suonavano appunto i ritmi caraibici: ska e reggae su tutti!
Nell'estate del '69 si ha l'apice di questa prima aggregazione di skins denominati "Trojan Skins" caratterizzati da una cultura musicale del tutto caraibica. Con il passere degli anni questa prima generazione si è un po' persa, con l'età i capelli sono cresciuti e i primi trojans hanno messo su famiglia.
Alla fine degli anni '70, il mondo assiste alla nascita del Punk Rock ed è con ciò che assistiamo alla resurresione della cultura skinhead, il punk diventa la voce del nuovo popolo skin e nasce una nuova sorta di branchia del punk... l'OI! (il termine oi, d'ora in poi identifichera la musica degli skins e deriva dal dialetto londinese e significa un sorta di "hey tu"). Il suono dell'OI! è quello della musica punk con alcune differenze: è più incazzato, ricco di cori, tutti basato sulla protesta con la società e contro il razzismo i cui testi raccontano fatti di vita reale! 
Nascono allora grandissimi gruppi come i Sham 69 (considerati i capostipiti) e i 4 Skins... mentre in italia a Bologna assistiamo alla nascita dei mitici Nabat (tra l'altro amici dei Sham 69!).
In questo periodo assistiamo anche ad una ondata molto violenza di giovani che adottano il look skinhead e portano il loro amore per il calcio al fanatismo, assistiamo infatti all'ondata degli hooligans.
In questi anni i vari partiti della nuova destra inglese come British Nazi Party, British Movement, National Front e altre organizzazione razziste minori iniziano a reclutare giovani dai raduni skinheads e nasce quella piaga che sono i Boneheads (conosciuti piu genralmente come Naziskin).
Anke una piccola parte della scena Oi! fu influenzata da questa piaga neo nazista facendo musica ke però si discosta abbastanza dal punk e si avvicina molto alle sonorità metal, a seguito di questo molti skin ritornano alle loro origini caratterizzate dai ritmi caraibici...i Trojan Skins.
Tengo a precisare che i Boneheads sono solo una minoranza anke se i media ci hanno insegnato ke dire skinhead equivale a dire naziskin.....
I gruppi di skins razzisti: Boneheads e Hammerskins rifiutano la "vera" cultura skin nata dall'influenza dei neri jamaicani. Molti boneheads si aggregano a questo movimento senza nemmeno conoscere le origini degli skin, ma solo per le loro idee razziste. Un anneddoto interessante sull'ignoranza di queste persone è il fatto ke indossano la Fred Perry, che è un idumento caratteristico dell'abbigliamento skin, non tutti sanno pero ke il signor Perry era un ebreo....
Come sorta di conseguenza alla nascita delle prime fazioni di skin razzisti e quindi con le prime divisioni nascono alcune importante aggregazioni skinheads. Sebbene esistono dirversi tipi di skinheads io credo ke prima di tutto uno sia una persona sia Skinhead...altre cose come l'appartenenza a un partito politico vengono in secondo piano...gli skins sono prima di tutto apolitici, la politica con ha una grande influenza nella vita di uno skin, la cosa piu importante per uno skinhead è essere tale! L'unità degli skins è nell'orgoglio di appartenenza alla "working class", la politica e la razza con centra nulla con tutto questo.
Un'importante gruppo anti-razzista è conosciuto come SHARP. Verso la fine degli anni '80 un gruppo di skinheads si unisce insieme a scrivere il primo capitolo di "Skinheads Against Racial Prejudice". Gli sharps avevano principalmente tre obiettivi: educare la gente a proposito della cultura skinhead, mostrare cos'erano davvero i boneheads davanti agli occhi di tutti e quindi estraniarli dalle comunità skin.
Un'altro importante gruppo skinhead è il R.A.S.H. (Red & Anarchist SkinHeads), questa frangia è la più politicizzata frangia.

N.d.A: In definitiva tengo a dire che la cultura skinhead sebbene tendenzialmente apolitica sia sicuramente di stampo totalmente multirazziale e antifascista proprio a causa delle sue origini proletarie... in molti a partire dai mezzi di comunicazione fino ad arrivare alla nuova destra, tentano di storpiare l'immagine degli skinheads...è importante ke tutti sappiano la verità, combattete l'ignoranza.
Questo documento seppure breve racconta dei fatti storici che gran parte della gente non conosce io invito voi tutti a far circolare queste pagine, copiate pure tutto questo e inseritelo nei vostri siti fanzine e webzine...

Grazie, 
Aste
http://astemico.altervista.org/perle/skinhead.htm

Cher sta male, 22 concerti cancellati

La leggendaria cantante e attrice americana ha dovuto annullare gran parte degli spettacoli in programma nel 2015 per problemi di salute
Cher costretta a cancellare parte del tour per problemi di salute. Il “Dressed to Kill Tour” aveva restituito al mondo della musica una Cher apparentemente in forma perfetta, combattiva come sempre e desiderosa di tornare a far sentire la sua voce potente. Per la cantante e attrice premio Oscar, classe 1946, questa tournée doveva essere il suo sfarzoso e indimenticabile addio al palcoscenico, tuttavia, completata con successo la prima tranche della lunga staffetta live, aveva dovuto prendersi una pausa di riposo, un periodo nel quale è stata colpita da un'infezione che, secondo quando riferito dal suo entourage, avrebbe “effetto anche sulle sue funzioni renali”. La situazione attuale? “I suoi progressi sono stati consistenti nelle ultime due settimane, ma i dottori le hanno consigliato di prendersi più tempo per avere una completa e totale guarigione”. Saltano quindi le date che la cantante avrebbe dovuto tenere all’inizio del 2015, ma i concerti dovrebbero essere tutti riprogrammati non appena sarà possibile.
Il commento di Cher. E’ stata la stessa Cher a commentare questo momento difficile con un comunicato che ha commosso i fan: “In questo momento sono completamente devastata. Una cosa del genere non mi era mai capitata. Non riuscirò mai a scusarmi abbastanza con tutti i fan che hanno acquistato i biglietti per i miei spettacoli. Sono davvero orgogliosa dello show che avevo messo in piedi, credo che questa serie di concerti siano stati i migliori della mia carriera. Il mio augurio sincero è quello di poter tornare presto in forma e riuscire a finire quello che avevamo cominciato”.
http://www.105.net/musicbiz/news/tipo/magazine/titolo/cher-sta-male-22-concerti-cancellati

