L’ipocrisia social: l'arte censurata, il porno camuffato celebrato
Navigando su Instagram, TikTok e Facebook negli ultimi mesi, mi sono imbattuto in una quantità impressionante di contenuti che mi hanno fatto riflettere. Ragazzi che si leccano le ascelle per “goliardia”, sfide tra amici dove il contatto fisico sfocia apertamente nel sensuale, video di accademie militari pieni di dinamiche di dominazione tra giovani uomini. Il tutto spacciato come intrattenimento innocuo.
Parallelamente, vedevo contenuti artistici, educativi o semplicemente autentici venire cancellati, bannati, oscurati.
Mi sono chiesto: com'è possibile che i social media censurino l'arte e l'espressione autentica, mentre lasciano circolare (e spesso spingono) contenuti che sono pornografia mascherata?
Non si tratta di attaccare chi crea quei video. Si tratta di smascherare l'ipocrisia delle piattaforme che selezionano ciò che è accettabile non in base all'etica, ma al profitto.
Questo articolo è un tentativo di analizzare e denunciare questa dinamica.
-
Instagram: la patria dei reel "goliardici" a sfondo sessuale, dei video fitness che puntano tutto su pose ambigue, dei feticismi travestiti da moda.
-
TikTok: l'epicentro delle challenge sessualizzate, dei balletti con messaggi impliciti, dell'algoritmo che ti porta contenuti altamente sessuali senza che tu li cerchi.
-
Facebook: meno immediato, più subdolo. Qui girano video "virali" e contenuti "educativi" che veicolano comunque dinamiche feticistiche o sessualizzate, specie in gruppi e pagine di nicchia.
Tutti sotto lo stesso tetto: quello di Meta, con algoritmi diversi ma filosofia comune.
Le piattaforme dichiarano di censurare contenuti sessuali espliciti per proteggere l'utenza. In realtà, la censura è applicata in modo selettivo e incoerente.
-
Una fotografia artistica di un corpo nudo? Bannata. (Come è successo al coreografo queer Alok Vaid-Menon, che ha visto rimosso un suo reel di danza contemporanea con abiti trasparenti.)
-
Un video di un ragazzo sudato in slip che si strofina contro un amico? Promosso. (Come quelli di profili da milioni di follower tipo [@footfetishguy] e [@militarybrosfun].)
-
Un post di educazione sessuale LGBTQ+? Penalizzato.
-
Una "challenge" in cui due ragazzi si solleticano in posizioni inequivocabili? In prima pagina.
Il problema non è il sesso. È la forma in cui viene presentato. Se è vendibile, viene promosso. Se invita alla riflessione o non è immediatamente redditizio, viene censurato.
"Quando la sensualità è funzionale al marketing, viene premiata. Quando è libera ed espressiva, viene punita." — Judith Butler
Fitness fetish:
-
Stretching esasperato, focus su zone erogene, pantaloncini aderenti più che pantaloni.
-
Esempio: account come [@gymtwinksquad] e [@mensstretchingworld], che mostrano "allenamenti" dove il vero protagonista è il corpo erotizzato.
Giochi goliardici:
-
Leccate, carezze, solletico tra amici. Sempre con doppio senso ben visibile.
-
Esempio: TikTok "Best Friend Challenges" dove due amici simulano baci o palpeggiamenti in slow motion.
Military kink:
-
Video di accademie militari con dinamiche di dominio-sottomissione mascherate da "discipline fisiche".
-
Esempio: Facebook, gruppi come "Cadet Pranks & Discipline" mostrano giovani soldati umiliati in mutande sotto pretesti goliardici.
Challenge sessualizzate:
-
Sfide che prevedono contatti fisici molto spinti, il tutto venduto come scherzi innocenti.
Foot fetish travestito:
-
Focus ossessivo su piedi, calzini sudati, scarpe, spesso giustificato come "moda" o "lifestyle".
-
Esempio: account Instagram come [@sockboysitaly] dove piedi e sudore sono protagonisti.
Moda fetish:
-
Shooting di moda e lifestyle che puntano sull'estetica esplicita del corpo come oggetto sessuale.
-
Esempio: TikTok, account tipo [@fashionloungeboys] con modelli in slip bagnati spacciati per "fashion model".
Perché questa ipocrisia è pericolosa?
-
Riduce la sessualità a un meccanismo di marketing, togliendole autenticà.
-
Penalizza chi usa il corpo per esprimere arte, politica, identità.
-
Altera la percezione dei giovani sulla sessualità, insegnando che è accettabile solo se è non detta e strumentalizzata.
"Non è il sesso a essere censurato dai social, è la libertà autentica che minaccia il loro controllo sull'immaginario collettivo." — James Bridle
La libertà espressiva è sacrificata in nome del profitto.
