Elio Germano: "Vi racconto Bari fra malavita e gioco d’azzardo"

Bari - È un viaggio di andata e ritorno agli inferi della propria esistenza quello compiuto dal protagonista de Il passato è una terra straniera, il film diretto da Daniele Vicari tratto dall’omonimo bestseller (Rizzoli, premio Bancarella 2005) di Gianrico Carofiglio, attuale sostituto procuratore antimafia a Bari. Ed è proprio nel riconoscibile capoluogo pugliese (la zona del porto, la popolare via Dante ma anche un po’ fuori, a Casamassima e a Taranto dopo una settimana di riprese a Barcellona) che in questi giorni si stanno ultimando le riprese del film che ha come protagonista Elio Germano, l’attore del momento, chiamato a interpretare Giorgio, un ventiduenne studente modello di giurisprudenza almeno fino a quando non incontra il misterioso coetaneo Francesco (sulla carta un perfetto Michele Riondino, attore di teatro più che di cinema) che lo introduce nel mondo parallelo delle bische e dei tavoli da gioco del poker insegnandogli a barare e a vincere cifre da capogiro. Una vera e propria seconda vita. Racconta Elio Germano: «È una storia veramente ricca e ciò che mi affascina di più è che il mio personaggio, mai totalmente consapevole di quello che fa, diventi un magistrato: un discorso di contrasti, di antinomie». E anche di atmosfere ambigue e molli con una provincia pugliese dai contorni sfuocati, con pericolose donne altolocate e annoiate (come Maria interpretata da Chiara Caselli) ma anche femmine salvatrici (Valentina Lodovini nel ruolo di Antonia), ricchi industriali e commercianti arricchiti, ville lascive trasformate in bische e, sullo sfondo, una serie di misteriosi stupri. Per cercare di mantenere intatta questa atmosfera, fondamentale nei libri di Carofiglio, non poteva che essere lui stesso a collaborare alla sceneggiatura insieme al fratello Francesco, a Massimo Gaudioso e al regista. «L’ho fatto - spiega lo scrittore e magistrato - perché mi piace mettermi in gioco con la scrittura, aiutato da una salutare dose di paura senza la quale non vale la pena di fare le cose. Con Vicari, all’inizio dell’avventura, ci siamo subito intesi sul fatto che la sceneggiatura non doveva essere una piatta ricostruzione del libro ma avere, questo sì, lo stesso orizzonte concettuale. Con il racconto dei confini sempre attraversati, quelli tra il bene e il male, tra la giovinezza e la maturità, tra le regole e la loro infrazione».
Ambiguità che, racconta il regista, «verranno sottolineate dal paesaggio con una Bari complessa, non da cartolina, allo stesso tempo moderna e arcaica, rassicurante e violenta». Comunque molto attuale perché il film (finanziato dallo Stato con quasi due milioni di euro) è ambientato ai giorni nostri a differenza della fine degli Ottanta del libro, in linea con la voglia di raccontare il presente che Daniele Vicari ha già espresso nei suoi film precedenti (Velocità massima e L'orizzonte degli eventi): «È una scelta di carattere narrativo perché ritengo molto importante andare a scavare nel momento in cui sto vivendo, è il migliore servizio che posso fare a me stesso e agli spettatori». Prodotto da Domenico Procacci della Fandango insieme a Tilde Corsi e Gianni Romoli in collaborazione con Rai Cinema e con l’aiuto della Apulia Film Commission che ieri ha ospitato l’incontro con i giornalisti in un ristorante della Bari vecchia, Il passato è una terra straniera è previsto in uscita nelle sale da dopo la prossima estate. Giusto in tempo per il Festival di Venezia.
Pedro Armocida