Just Kids: l'omaggio letterario di Patti Smith a Mapplethorpe, compagno di mezza vita

di Delfina Rattazzi
Patti Smith è in Italia. Ha cantato davanti a un pubblico di cinquantamila spettatori, assieme a Carmen Consoli, per gli Mtv days in Piazza Castello a Torino. Espone le sue opere alla Triennale Bovisa. E, assieme a Luca Sofri, ha presentato il suo libro Just Kids a Milano. Pubblicato in Italia da Feltrinelli, racconta la fine degli anni Sessanta a New York, quando la futura cantante e poetessa conobbe Robert Mapplethorpe, con cui convisse a lungo. La Smith scrive che promise all’ex-amante, diventato amico del cuore, che un giorno avrebbe scritto la loro storia. Lui stava morendo di Aids.E’ una storia dolorosa e avvincente, che si svolge fra sordide topaie e loft di collezionisti miliardari, nel retro di Max Kansas City o nelle stanze senza bagno del Chelsea Hotel. E’ la storia di due ragazzini senza un soldo, con pochissime conoscenze nella città che non dorme mai, ma animati entrambi dalla voglia di sfondare nel mondo dell’arte. Lui è bellissimo e ambiguo, pronto a prostituirsi quando mancano i soldi. Lei ha carattere, determinazione e originalità. Con il suo lavoro da libraia mantiene entrambi per anni. Lei lo cura quando lui si ammala, accetta la sua omosessualità, è spaventata dall’attrazione del suo compagno per il mondo che ruota attorno al sadomasochismo.Con un’onestà che le fa onore, la Smith parla di quando rimase incinta nel New Jersey e diede il figlio in adozione a una coppia che le sembrava stabile e rassicurante. La sua era una famiglia che faceva fatica ad arrivare a fine mese. Quando arriva a Manhattan, la futura star del locale CBGB’s, sulla Bowery, dorme a lungo nei parchi o sulle panchine. Poi incontra Mapplethorpe, fuggito da un padre militare rigido e autoritario e da una madre dura e priva di curiosità.Lui le offre un tetto, a casa di un amico. Nasce un rapporto simbiotico, strettissimo, che niente può incrinare. Si separano fisicamente, quando il futuro fotografo incontra Sam Wagstaff, ricchissimo collezionista che gli compra la sua prima Hasselblad. Anche Patti ha degli amori, giovani spesso drogati e inaffidabili.Mentre sotto ai suoi capelli tagliati alla punk prima del tempo, gli abiti trovati nelle fiere di beneficenza e sulle bancarelle dell’usato, Patti Smith è disordinata ma di indole buona, generosa, forse anche religiosa, il bellissimo Mapplethorpe è affascinato dal Diavolo e dalle situazioni sulfuree. Patti ne soffre ma accetta tutto. Dice che è rimasta scioccata da alcune delle fotografie di Robert ma che non lo ha mai giudicato per questo. Ha accettato la sua discesa agli inferi, nei bar sadomaso più indescrivibili della Manhattan di allora. Volevano diventare artisti e lo sono diventati entrambi. Quando Patti Smith scrive, assieme a Bruce Springsteen,Because the night, Mapplethorpe è felice che lei abbia finalmente scritto la sua prima canzone ballabile. "Sei diventata famosa prima di me" le dice, sorridendo.Diventerà famoso anche lui, anche se molte delle sue mostre fotografiche sono proibite ai minori di 18 anni. Con lui il sadomasochismo è diventato una gelida opera per collezionisti ricchissimi. Lei è fiera di lui, di quello che ha fatto nella sua vita. Anche se è arrivato l’Aids e ha portato via prima Sam Wagstaff e poi Robert Mapplethorpe.E’ affascinante e stomachevole allo stesso tempo la New York della fine degli anni Sessanta che la Smith racconta nel suo libro. C’è la fame, lo squallore, la sporcizia ma anche le serate con Janis Joplin che è appena stata piantata dal suo accompagnatore. O l’incontro con Jimi Hendrix che è venuto a mangiare al Chelsea Hotel. La cultura ha sempre sorretto la Smith, è stata la sua incrollabile fede. Ama Arthur Rimbaud, è amica di William Burroughs, è del suo tempo ma con radici che affondano fra le pagine scritte di migliaia di libri.Un mistero nel libro c’è. Come mai la Smith non parla di Bruce Springsteen, con cui ha scritto una delle sue canzoni più belle? Il Boss ha fatto suo il dolore degli operai del New Jersey, dove è cresciuto e dove è cresciuta anche Patti. Ma lei ha voluto lasciare dietro di sé quel mondo di fatica e miseria. Mentre Springsteen lo ha abbracciato, lo ha cantato, lo ha fatto diventare universale.
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