Antichrist è un film di Lars von Trier del 2009, con Willem Dafoe, Charlotte Gainsbourg. Prodotto in Danimarca, Francia, Germania, Italia, Polonia, Svezia. Durata: 104 minuti. Distribuito in Italia da Lucky Red a partire dal 22.05.2009.

Una coppia che ha appena perso l'unico figlio, si ritira in una baita nei boschi in cerca di riflessione per risanare il matrimonio che vive una profonda crisi. Presto i due saranno testimoni di eventi inesplicabili quanto terrificanti.


Perché vederlo?
Per lasciarsi sconvolgere dalla nuova follia di Lars Von Trier che realizza il suo film più estremo, vera e propria sfida alle capacità di sopportazione dello spettatore.


Il messia dell'anti-cinema
Recensione del film Antichrist (2009)
Mentre circa un migliaio di giornalisti si affollavano per assistere all'attesissima proiezione stampa di Antichrist, il regista Lars Von Trier, ci scommettiamo, se la rideva alle loro spalle. Da grande maestro delle provocazioni, aveva preannunciato scandalo e infatti così è stato, ma sempre e comunque secondo le regole dettate dal regista danese.Se infatti ci si aspettava un horror puro, alla The Kingdom, e ci si aspettava un'incursione quasi nella pornografia, a cui già Von Trier si era avvicinato con Idioti, nessuno, come direbbero i Monty Python, si aspettava l'inquisizione spagnola. E' così che quando la storia di questa coppia ancora sconvolta dalla tragica morte del figlio incrocia le sue strade con temi da caccia alle streghe e sconfina nel torture porn, è chiaro che Trier l'ha fatto di nuovo, ha spiazzato il pur esperto, e verrebbe da dire avvezzo, pubblico del Festival di Cannes trascinandolo in un vortice fatto di paura, sesso, psicoanalisi e irrazionalità che molti troveranno fine a sé stesso, ma che ha dalla sua una capacità irruente e sconvolgente difficile da ignorare. Il film è provocatoriamente dedicato a Andrei Tarkovsky, ma in esso emergono aspetti di Lynch, di Bergman e, come da dichiarazione dello stesso regista, del drammaturgo svedese Strinberg; tuttavia al tempo stesso Antichrist è un film di Von Trier puro al 100%, lontano mille anni luce dai figli di quel Dogma che lui stessò creò e rifiutò, ma che in un certo senso abbraccia e al tempo stesso capovolge la figura della donna sempre presente nei suoi film.
Il film dividerà e farà discutere, senza compromessi: sicuramente ci saranno coloro che ne saranno irritati, sconvolti, malediranno il suo regista e ne annunceranno a voce alta la morte artistica. La verità è che Von Trier sa quello che fa e lo dimostra in più occasioni; anche quando eccede nel mostrare i corpi nudi e i genitali in bella vista, anche quando questi ultimi sono al centro di orribili tormenti e torture, oltre la mera volontà di provocare (comunque elemento fondamentale ed insistito per tutto il film) c'è la consapevolezza di riuscire a portare su schermo il male assoluto: la follia, la disperazione e la paura passano sempre e solo attraverso i nostri corpi, attraverso la natura umana che è ben più spaventosa dell'altra natura, quella del bosco che fa da teatro a questa tragica vicenda. Da questo Antichrist emerge esattamente quello per cui il film era stato pensato: disperazione e dolore. Per questo è più facile fischiare e ridere del suo autore che affrontarne di petto l'opera. E' più facile pensare che si tratti solo di visioni e ossessioni di un povero pazzo che la manifestazione delle più ancestrali delle paure. E forse, chi lo sa, è così anche per il protagonista del film che piuttosto che ammettere le proprie responsabilità decide di vedere tutt'altro.



