Sigur Ros e la musica da un altro pianeta

Quando si parla degli islandesi Sigur Ros, il mistero e il sovvertimento delle regole diventano la nuova regola. A cominciare dal titolo del nuovo album. Tenetevi forte: Meò Suò ì Eyrum Viò Spilum endalaustix. Ovvero, quanto di più lontano dall'immediatezza voluta dalle regole del marketing musicale. Significato: "Con un ronzio nelle orecchie suoniamo all'infinito". E di ronzio, anzi meglio, di mantra infininto e ipnotico si parla quando il discorso si sofferma sui Sigur Ros. Più ironici e immediati - Per i moltissimi che sono rimasti ammaliati dalla capacità visionaria della band di Reykjavik, il nuovo album dei folletti islandesi riserva qualche sorpresa. Da una parte un ritorno all'immaginario da figli dei fiori, come rivela la copertina (una corsa sul prato, tutti nudi come negli anni '60) e le immagini del videoclip di Gobbledigook, brano insolitamente immediato e ritmato che vede anche la collaborazione di Bjork. C'è ironia e immediatezza anche in un brano semplice come Illgresi, per sole voci e chitarra. Oplà, la lingua inglese - Tra le nuove tracce spicca il primo brano in inglese dei Sigur Ros, All Alright, che gioca con gli stereotipi del pop britannico ma farà guadagnare al gruppo nuovi fan. Nella sostanza, ancora una volta, è l'album perfetto per chi cerca qualcosa di diverso dai soliti standard radiofonici e regalerà un soffio di fresca magia nordica a chi non ne può più dei tormentoni plastificati che ogni estate ci perseguitano per un paio di mesi.
Al link qui sotto il nuovo videoclip!
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