La storia di Radio Onda D'Urto.

L'inizio: Si era nel cuore dei terribili anni ottanta, quando un gruppo di compagni e compagne provenienti dall'esperienza del movimento del '77 e dalle più recenti lotte studentesche (il movimento dell' 85), dalle mobilitazioni antinucleari e dalle prime occupazioni di centri sociali, decise di dotarsi di uno strumento di comunicazione del/per il movimento. Senza precedenti esperienze o competenze radiofoniche si diede vita ad un palinsesto in permanente discussione e trasformazione. Intanto la nostra sfida alle leggi del profitto, che dominano anche l'etere, continuava vincente e chi pensava che una radio autogestita ed autofinanziata avesse vita breve dovette ricredersi. Con immani sforzi, sempre basandoci sull'autofinanziamento, migliorammo l'emissione del segnale radio, rinnovando anche gli studi di trasmissione e accogliendo nuovi collaboratori. Il salto di qualità: Nel 1992 sviluppammo una riflessione sull'importanza di acquisire/praticare una capacità di comunicazione adeguata ai tempi ed alla società in cui vivevamo; un ragionamento che non poteva prescindere ovviamente dal nuovo scenario legislativo che aveva visto nel '90 l'approvazione della legge Mammì che, funzionalmente agli interessi Fininvest, sanciva una gestione monopolistica dell'informazione, rendeva difficile la vita alle piccole emittenti locali e praticamente impediva l'accesso all'etere a chi non disponeva di grandi capitali.Questa discussione diede il via a quel processo di ripensamento complessivo del modo "di fare la radio" che chiamammo "il salto di qualità" e che portò ad una profonda ridefinizione del palinsesto. L'obiettivo fu quello di ricostruire la programmazione della radio per soddisfare le esigenze di informazione e controinformazione (anche su tutto quello che per i massmedia non fa notizia), di approfondimento politico e culturale, di socializzazione del dibattito sui e nei movimenti ed anche di inchiesta, per favorire la comprensione e l'analisi critica della realtà sociale. Si diede così maggior spazio anche alle interviste, ai programmi culturali riguardanti cinema, teatro, libri ed a varie espressioni di istanze sociali o di comunità etniche che hanno fatto acquistare alla radio un carattere di plurilinguismo etnico e culturale.Ad accompagnare questo rilancio della radio, nel 1992 arrivò la festa estiva di autofinanziamento che, ingrandendosi progressivamente, si è negli anni successivi affermata come un grande evento aggregativo-culturale, di carattere non solo locale. Aumenta l'ascolto: In seguito questo salto di qualità si è arricchito anche con l'estensione del bacino di ascolto: nel 1994 la frequenza a Milano, poi a partire dal 1998 l'accensione del segnale della radio nelle valli bresciane, nell'alto Garda, l'acquisizione degli studi (la nostra casa) in via Luzzago e infine l'approdo al satellite, con la possibilità di essere ascoltati in quasi tutta Europa e nel nord Africa e medio Oriente.Con il cambio di frequenza dell'ottobre 2006 abbiamo iniziato a trasmettere sui 99.6MHz a Brescia, nella zona sud e ci siamo spinti fino nella bergamasca, oltre ad aver acquisito una frequenza sul lago di garda, 99.7MHz, che ci permette di essere ascoltati non solo nella zona del Benaco ma anche a Mantova ed in alcuni quartieri di Verona. Questa estensione del bacino servito dalle nostre frequenze farà ulteriormente aumentare l'ascolto di radio onda d'urto; secondo i dati della rilevazione Audiradio nel 2004 la nostra emittente aveva già 55 mila ascoltatori ed ascoltatrici. Autofinanziamento e rafforzamento: Tutto questo percorso di miglioramento tecnico e qualitativo della radio lo abbiamo sostenuto contando sempre e solamente sulle nostre forze e su quelle dei nostri ascoltatori. Fin dall'inizio infatti Radio Onda d'Urto è stata completamente autonoma da partiti e sindacati ed ha rifiutato, per non snaturare la propria identità e coerenza, gli spot pubblicitari che potevano essere in contraddizione con i contenuti politici e culturali dell'emittente. Ora però, in questo nuovo millennio ancora flagellato dalla barbarie della guerra e del razzismo, dello sfruttamento e dell'oppressione, abbiamo l'esigenza di rafforzarci ulteriormente, fornendo alla radio quella solidità necessaria per migliorare e per proseguire il cammino, dopo il lungo tratto di strada già percorso, con un progetto di comunicazione forte, che sappia costruire immaginari collettivi, culturali e sociali, di liberazione.