Il Cowboy

Cowboy significa, letteralmente, "ragazzo delle mucche" (da cow = mucca e boy = ragazzo), cioè "mandriano".
I cowboys erano figure tipiche degli Stati Uniti d'America, dove erano preposti alla conduzione del bestiame verso le zone di pascolo, alla sua protezione e al suo controllo. Spesso venivano a formare un piccolo esercito al servizio di ricchi proprietari terrieri, essendo autorizzati a portare le armi per la difesa del bestiame. Il termine ha assunto nel linguaggio comune un significato ulteriore, essendo i cowboys i principali protagonisti dell'epopea western, soprattutto in ambito cinematografico. Per questo motivo la parola si lega, per estensione, all'idea di un'umanità semplice, rude, resistente alle fatiche e dotata di coraggio e spirito d'iniziativa. Un cowboy (in spagnolo vaquero) custodisce bestiame e/o cavalli nei ranch del Nord America e del Sud America. Oltre al lavoro nel ranch, alcuni cowboys organizzano e partecipano ai rodei, e molti di essi lavorano soltanto in questi spettacoli.
In origine la parola designava un aiuto mandriano che sbrigava le mansioni di un pastore, spesso a piedi (cavalcare richiedeva destrezza e un investimento in cavallo ed equipaggiamento, raramente accessibile ad un ragazzo). Il lavoro del pastore era spesso eseguito - sebbene soltanto con pecore o capre - da minorenni nell'antichità, e ancora oggi in alcune culture del Terzo Mondo; gli adolescenti di una tribù sudafricana mantengono ancora una forma tradizionale di lotta Nguni col bastone, per difendere se stessi ed il gregge. Comunque, nella cultura western ai ragazzi era raramente permesso sorvegliare il bestiame. Questo accadeva soltanto agli apprendisti, ormai vicini dell'età adulta, specialmente quando la scolarizzazione divenne generalizzata ed il termine si allontanò dalla sfera dell'adolescenza, prima restando come definizione di uno status basso (implicato dalla designazione professionale di "ragazzo"), poi estendendosi all'intera cultura del ranch.
Gli spagnoli inventarono, agli inizi del Medioevo, ciò che noi consideriamo "tradizione cowboy". Durante il sedicesimo secolo portarono le loro tradizioni ed i loro cavalli, antenati della razza Mustang o Wild, nel Nuovo Mondo attraverso la Nuova Spagna (poi chiamata Messico). I Mustang sono chiamati "wild" (selvaggi) perché in realtà sono animali selvatici, pur discendendo da cavalli addomesticati. Nonostante siano considerati un'icona americana, i cowboys discendono da una tradizione ispanica, che si originò dagli stati centrali del Messico, Jalisco e Michoacan, dove il tipico cowboy messicano era conosciuto con il nome di charro. Storicamente, le zone settentrionali del Messico includevano in origine la maggior parte dei territori degli Stati Uniti del sud, Texas compreso. Nei primi anni del 1600 la corona spagnola, e poi il Messico indipendente, cominciarono ad offrire, in quello che sarebbe diventato il Texas, permessi di empresario a cittadini statunitensi che accettassero di diventare messicani e convertirsi al cattolicesimo. Nel 1821 Stephen F. Austin e i suoi compagni della East Coast diventarono la prima comunità statunitense a parlare spagnolo. Dopo l'indipendenza del Messico nel 1836 molti statunitensi si trasferirono in Messico nelle zone empresario. Qui rimasero colpiti dalla cultura vaquero messicana e ne presero in prestito parole e usanze. Il buckaroo, un tipo di cowboy derivante dalla tradizione dei vaquero, si sviluppò in California e nei territori circostanti durante il periodo coloniale spagnolo. Buckaroo è la pronuncia anglicizzata di vaquero ed è un termine usato ancora oggi nel Great Basin e in molte aree della California, nonché in certe zone della parte nord della costa pacifica. Dopo la guerra di secessione questa cultura si spostò verso est e verso nord andandosi a mischiare con la tradizione cowboy già presente che si diffondeva sulle piste per il bestiame che dal Texas andavano a nord e a ovest. Le due tradizioni si miscelarono divenendo pressoché indistinguibili. Col tempo i cowboy dell'ovest americano svilupparono una propria cultura che consisteva in un insieme di valori della frontiera e valori vittoriani. Il praticare un lavoro così pericoloso in condizioni così isolate portò alla nascita di una tradizione di auto-dipendenza e individualismo. Già nell'ultimo decennio del 1800 i grandi spazi aperti dei territori indiani erano scomparsi e i tempi delle grandi mandrie di bestiame spostate dal Texas alla ferrovia in Kansas erano finiti. Spostamenti di bestiame su scala più piccola continuarono almeno fino agli anni quaranta del XX secolo, con il bestiame dell'Arizona che veniva portato fino alla ferrovia a Magdalena, nel New Mexico. Nel frattempo molti ranches naquero nel West, mantenendo alta la richiesta di cowboy. Negli anni trenta e quaranta, i film western hanno reso popolare lo stile di vita dei cowboy ma hanno anche formato stereotipi duri a morire. Nella cultura pop, i cowboy e i gunslinger sono spesso scambiati l'uno per l'altro. Molto è stato scritto riguardo il mix razziale dei cowboy nel West, ma i cowboy erano piazzati in fondo alla scala sociale dell'epoca e non ci sono dati certi. The cattle on a Thousand Hills (lett.: la mandria su mille colline), di John Ambulo, apparso nel marzo 1887 sul The Overland Monthly afferma che i cowboy sono "...di due tipi: quelli reclutati in Texas e negli altri stati dell'area; i messicani dalle regioni del sud-ovest...". I censimenti dell'epoca ce lo confermano. Il lavoro di cowboy era certamente gradito dagli ex schiavi neri liberati dopo la Guerra di Secessione. Si stima che circa il 15% di tutti i cowboy fosse di origine africana, andando dal 25%, tra i cowboy che lavoravano sulle piste per il bestiame che partivano dal Texas, per arrivare a un numero molto ridotto nei ranch del nord. Anche i cowboy di origine messicana costituivano un 15% dei cowboy totali, ed erano numerosi soprattutto in Texas e nel sud-est. Anche gli indiani d'America lavorarono come cowboy nei primi anni della storia del West. Molti dei primi vaqueros erano indiani che sorvegliavano il bestiame delle missioni spagnole. Dopo la dissoluzione del sistema delle riserve intorno al 1900, molte scuole indiane insegnarono il mestiere del cowboy alla gioventù indiana.
