Matt Dillon sogna un film italiano

E' stato il volto ribelle della generazione di attori americani emersa a inizio anni 80. E a differenza di tanti altri di allora, Matt Dillon non è scomparso ma è rimasto sulla breccia. Ora, partecipando all'Ischia Global Music&Fest, offre una dichiarazione d'amore al nostro cinema. "Mi piacerebbe lavorare qui - dice -. Adoro il Sud, la Sicilia è un posto magico. E tra i registi giovani italiani mi piacciono Pappi Corsicato e Gabriele Muccino". Sempre fedele a se stesso per venticinque anni, una filosofia di vita e di lavoro che ha pagato. "Non mi preoccupo che la gente mi apprezzi - dice lui, occhiali ray ban vintage e muscoli in vista dopo la quotidiana seduta in palestra - non cerco personaggi positivi a tutti i costi come tanti miei colleghi, a me piacciono altre sfide in questo lavoro che amo profondamente''. A Ischia è stato proiettato "Drugstore Cowboy" di Gus Van Sant interpretato ormai nell'89, uno dei tanti ruoli non convenzionali interpretati da Dillon. Adesso, dopo 25 anni da ribelle, Dillon passa dall'altra parte della barricata con "Nothing but the truth", in cui interpreta un uomo di legge. "Nel film di Rod Lurie sono un giudice - spiega l'attore - che racconta la vita della giornalista (Kate Beckinsale) che smascherò un agente della Cia (David Schimmer) e rifiutò di rivelare la sua fonte. E' una storia vera come ricorderete e a me ha permesso di conoscere un mondo che non avevo esplorato in altri film". "Adoro la mia vita, amo il cinema profondamente - aggiunge Dillon -. Mi piace ogni volta provare a superare me stesso, correre rischi affidandomi sempre al regista e alla sceneggiatura di progetti che mi coinvolgono come fu il caso di Drugstore Cowboy molti anni fa e di Crash nel 2004. Se poi questo ad Hollywood significa ad avere coraggio, ebbene ce l'ho, ma a me non costa nulla se non seguire me stesso". E la crisi economica attuale a cosa potrà portare? "Grandi opportunità cinematografiche - risponde lui -, nel senso di film belli, profondi come fu per un certo cinema degli anni 70 quando era in corso una importante recensione".
tgcom