“L’abitudine di tornare”, il nuovo singolo di Carmen Consoli dal 28 novembre

Si intitola “L’abitudine di tornare” il primo singolo di Carmen Consoli, che torna dopo 5 anni con un nuovo atteso album di inediti in uscita il prossimo 20 gennaio  su etichetta Universal Music. Il brano che farà da apripista al ritorno dell’artista sulla scena discografica e live, sarà in rotazione radiofonica, e disponibile in tutti gli store digitali, a partire da venerdì 28 novembre. Svelata anche la copertina del singolo che, con uno schizzo, riporta nel mondo fantastico del Mago di Oz. Il brano sarà accompagnato da un video girato da Fernando Luceri.
http://www.magazinet.it/70497/musica/labitudine-di-tornare-il-nuovo-singolo-di-carmen-consoli-dal-28-novembre.html

La Streep saluta Nichols: «Insostituibile». Pacino: «Gli volevo tanto bene». Hanks: «Cambiava la vita delle persone»

Gli attori dei suoi film più famosi rendono omaggio al grande regista scomparso ieri
Meryl Streep, che ha lavorato in molti film diretti dal regista Mike Nichols, scomparso ieri per un arresto cardiaco, lo ricorda con grande affetto. «Era un’ispirazione e una gioia conoscerlo. Era un regista a cui venivano le lacrime quando rideva, un amico senza il quale è impossibile immaginare il nostro mondo. Insostituibile!». Per lui aveva recitato in Silkwood, Cartoline dall’inferno e per la serie HBO Angels in America.
Parole di grande affetto anche da parte di Al Pacino, presente in Tv per lanciare un suo film, è stato colto dalla notizia di sorpresa, rimanendo sotto shock: «Gli volevo così tanto bene. Sono shockato. sapevo che aveva un problema al cuore. Mi è davvero dura parlarne, ma quel che si può sicuramente dire di lui è che era un grandissimo esempio di civiltà e umanità. Qualche giorno fa pensavo proprio che avrei voluto tornare a lavorare con lui. Ecco fino a che punto ce l’avevo nel cuore… Insieme avevamo fatto Catch 22, Angels of America, The Last Tycoon…».
Infine, ha voluto salutarlo anche Tom Hanks, ricordando le parole del regista. Diceva: «Avanti. Dobbiamo sempre andare avanti. Altrimenti che ne sarà di noi? Cambiava le vite di quelli che lo conoscevano e lo amavano, e che sentiranno tantissimo la sua mancanza». Hanks aveva lavorato con lui nel 2007 per La guerra di Charlie Wilson.
http://www.bestmovie.it/news/la-streep-saluta-nichols-insostituibile-pacino-gli-volevo-tanto-bene-hanks-cambiava-la-vita-delle-persone/333932/

Radiohead: anticipazioni sul nuovo album da Jonny Greenwood

Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead, ha dato alcune anticipazioni sul nuovo album della band nel corso di un’intervista.
Durante un’intervista a BBC Radio Oxford Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead, ha detto che i Radiohead stanno provando un numero diverso di approcci.
Quando il giornalista gli ha chiesto se la band fosse in studio, ha risposto: «Io sono in ritardo, gli altri sono già andati via. Stiamo suonando e registrando ed è divertente rivedersi di nuovo, ognuno di noi ha aspettato a lungo questo momento».
Il disco è ancora allo stato embrionale: «Quando iniziamo ci sentiamo sempre come se non sapessimo ancora veramente come fare, e non sappiamo bene cosa fare. Considerare le eventualità passo dopo passo è il modo che abbiamo noi per orientarci in casi come questi, perché tutte le volte che cerchiamo di replicare quello che aveva funzionato per il disco precedente puntualmente falliamo. Così ci confrontiamo per trovare diversi approcci ai lavori e provarne il più possibile».
Oltre che coi Radiohead, Jonny Greenwood ha realizzato la colonna sonora di Inherent Vice, che uscirà al cinema a fine gennaio, mentre la soundtrack sarà nei negozi dal 12 dicembre.
Questa la tracklist:
Jonny Greenwood – ‘Shasta’
Can – ‘Vitamin C’
Jonny Greenwood – ‘Meeting Crocker Fenway’
The Marketts – ‘Here Comes the Ho-Dads’
Jonny Greenwood – ‘Spooks’
Jonny Greenwood – ‘Shasta Fay’
Minnie Riperton – ‘Les Fleur’
Jonny Greenwood – ‘The Chryskylodon Institute’
Kyu Sakamoto – ‘Sukiyaki’
Jonny Greenwood – ‘Adrian Prussia’
Neil Young – ‘Journey Through the Past’
Les Baxter – ‘Simba’
Jonny Greenwood – ‘Under the Paving-Stones, the Beach!’
Jonny Greenwood – ‘The Golden Fang’
Jonny Greenwood – ‘Amethyst’
Jonny Greenwood – ‘Shasta Fay Hepworth’
Chuck Jackson – ‘Any Day Now’
http://www.loudvision.it/?news=radiohead-anticipazioni-sul-nuovo-album-da-jonny-greenwood