di Maria Teresa Melodia - 07/05/2009
L’8 maggio approda nelle sale italiane Star System - Se non ci sei non esisti, spassosa commedia uscita negli States il 3 ottobre dello scorso anno col titolo How to Lose Friends & Alienate People.
Da un giorno all’altro Sidney Young (Simon Pegg), penna sarcastica e schietta del Post Modern Review, rivista alternativa di Londra che si prende gioco delle star ossessionate dalla propria immagine, si ritrova assunto come collaboratore a New York nella redazione del famosissimo magazine di spettacolo Sharps.Nella Grande Mela il biondo “nerd” inglese si fa notare per i suoi modi anticonformisti, invaghendosi immediatamente dell’ultima star di grido, la bellissima Sophie Maes (interpretata da quella che è effettivamente la cover girl del momento, Megan Fox, che pare interpretare la parodia di se stessa).Tra gaffe e disavventure, l’eccentrico pasticcione ne combina di tutti i colori, trovando un’alleata solo nell’intelligente collega Allison (Kirsten Dunst), che impara ad apprezzarlo nonostante un inizio burrascoso. Messo di fronte ad un compromesso che snaturerebbe il suo essere libero, dopo momenti di sbandamento, inebriato dall’odore di soldi e prestigio, il nostro prode rinsavirà e sceglierà il rifiuto delle regole del sistema, guidato dalla sua anima ingenuamente british.
Ispirato al libro autobiografico di Toby Young dal titolo Un alieno a Vanity Fair, il film di Robert Weide propone con la verve comica di Simon Pegg una versione de Il Diavolo veste Prada “con le palle”, con uno zoom sulle sfere concentriche e concatenate moda - editoria – star business. Uno sguardo che ridicolizza caste e fissazioni all’interno di una commedia sentimentale che segue il filo rosso srotolato dal recente e più accattivante cugino cinematografico.
In Star System, non a caso una produzione inglese, svetta quel tocco delirante di cinismo ed humour britannico che pervade tutti i film del biondo Pegg, (che in contemporanea l’8 maggio sarà sugli schermi anche con l’atteso Star Trek) come Hot Fuzz e L’alba dei morti dementi. Colora la pellicola un parterre di ottimi comprimari quali Jeff Bridges, che ricalca il vero direttore della rivista Vanity Fair, ricordando la collega Miranda Priestly- Meryl Streep; una vivace Kirsten Dunst, ragazza della porta accanto, una seducente Megan Fox ed una riscoperta Gillian Anderson.Gli appassionati cinefili riconosceranno molteplici citazioni dalla storia del cinema: da La Dolce Vita, al Padrino, alle commedie di Billy Wilder; inoltre gli uffici delle redazioni sono tappezzati dei poster di capolavori del calibro de Il Disprezzo di Jean Luc Godard.
Il film è una satira feroce non solo dello Star System, ma anche di quell’universo parassitario che vi gravita intorno, fatto di P.R, di uffici stampa, di apparenze e, soprattutto, di giornalisti della stampa specializzata o critici cinematografici dai toni spocchiosi.
Il bivio che si impone è proprio quello tra la propria libertà intellettuale e l’adeguamento alle dinamiche che pervadono i piani alti dell’entertainment mondiale. Celebrando l’assurda vacuità del jet set, tra grasse risate, il film strizza l’occhio ai giornalisti, dicendo che diventare troppo servili verso le star è una cosa non salutare, anche se il contrario spesso implica nette scelte e prese di posizione.Dipende tutto da cosa si vuole o meglio… se ci stai o non ci stai, se ci sguazzi o non ci sguazzi. Dove? Naturalmente nel budello delle celebrità, dove vige la rigorosa regola del perenne sorriso sulle labbra, indenne ad intemperie. Volgarmente tradotto con l’espressione “avere la faccia come il culo”.


Star System - Se non ci sei non esisti (How to Lose Friends and Alienate People) di Robert B. Weide con Simon Pegg, Kirsten Dunst, Megan Fox, Jeff Bridges, Gillian Anderson, Janette Scott, Miriam Margolyes.