Il paniolo, una parola si pensa abbia origine dalla pronuncia hawaiana di español, è il cowboy hawaiiano. Come per i cowboy americani, impararono la loro arte da vaqueros messicani che il re hawaiiano Kamehameha III portò dalla California nel 1832 per insegnare ai mandriani locali come governare il bestiame al meglio. All'epoca la California faceva ancora parte del Messico e le Hawaii erano conosciute come Isole Sandwich. Paniolo comunque vuole anche dire essere pieno di orgoglio.
Oltre che in Messico, Nord America e Hawaii, gli spagnoli portarono la loro tradizione di mandriani anche in Argentina, Uruguay, Paraguay e Brasile meridionale col gaucho, in Venezuela col llanero e in Cile col huaso. Indirettamente la tradizione spagnola è arrivata anche in Australia dove nei grandi ranch i cowboy sono chiamati ringers e stockman, con gli apprendisti noti come jackaroos e jillaroos. La maniera americana del pascolo libero degli animali arrivò in Canada (soprattutto nel sud dell'Alberta) negli anni ottanta dell'Ottocento. Lo stile di vita dei cowboy divenne predominante intorno alle prime colline delle Montagne Rocciose canadesi. La vicina città di Calgary divenne il centro dell'industria canadese del bestiame, guadagnandosi il soprannome di cowtown (città delle mucche). L'industria del bestiame è ancora molto importante in Alberta, dove il numero dei capi supera quello degli abitanti. La progressiva diminuzione del numero dei pascoli aperti a favore dei recinti non cancellò la figura del cowboy. Nel 1912 iniziò il Calgary Stampede, a tutt'oggi il rodeo più ricco del mondo. Ogni anno la città rivale di Edmonton, situata più a nord, ospita il Canadian Finals Rodeo e dozzine di rodei minori riempiono la provincia. La figura di cavalieri che sorvegliano il bestiame è presente ovunque vi siano grandi aree aperte per il pascolo. Nella Camargue francese cavalieri chiamati Gardians pascolano il bestiame. In Ungheria gli Csikós sorvegliano i cavalli. Infine i pastori a cavallo della Maremma toscana sono chiamati butteri.
Nei ranch i cowboy hanno il compito di far mangiare la mandria, marchiare il bestiame e curarne le ferite quando necessario. Inoltre muovono il bestiame fino ai luoghi di vendita. In più i cowboy svolgono altri lavori occasionali nei ranch come riparare i recinti. La natura di questi lavori dipende molto dalla grandezza del ranch e della mandria. Nei ranch più grandi per pascoli o per numero di capi solitamente ogni cowboy si specializza in un compito. Nei ranch più piccoli al contrario, essendo i cowboy molto pochi e spesso membri della famiglia, si occupano di tutti i lavori necessari.
L'abbigliamento dei cowboy è una conseguenza diretta dei differenti ambienti in cui si trovano a lavorare. Comunque il classico abbigliamento cowboy, quello trasmesso dei film western, è in buona parte ereditato dai vaqueros. Cappello: un cappello a falda larga per proteggere da sole, vento o pioggia. Probabilmente risente dell'influenza dei sombreri messicani e dei cappelli usati dai reggimenti di cavalleria degli USA. Stivali: uno stivale alto per proteggere gli stinchi, appuntito per facilitare l'entrata del piede nella staffa. Quasi sempre con speroni rimuovibili. Pantaloni: jeans o qualunque altro tipo di pantaloni stretti e resistenti.
Attrezzi Chaps: protezioni per le gambe usate quando si cavalca attraverso una vegetazione fitta o quando si lavora col bestiame in una maniera che potrebbe portare a cadere da cavallo. Lariat: dallo spagnolo la riata (la corda): una corda con un lazo ad una estremità, usato per catturare gli animali. Speroni. Fucile: usato per proteggere la mandria dagli attacchi degli animali selvatici. Cane pastore (non necessariamente)
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