Non serve censurare i corpi, i desideri o i giovani che si esprimono. Serve coerenza. Serve libertà vera: per l'arte, per l'identità, per la sessualità consapevole e autentica.
Finché lasceremo che siano gli algoritmi di Meta a diecidere cosa è accettabile, continueremo a vedere pornografia camuffata come innocente, mentre la vera espressione umana sarà soffocata.
Sta a noi riconoscere il meccanismo. E smascherarlo.
Social Hypocrisy: When Art Gets Banned and Camouflaged Porn Thrives
While browsing Instagram, TikTok, and Facebook over the past few months, I stumbled upon an overwhelming number of posts that made me stop and think. Young men licking each other's armpits in the name of "comedy," viral "best friend" challenges featuring sensual contact, military academy footage filled with domination dynamics. All disguised as harmless entertainment.
At the same time, I witnessed artistic, educational, or simply honest content being deleted, shadowbanned, or flat-out banned.
So I started asking myself: Why are social media platforms censoring art and authentic expression, while pushing content that is essentially fetishistic or pornographic in disguise?
This is not an attack on the people who create those videos. It’s a critique of the platforms that decide what is acceptable not based on values or ethics—but on profit.
This article aims to break down and expose that hypocrisy.
- Instagram: Home of sexually suggestive reels masked as fitness routines, bro-humor, or fashion. Full of fetish-coded content pushed to the top.
- TikTok: The heart of viral challenges with overtly sensual undertones, dances with sexualized movements, and suggestive trends tailored for the algorithm.
- Facebook: The sneaky one. Often in the form of "viral videos" or private groups sharing military discipline footage or prank culture that plays with domination and body exposure.
All governed by the same digital overlord: Meta, with different platforms, same logic.
Platforms claim to censor explicit sexual content to protect users. But in reality, the moderation is highly selective and deeply inconsistent.
- An artistic black-and-white photo showing the human body? Banned.
- A slow-mo video of a sweaty guy in briefs grinding on his friend? Promoted.
- A queer sex education post? Flagged for "violating guidelines."
- A foot fetish reel disguised as a lifestyle tip? Featured.
"When sensuality serves marketing, it gets rewarded. When it’s free and expressive, it gets punished." — Judith Butler
- In early 2024, queer choreographer Alok Vaid-Menon had a reel removed from Instagram showing interpretative dance in sheer clothing. Labeled "nudity."
- Meanwhile, accounts like [@footgodnyc], [@militarygagvids], or [@alphafootbros] continue to post reels featuring suggestive dominance, feet worship, and homoerotic gym play. Still active. Still viral.
Fitness Fetish:
- Accounts like [@menstretchingstudio] or [@bulkingbrosfit] show exercise routines with camera angles focusing on crotches, glutes, or sweating bodies in close-up. Music: always sexy. Hashtags: #fitlifestyle.
Bro-Humor with a Hidden Agenda:
- TikTok trends like the “Try Not to Laugh” challenges feature two guys licking, tickling, or pretending to kiss each other—edited to look like innocent fun, but clearly designed for kink appeal.
Military Kink Content:
- Facebook groups like “Army Fun & Pranks” post videos of young cadets being stripped to underwear, forced to stand still, or physically dominated by seniors. View count? Millions. Flagged? Never.
Challenge Fetishism:
- "Touch Your Friend Challenge," "Who Flinches First," and similar videos rely on increasingly erotic physical contact. All posed as comedy.
Foot Fetish Disguised:
- Reels on accounts like [@sockboysnation] or [@barefootdudesdaily] show sweaty feet, dirty socks, or close-ups of soles—described as "streetwear vibes."
Fashion as Fetish:
- TikTok accounts like [@loungewearmen] film young men in underwear lounging in wet clothes, slow motion, on plush couches. Always labeled #fashion or #aesthetic.
- It reduces sexuality to a tool for engagement and monetization, stripping it of authenticity.
- It punishes content that expresses identity, politics, or art through the body.
- It distorts young people's perception of desire, teaching them it’s acceptable only when silent and sanitized.
"What gets censored isn’t sex—it’s freedom. Real, messy, powerful freedom." — James Bridle
True expression is sacrificed to appease algorithms and ad revenue.
The problem isn't sexual content or sensuality. It’s the selective censorship that rewards fetishized marketing while banning honest art and sexuality.
What we need isn’t more repression. We need coherence. We need freedom that applies equally to all forms of self-expression.
As long as Meta's algorithms dictate what is acceptable, we’ll keep seeing camouflaged porn thrive while genuine voices are silenced.
It’s time we call it out. And tear the mask off.
Sebastian VS Peter
Era una sera d’estate a Marsiglia. Il caldo appiccicoso, il solito pub pieno, birre sui tavoli e chiacchiere che si scontrano con la musica di sottofondo. Sebastian era lì con un paio di amici. Peter, massiccio, famoso in zona, era entrato poco dopo con la sua cricca. Uno di quei tipi che, anche solo respirando, spostano l’aria.
