Funeral Party

La notizia ha qualcosa di epocale e rivoluzionario. Viene dritta dritta da Adeladie, Australia. Nella terra dei canguri è possibile scegliere le musiche che accompagnano i riti funebri. Il cerimoniale cattolico, ahi noi, ancora non consente questa usanza ma l’ipotesi è assai suggestiva. Inutile dire come i classici inni sacri siano stati scalzati da schitarrate rock e “evergreen” pop. Da un sondaggio promosso dal “Corriere Della Sera” è emerso il gusto degli italiani riguardo la canzone che vorrebbero accompagnasse il loro “ultimo viaggio”. Trionfa in questa speciale classifica “Wish you were here”, il malinconico saluto a Sdy Barret (benché fosse ancora in vita) dei Pink Floyd. Seguono poi due brani apparentemente in contrasto fra loro: se alcuni sperano di fare i primi passi sulla scalinata del Paradiso grazie agli arpeggi di Jimmy Page in “Starway to Heaven”, altri contano di ritrovarsi in una strada spianata verso l’inferno da percorrere a tutta birra accompagnati dai riff di Angus Young in “Highway to Hell”. Segue Luis Armstrong con “What a wonderful word”, vero e proprio inno di amore per la vita, mentre dopo la solenne Messa di Requiem di Mozart si piazza il melodrammatico e doloroso addio alla vita di Freddy Mercury scritto poco prima che la rockstar lasciasse questo mondo. La “Regina del rock” con il suo testamento artistico ci ricorda che “The show must go on”. Comunque. Ma ci sono molti modi per uscire di scena con stile. Ad esempio ricordando le sensazioni di quel “ Perfect day” con la voce graffiante di Lou Reed , oppure ringraziando il cielo con la preghiera laica “di Leonard Cohen “Hallelujah” o se preferite nella versione angelica di Jeff Buckley. La penultima posizione è occupata dai Doors con il mantra pagano “The end”, mentre è il silenzio a chiudere questa straordinaria classifica. In fondo il silenzio contiene già tutte le canzoni.
Alessandro Mazzoni