Scandalo a Cannes: il provocatore Lars Von Trier presenta Antichrist
Dopo la depressione che lo ha bloccato per qualche anno paralizzandone la vena creativa, il danese Lars Von Trier fa ritorno a Cannes più agguerrito che mai, capace di rispondere a ogni obiezione con un garbato filo di voce difendendo il suo film, provocando scompiglio tra i giornalisti presenti alla conferenza stampa, già sufficientemente provati dall'esperienza della visione di Antichrist, e affermando di essere il miglior regista del mondo. A fiancheggiare il cineasta tutto genio e sregolatezza i due interpreti del film, il veterano Willem Dafoe e la coraggiosa Charlotte Gainsbourg, che qui a Cannes gioca in casa. Mr. Von Trier, perché ha deciso di realizzare questo film? Può giustificare questa sua scelta?
Lars Von Trier - Non penso di dovermi giustificare per aver fatto un film. Qui siete tutti miei ospiti. E' quello che sento. Io lavoro principalmente per me stesso e ho fatto questo piccolo film perché lo volevo fare, non per un pubblico perciò non sento di dovere spiegazioni a nessuno.Ma se aveva possibilità di scegliere tra una serie di progetti quello da portare a questo festival come mai ha optato proprio per questo?Lars Von Trier - Non ho mai avuto scelta. Sono nelle mani di Dio, mi dispiace... e io sono il miglior regista del mondo.Ho amato molto Le onde del destino e i film del Dogma, le scelte registiche, l'uso della luce e della macchina da presa nei suoi film. Ma questo lato di Lars Von Trier che è emerso è veramente strano, inusuale. Lo vedremo ancora?Lars Von Trier - Forse si. Non so cosa farò nel futuro. Antichrist è dedicato al regista russo Andrei Tarkovsky. Può spiegare il perché di questa scelta?Lars Von Trier - Tarkovsky è un Dio. Guardare un suo film mi manda in estasi, provo quasi una relazione religiosa nei suoi confronti da molto tempo. Io appartengo alla generazione successiva a lui e a Bergman. Mi sento molto debitore di Bergman, anche se lui invece non si sentiva particolarmente legato a me.Il film è estremamente violento e disturbante. Come si prepara un'attrice a un ruolo di questo tipo?
Charlotte Gainsbourg - Io penso di essere pronta a tutto. Queste erano scene piene di violenza e sofferenza, sono indubbiamente difficili da girare, ma non credo che sia necessaria una particolare preparazione.Vi sono legami tra la visione della donna nel suo cinema e nell'opera di Strindberg? Lars Von Trier - Amo molto Strindberg, soprattutto per la sua capacità di esplorare i legami che sussistono nei rapporti tra uomini e donne, ma anche per il suo saper essere allo stesso tempo estremamente serio ed estremamente divertente.Ha trovato una qualche forma di armonia nel girare questo film? E' stato terapeutico?Lars Von Trier - No, non credo. Girare un film è routine, non è una terapia. Aiuta solo nella misura in cui una persona è in grado di tornare al lavoro.Lei prima ha detto di essere il più grande regista al mondo. Vi sono altri registi che apprezza o alcuni in particolare che ritiene sopravvalutati?Lars Von Trier - Sono tutti sopravvalutati. Io ho una consapevolezza che proviene dal mio mestiere. Probabilmente questa è una sensazione che ogni regista ha, o forse no, non saprei dire. Beh, in realtà non sono proprio sicuro di essere il miglior regista al mondo, diciamo che lo sento. L'ironia cupa presente nel film è voluta?Lars Von Trier - L'ironia e il dramma provengono dalla medesima fonte. Quando giro un film possono manifestarsi indipendentemente.Cosa significa per un attore essere diretto da Lars Von Trier?Charlotte Gainsbourg - Per me è stata un'esperienza estremamente intensa. Non abbiamo parlato molto, ma sentivo che lui era speciale.Willem Dafoe - E' stato un sogno. Charlotte ha ragione, non abbiamo parlato molto, ma ho apprezzato molto la sua compagnia e il suo sense of humor. Lars è un grande regista, capace di trarre dagli attori...Lars Von Trier - ...il loro meglio (suggerisce a bassa voce a Dafoe, n.d.r.).Willem Dafoe - Il suo metodo è particolare. Non permette alcun tipo di preparazione prima delle riprese. Tu entri in una stanza e inizi a recitare senza sapere se sarai nudo o vestito, dove dovrai stare e dove sarà la macchina da presa. Giorno dopo giorno inizi a essere sempre più flessibile e aperto a ogni possibilità. Il film è ricco di immagini bellissime, ma ve ne sono altrettante di estremamente disturbanti, prima tra tutte l'automutilazione genitale della protagonista. Può spiegarci il significato di questa scena?Lars Von Trier - E' una sorta di incubo, qualcosa legato al sesso e al senso di colpa. La scena è venuta naturalmente. Juan Antonio Bardem diceva che lavorare con un regista è come lavorare con Dio. Cosa pensa di questa affermazione?Lars Von Trier - No, non è vero. E' sbagliata. E' fondamentale collaborare con gli attori e con la troupe. Io cerco sempre di essere il più vicino possibile agli attori, di comunicare con loro. La stampa si sta dimostrando ostile nei confronti di questa sua ultima opera. E' qualcosa che aveva previsto e che magari aveva deciso di provocare volontariamente?
Lars Von Trier - Non credo a chi pensa al pubblico mentre realizza un film. E' una catastrofe quando la stampa critica un tuo film, ma mi è già capito. E' un buon punto di partenza per una discussione. Il mio è un cinema che divide, che viene amato o odiato senza mezze misure. L'estremismo del suo lavoro è discutibile perché il cinema è finzione. Tutto quello che vediamo sullo schermo in realtà non sta avvenendo realmente, un cadavere non è veramente morto perciò parlare di verità estrema non ha un vero senso.Lars Von Trier - Non sono d'accordo con lei. Nel mio cinema io cerco di raggiungere una sorta di onestà anche mentendo, ma facendolo in modo esplicito e dichiarato come è accaduto con Dogville.