Non è chiaro cosa sia stato detto, ma qualcosa tra Peter o uno dei suoi e Sebastian ha fatto cambiare l’aria nel locale. Sebastian, calmo, impassibile, si è girato verso di lui e ha detto solo: “Vieni fuori.” Peter ha sorriso. Gli amici si sono mossi, gli uni dietro gli altri. Nessuno sembrava preoccuparsi. Peter, con quel fisico da culturista e l’arroganza di chi non ha mai perso, dava per scontato come sarebbe finita.
Appena fuori, Peter ha mosso un passo e accennato una frase. Non ha fatto in tempo. Sebastian gli ha piantato una testata precisa, netta. Peter ha barcollato. Il tempo di riprendersi? Zero. Un gancio destro micidiale. Peter è crollato. A terra, Sebastian lo ha finito con una scarica di calci secchi: stomaco, volto. Tutti fermi. Nessuno è intervenuto. Gli amici sapevano già: era finita.
Tre giorni dopo erano in spiaggia insieme, a ridere. Da allora Peter ha detto più volte: “Di uomini con cui non farò mai più a botte, ce n’è uno solo.”
La scena del pub è il punto d’innesco. Ma non è solo cronaca. È simbolo. È archetipo. È la collisione tra due modelli maschili opposti:
Il Maschio Lucido (Sebastian)
- Esile, affilato, calcolatore.
- Non impone il corpo: lo usa come leva.
- Non ha bisogno di mostrarsi: colpisce solo quando serve.
- È il trickster, il samurai urbano, l’intelligenza vestita da corpo fragile.
Il Maschio Corazzato (Peter)
- Imponente, scolpito, dominante.
- Incarna l’ideale della forza visibile.
- Ma la sua potenza è costruita: ha bisogno di essere riconosciuta.
- È il gladiatore, il guardiano, il corpo che urla controllo.
Quando si scontrano, vince chi ha più consapevolezza del tempo. Sebastian, come Ulisse, colpisce prima. Con chirurgica ferocia.
La dinamica maschile profonda
Nei maschi esiste un codice antico: prima ci si misura, poi si può rispettare. Non c’è odio, solo definizione dei limiti. Peter, cadendo, ha riconosciuto in Sebastian qualcosa di più forte di lui: non i muscoli, ma la centratura. Per questo sono diventati amici.
Il carisma invisibile
Peter ha un corpo da mostrare. Sebastian ha un corpo che non puoi ignorare.
- Peter occupa spazio per struttura.
- Sebastian lo conquista per gravità.
Il carisma di Sebastian non nasce dal volume, ma dalla sicurezza brutale di chi non deve dimostrare nulla. Ogni gesto è misurato. Ogni scelta è già stata presa prima che l’altro reagisca.
Confronti culturali
Sebastian appartiene a una stirpe precisa:
Figure reali
- Bruce Lee: la potenza dentro la leggerezza.
- Tyson giovane: la furia compatta, esplosiva, senza esitazione.
- Muhammad Ali: la mente che danza attorno alla forza.
Figure mitologiche / letterarie
- Ulisse: stratega, sottile, mortale.
- David (contro Golia): piccolo che abbatte il gigante, ma con ferocia.
- Coyote e Anansi: i piccoli che fregano i grandi.
Figure cinematografiche
- Francis “Franco” Begbie – Trainspotting: furia pura in corpo piccolo, pronto a esplodere per nulla. Sebastian ha la stessa imprevedibilità, ma con una freddezza letale.
- Tyler Durden – Fight Club: corpo medio, impatto assoluto. Una mascolinità anarchica, carismatica, antisistema.
- Tom Ripley – Il talento di Mr. Ripley: innocuo in apparenza, spietato nella realtà. Predatore elegante.
- I giovani guerrieri urbani di La Haine e City of God: magri, nervosi, letali, sopravvissuti al caos.
Sebastian è una sintesi nuova: la ferocia del trickster con la freddezza del samurai.
Mascolinità contemporanea
Oggi gli uomini sono confusi:
- Se sei forte, sei tossico.
- Se sei sensibile, sei debole.
- Se sei bello, sei vanitoso.
Sebastian spezza tutto questo. Non cerca approvazione. Non chiede consenso. È maschile in un modo non codificabile: duro ma non rozzo, sottile ma non fragile.
Peter rappresenta l’ideale visivo. Sebastian, quello invisibile ma definitivo.
In un mondo pieno di rumore, la vera forza è quella che agisce in silenzio.
E Sebastian, con una testata e una risata tre giorni dopo, lo ha dimostrato una volta per tutte.
By Pitou