Diritti musicali, nome e proprietà. Il re del pop lascia un tesoro

LOS ANGELES - Il re del pop è scomparso ma continua a essere una formidabile "money-machine". Le voci sull'entità del patrimonio lasciato da Michael Jackson sono confuse, fra debiti - oltre 400 milioni di dollari a varie istituzioni finanziarie - conti non pagati, evidenti difficoltà accumulatesi negli ultimi anni, che lo hanno portato a un soffio dal perdere perfino l'amato rifugio, il ranch di Neverland. Eppure Jacko ricco lo era ancora. Le sue proprietà superano, secondo una stima del Los Angeles Times, di almeno 200 milioni di dollari i debiti, anche se è difficile azzardare una stima precisa, data la complessità della situazione finanziaria. Senza contare i ricavi postumi legati al "marchio" Michael Jackson, ancora pieno di smalto come hanno ampiamente testimoniato in questi giorni milioni di fan inconsolabili, assetati di memorabilia e musica. La disputa riguarda ora chi dovrà amministrare questo immenso patrimonio costituito da proprietà e sfruttamento del nome, delle registrazioni e di altro ancora. Spetterà alla madre Katherine o a due soci di lunga data del cantante, che secondo il testamento da lui firmato nel 2002 erano stati indicati quali esecutori? Di fatto si tratta di una torta alquanto ricca, il cui pezzo forte è sicuramente rappresentato dal 50% dei diritti del catalogo della Sony-Atv Music Publishing, il cui valore totale è valutato dagli esperti fra 1,5 e 2 miliardi di dollari. Considerando debiti e somme di denaro prese a prestito, la percentuale riferibile a Jackson ammonta per lo meno a una cifra che va dai 150 ai 400 milioni di dollari. Una gallina dalle uova d'oro che continua e continuerà a sfornare ricchezza. Comprende, oltre alle canzoni dei Beatles, moltissimi altri artisti fra cui star del calibro di Elvis Presley, Joni Mitchell, Eminem e Bjork. Un catalogo, comprato dal lungimirante Jackson nel 1985 per 47,5 milioni di dollari, arricchitosi costantemente negli anni, considerando che Sony-Atv è il quarto colosso musicale per grandezza al mondo. Annualmente frutta dai 13 ai 20 milioni di dollari, anche se l'accordo di partnership dovrà essere ridiscusso il prossimo anno e potrebbe essere modificato. Ma non è il solo catalogo musicale che l'ex bambino prodigio aveva acquistato: c'è anche il Mijac Music Publishing, che raccoglie la musica di Michael da solista e di altri nomi come Sly & The Family Stone, Curtis Mayfield e Ray Charles. Il suo valore nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa di Jacko è salito alle stelle, vista l'enorme richiesta di musica dell'artista. E non è finita: il contratto messo a punto dall'avvocato di Jackson, John Branca, al picco della sua popolarità, è particolarmente vantaggioso, e garantisce la metà dei profitti dalle vendite negli Stati Uniti, oltre a un 25% di royalty, contro una cifra media che si aggira sul 12%. A questo si aggiungono poi i preziosi "reversion rights" sulla sua musica, un privilegio riservato a poche star: in pratica, la proprietà Jackson riassumerà il controllo delle registrazioni originali nei prossimi anni e potrebbe creare nuovi cd di raccolte di successi o dvd di sicuro richiamo commerciale, o ancora, decidere di vendere i diritti a qualche concorrente della Sony. Per una cifra, c'è da scommetterci, a molti, molti zeri.

http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/persone/michael-jackson-2/patrimonio/patrimonio.html?ref=hpspr1