Joe Strummer: il ribelle filosofo

Giovanna Mancini
Non è detto che per apprezzare "Il futuro non è scritto", documentario girato da Julien Temple e dedicato al leader dei Clash Joe Strummer (al secolo John Graham Mellor, scomparso nel 2002), sia necessario essere un fan della storica band inglese o del punk in generale. Perché, nonostante una distribuzione penalizzante nelle sale italiane, i 119 minuti di questo film composto come un mosaico a più voci scorrono fluidi tra registrazioni dell'epoca, frammenti di video, animazioni realizzate su disegni dello stesso Strummer, interviste ad amici e a personaggi dello spettacolo, accompagnate da una splendida colonna sonora che, accanto alle musiche degli stessi Clash, fa risuonare le note di Elvis Presley, Harry Belafonte, Bob Dylan, i Ramones, Eddie Cochran e molti altri. Perché lo stesso Strummer amava spaziare tra diversi generi musicali, dal rock al folk, dal reggae al cumbia, fino al bhangra, e fu questa una delle caratteristiche che fecero dei Clash una delle rock band più innovative degli anni Settanta-Ottanta.Il documentario, girato dallo stesso autore che ha realizzato anche due lungometraggi sui Sex Pistols, ruota attorno al concetto di falò, un concetto fondamentale per lo stesso Strummer che, terminata l'esperienza con i Clash (1976-1986), proprio dalla pratica dei raduni attorno ai falò e della vita comunitaria tipica dei rave avrebbe saputo ritrovare l'ispirazione necessaria per tornare da protagonista sulla scena musicale, con i Mescaleros (1999-2002).Julien Temple fa sedere accanto a un fuoco un gruppo di amici e conoscenti di Strummer, dai compagni di scuola alla ex moglie, fino ad alcune star hollywoodiane come Johnny Depp, Matt Dillon, Steve Buscemi e Martin Scorsese, che raccontano il personaggio Joe Strummer per come lo hanno conosciuto. In sottofondo, la voce dello stesso Joe, ripresa da stralci del programma radiofonico "London calling" che condusse per la Bbc World Service tra il 1998 e il 2002.Il ritratto che ne emerge va oltre quello di una rock star che pure diede tanto alla storia della musica: Joe Strummer, secondo le parole dello stesso Temple, è tratteggiato come una sorta di grande filosofo contemporaneo, attento e rispettoso della vita umana, profondamente radicato nelle sue idee libertarie e rivoluzionarie, eppure ricco di contraddizioni e tensioni, come l'epoca in cui visse.I testi e la musica delle più celebri canzoni dei Clash (White riot, London calling, Should I stay or should I go, Rock the Casbah, I fought the law) sono i testimoni migliori di una società che tra gli anni Settanta e Ottanta andava profondamente cambiando, tra rivolte giovanili, lotte per i diritti civili e per i riconoscimenti delle minoranze. Joe Strummer, e con lui i Clash, parlarono ai giovani della guerra, delle ingiustizie sociali, della rivolta sandinista, del Vietnam e dell'Iraq. Bono Vox, uno dei tanti artisti intervistati nel film, ammette che i ragazzi come lui non avevano idea di dove fossero certi Paesi, o cosa vi accadesse, prima che la voce di Joe Strummer glielo raccontasse.Ma i Clash ebbero anche il grande merito di aprire il punk ai neri, sia accogliendone le sonorità musicali, sia attraverso testi che parlavano anche di loro. Perché questo fu Joe Strummer prima di tutto: un ribelle convinto che la ribellione ha senso solo se serve a costruire un mondo migliore. Prima hippy, poi punk, infine attratto dall'aspetto sociale dei rave, sempre e comunque attento a ogni fenomeno sociale e musicale, Strummer cercò sempre di dare un significato alla sua vita: "diventare adulti – spiega a una delle figlie – significa imparare il rispetto verso il prossimo". Che, detto da un'icona del punk che gridava alla "rivolta bianca", ha un valore enorme. Ma la rivolta di Strummer non è mai distruttiva: è sempre finalizzata a una lotta per la libertà e l'uguaglianza.Ancora, il film di Temple è la storia, triste e insieme piena di speranza, di un uomo tormentato che, spaventato e disgustato dal suo stesso successo, stenta a trovare una nuova strada nella vita. Quando infine, dopo un periodo passato a scrivere colonne sonore o recitare piccole parti nei film, torna alla ribalta con i Mescaleros, il suo messaggio sembra addolcirsi ma in realtà è sempre lo stesso: "ho una sola cosa da dire – ammette – l'importante è essere vivi". Ciascuno di noi, è il credo di Joe Strummer, può cambiare la sua esistenza e costruire davvero un mondo migliore, se solo trova il coraggio di uscire dai binari lungo cui tutti, quotidianamente, camminiamo. Perché il futuro, davvero, non è scritto.
"Il futuro non è scritto – Joe Strummer" Titolo originale: Joe Strummer: The future is unwritten.
Genere: documentario. Regia: Julien Temple. Fotografia: Ben Cole. Con: Bono Vox, Steve Buscemi, Matt Dillon, Johnny Depp, John Cusak, Terry Chimes, jim Jarmusch, Mick Jagger. Colore, 124 minuti. Produzione: Irlanda, Gran Bretagna 2007. Distribuzione Ripley's Film.
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