Like A Prayer '89 - Recensione

**********
Non era compito facile per Madonna, allora ancora denigrata da parte della critica, quella più intellettuale, e da parte dell'opinione pubblica, dover concludere un decennio, quello Ottanta, in cui aveva svolto un ruolo importante in quel processo di cambiamento del significato di cantante, adattandola ai tempi. Non più semplice autrice-interprete, ma anche show-woman e Artista della cultura pop. Artista completa, per cui la musica non era sufficiente a rendere concreto il messaggio da comunicare. Nel 1989 Madonna usciva da 7 anni in cui aveva dominato le classifiche di tutto il mondo, due tour-live sold-out ovunque ma, per il rovescio della medaglia -come si è detto- da incessanti critiche, quasi offensive nei suoi confronti, e dal difficile divorzio da Sean Penn sposato nel 1985. Al momento di ricominciare a comunicare col pubblico attraverso il percorso più facile per lei, la musica, scelse di rendere noto proprio questo. A fine di un decennio vissuto come una Maria Maddalena mai pentita, per la prima volta allora, Madonna era spinta a realizzare un album in cui l’aspetto autobiografico fosse il motore centrale e propulsore.Ciò che l’aveva resa importante gli anni precedenti era stata la sua capacità di farsi portavoce e più volte anticipatrice di un cambiamento culturale che aveva come protagonista il ruolo della donna nella società. Finchè aveva trattato argomenti di questo genere, Madonna era stata molto efficace se non geniale. Adesso invece, non solo voleva parlare di argomenti personali, ma universali e delicati: la religione, la famiglia, l’infanzia, la discriminazione...Un album di ricordi. Aveva già trattato questi argomenti, ma in maniera differente. Se in "Papa don’t preach" il racconto di una ragazza incinta in conflitto col padre è un interpretazione a cui Madonna si presta, in "Oh Father" svela com’erano stati realmente burrascosi i rapporti con suo padre dopo la morte di sua madre. E se per la figura di quest’ultima, morta di cancro quando lei aveva 6 anni, non solo scrive l' intima e commovente ballata "Promise To Try", ma le dedica l’intero album "A mia madre, colei che mi ha insegnato a pregare". Poi scrive una canzone dedicata all’importanza della famiglia come custode del nostro cuore "Keep it together". Un’altra al figlio appena nato dell’allora produttore Patrick Leonard "Dear Jesse". Una al suo amore finito con Sean Penn "Till Death Do Us Part". Una Madonna matura,vissuta,consapevole più forte e sicura di se, che ha intenzione di esprimere i suoi punti di vista sulla vita e la morte e quello che c'è nel mezzo. Musicalmente il disco è fino ad'allora il più bello dell'artista, eterogeneo, eclettico, molto sfaccettato, con influenze che vanno da Sly & Family Stone nella potente e aggressiva "Express Yourself" a Simon & Garfunkel nello struggente capolavoro "Oh Father" per poi passare alla tradizione americana del gospel nella title-track, la meravigliosa "Like A Prayer". C’è un duetto molto accattivante con Prince in "Love Song" una trascinante e deliziosa "Cheris" Che ci porta col suo arrangiamento e le sue parole ai nostalgici anni 50. Madonna riesce ad amalgamare il tutto in maniera fluida. Non mancheranno le polemiche per "Like A Prayer" ed il suo video, che racconta della redenzione di una prostitua, che in una notte si rifugia in una chiesa Battista, dove trova l'amore e il conforto di fratelli e sorelle di colore, dove poi s'innamorerà di un ragazzo nero accusato ingiustamente di violenza carnale,ma che lei scagionerà come testimone dell'accaduto. Più posizioni espresse sia dal pezzo che dal video No! All'ipocrisia della Chiesa cattolica, No! Al razzismo e alla discriminazione e poi il conflittuale rapporto tra Dio e l'artistaFin dagli inizi Madonna, aveva sempre dimostrato che la teatralità drammatica, visiva e formale, della religione cattolica era un aspetto che la interessava e che voleva sviscerare, giocando proprio con le contraddizioni che ponevano essa contro essa ed anche con il mondo che si evolveva. Ma se prima Madonna voleva solo fermarsi sull'aspetto ironico di queste tematiche, per altro in maniera impeccabile. In Like a prayer invece andrà oltre, offrendo un lavoro profondo e sentito. Ora non si trattava più per Madonna di essere un entertainer, l'artista si poneva come se stessa, Madonna Louise Veronica Ciccone, la messaggera di idee scomode ai bigotti e la liberatrice della sessualità i cui tanti aspetti erano stati per secoli deformati da una cultura misogina e da una Chiesa ipocrita e malata. Ora Madonna bussava alle coscienze del pubblico per porre domande e indurre alla riflessione. Non poteva esserci chiusura migliore per gli anni 80, e non poteva esserci una promessa migliore per i 90 che arrivavano. Madonna aveva fatto ancora una volta centro, e i detrattori dovettero riconoscerlo. dopo 7 anni dal debutto, quello che aveva combinato quest'artista era eccezionale e grandioso. E ciò che avrebbe fatto in seguito lo sarebbe stato anche di più!
Alberto Coultier