I Muse al lavoro sul nuovo album

Potrebbe uscire nei negozi durante gli ultimi mesi del 2009 il successore di Black Holes and revelations del 2006, fortunatissimo quarto disco della band inglese, anche se non vi è fretta da parte dei musicisti: "Non dobbiamo seguire nessuna direttiva o target commerciale, vogliamo confezionare il nostro miglior album della nostra carriera fino ad oggi, perciò se dovesse essere pronto anche per il 2010, ci andrà bene", ha precisato il bassista Chris Wolstenholme nelle risposte da lui date alle domande poste dai fans sul forum ufficiale del gruppo. L'intenzione del terzetto rimane, ad ogni modo, quella di concludere la lavorazione del nuovo disco il prima possibile, soprattutto per permettere al pubblico di ascoltare una nuova canzone dalla struttura musicale atipica e dall'impronta artistica inedita per la famosa band di Devon : "Il brano, su cui ho sporadicamente lavorato negli ultimi anni, si avvicina come tipologia ad una sinfonia ed è ripartito in 3 parti", ha confessato il cantante Matt Bellamy, aggiungendo che "essendo gran parte della composizione in un mood orchestrale, c'è bisogno di qualcuno che si occupi dell'arrangiamento di tutti gli strumenti musicali utilizzati, quindi ho deciso di prendere personalmente cura del coordinamento dei suoni d'orchestra, non fidandomi dei classici direttori d'orchestra che tendono a rendere un brano con il proprio stile", ragione per cui la realizzazione della traccia sta occupando ancora più tempo di quanto ne serve a produrre un brano standard.Una cosa è certa, secondo i membri della band: questa originale composizione è la canzone più difficile ed impegnativa - almeno dal punto di vista musicale - che Bellamy abbia mai scritto.Un aneddoto curioso è stato poi raccontato dal batterista Dominic Howard: tutti i componenti del gruppo sono stati recentemente insigniti di Lauree Ad Honoris Causa per le Arti dall'università di Plymouth, portando Bellamy & soci a scherzare sul loro nuovo appellativo di Dottore conferito con il riconoscimento: "Uso quella parola tutti i giorni, ma spero di non trovarmi mai nella situazione di far credere a qualcuno che io sia davvero un dottore e di chiedermi di intervenire in qualche emergenza... a quel punto l'unica cura che potrei somministrare è un giro di batteria!".
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