Freaks e mostri circensi

“Io ho dato un'occhiata a quel manuale, quello del Novello Deceduto. Dice che la gente normalmente ignora tutto ciò che è strano e oscuro. Il fatto è che io, per prima, mi sento strana e oscura.”
Lydia Deetz in Beetlejuice - Spiritello porcello di Tim Burton
Il freak è deforme. Piccolo e disgustoso, Il freak ( dall’inglese “mostro” ) è li, e nessuno può fare a meno di notarlo. Ma chi o cosa è il freak ? Con i suoi movimenti scomposti e disarmonici incute paura, con il suo sguardo umido suscita disprezzo, con la sua naturale vocazione all’errore provoca rabbia. Scherzo della natura, fenomeno da baraccone, il freak è un pagliaccio, è un nanetto, uno spiritello senza pace, o forse più semplicemente, è un diverso. La sua sofferenza urla senza sosta e diventa insopportabile, per lui e per “loro”, tutti gli altri, tutti quelli che non sono come lui e che proprio per questo non riescono a tollerarne la vista. Cinicamente però, dimenticando che sotto quelle sembianze raccapriccianti si cela un uomo, i “normali” si servono di lui per far quello in cui da sempre riescono meglio. Lucrare. E’ così che il freak da miserabile omuncolo sfortunato, diventa spettacolo per bambini. Diventa circo. Ma andiamo con ordine ed osserviamo insieme questo mostriciattolo nelle sue diverse rappresentazioni. La prima interessante figura di freak all’interno del mondo dello spettacolo è costituita dai bagonghi, pseudonimo con il quale si usa indicare i nani del circo e delle fiere, che furono utilizzati sin dalla fine dell’800 all’interno delle compagnie circensi di tutto il mondo come cavallerizzi, toreri, lottatori ma soprattutto come clown. Il dizionario dello spettacolo della BCDe parlando della genesi del termine bagonghi specifica che le sue origini sono incerte (non si sa se cognome o espressione gergale) e che il primo show del “Signor Bagonghi” fu un’esibizione clownesca del 1890 svoltasi presso il circo Guillaume. Specialista del divertimento, il bagonghi a differenza dei nani chiamati lillipuziani che tra le due guerre animarono veri e propri circhi a tema, è invece solo una delle mille attrazioni dal gusto tragicomico e grottesco che fanno parte delle numerose attrazioni di un circo.Da sempre attento ad attirare lo spettatore con attrazioni e trovate mozzafiato infatti il circo abbonda di freaks : giganti incatenati, donne barbute, uomini scimmia, donne gallina. Un insieme variopinto di deformità e alterazioni genetiche che utilizzano i loro difetti per la gioia e lo stupore del pubblico pagante. Prendendo spunto dalla figura del nano pagliaccio del circo, nella letteratura occidentale il freak assume agli inizi del 900 aspetti sempre più psicologici e sfaccettati ; valicando il burlesco infatti si sfiora l’orrore ed il dramma esistenziale. Il tema del mostro buono, costretto nella sua prigione di carne ad una vita di dolore e sofferenze, è un topos classico del genere horror e della letteratura psicologica, anche se le sue radici possono essere rintracciate nel romanzo estetico di Wilde. E’ infatti Dorian Grey il personaggio per eccellenza la cui perversa ricerca del bello per prima sottolineò la natura putrescente di un’umanità sempre più inumana che nel ritratto assume le forme fisiche del mostro. Anche nel cinema, che dalla stimolazione degli aspetti patetici trae la sua potenza, si consuma la tragedia del freak. La creatura del dottor Frankenstein, evitata da tutti, e che per questo cova dentro di sé un crescente odio verso l'umanità è solo la prima, la genitrice, di una fortunata serie di creature che trovano sicuramente la loro migliore rappresentazione nella pellicola maledetta di Tod Browning chiamata appunto Freaks.Opera del 1932, concepita inizialmente come film horror, alla sua uscita venne inizialmente rinnegato dalla stessa casa di produzione e poi drasticamente censurato dagli Stati Uniti, come del resto da quasi tutti i paesi europei, a causa del suo contenuto ritenuto altamente scandaloso.Nel film, la cui storia narra le vicende di una compagnia teatrale, abbondano infatti scene raccapriccianti, quali ad esempio la tortura di Cleopatra, la trapezista femme fatale che sposerà e tradirà il nano Hans, e la castrazione dell’amante di lei, il gigante forzuto Ercole, entrambe ad opera dei freaks che agiscono per vendicare Hans. Queste scene saranno poi successivamente censurate.Divenuta celebre per il suo forte impatto emotivo, la scena del banchetto nuziale di Hans e Cleopatra è entrata a far parte dell’immaginario collettivo come una tra le più inquietanti di Hollywood. La canzone che il bagonghi canta insieme all’intero gruppo di freak “gooble gobble, noi la accettiamo, è una di noi…una di noi, una di noi…Trinca, trinca, una di noi !!” sarà spunto per altri numerosi film e storpiato in “ Gabba Gabba Hey!” diverrà grazie ai Ramones uno slogan della cultura punk Come afferma Leslie Fiedler, esponente tra i più discussi e anticonformisti della critica letteraria statunitense, la scena colpisce in quanto rappresenta “un rito d’iniziazione, un invito perché lei entri a far parte della loro comunità, nell’atto stesso in cui si unisce in matrimonio con uno di loro.”Più vicino ai giorni nostri, nel 1980 è proprio il controverso David Lynch a girare un'altra esasperante storia di deformità, The elephant man, tratto da uno studio sulla dignità umana di Ashley Montagu. La vicenda è ambientata nella seconda metà dell'800, e narra la storia del giovane John Merrick, interpretato da John Hurt, affetto da una neurofibromatosi che ha deformato il suo volto rendendolo mostruosamente simile ad un elefante. Esposto come attrazione in un baraccone, John è costretto a vivere della propria deformità, subendo quotidianamente l’umiliazione di un pubblico disgustato ed affascinato dalla sua malattia.Ma i tratti pietosi scompaiono presto ad Hollywood ed ecco che il freak ritorna ad essere quello di sempre, mostro e buffone come Pennywise, protagonista demoniaco di IT pellicola di Tommy Lee Wallace tratto dal romanzo di Stephen King. Creatura aracnoide proveniente da luoghi sconosciuti, Pennywise terrorizza la cittadina di Derry, nel Maine, assumendo la forma umana di clown e pretendendo il sacrificio umano dei bambini del luogo di cui esso (“it”) si ciba ogni trent’anni. “Lo vuoi un palloncino? Galleggiano lo sai...Galleggiano, galleggiano tutti e anche tu galleggerai!” dice Pennywise a Georgie, la prima piccola vittima, guardandolo con gli occhi iniettati di sangue da un tombino nella strada. Ed ecco che torna prepotente la domanda : Chi o cosa è il freak ? Il freak è paura, inquietudine ed ironia. E’ il concentrato del nostro carattere ferino e demoniaco, il nostro ritratto di Dorian Grey che deve restar coperto per non inorridire. Il freak è mostro e uomo e quindi, inevitabilmente, una delle nostre “ mille facce” pirandelliane o, per dirla con Browning, “uno di noi”.