«Quando l'arte di raccontare fa centro, il lettore riesce a immergersi nella storia che lo inchioda, assumendo lo sguardo di chi scrive. Segue il plot senza mollare, assorbe emozioni e ne ricava quel piacere della lettura che solo ogni tanto capita di percepire in pieno, con la testa e con il cuore. Massimo Lugli aveva già dimostrato la sua abilità di narratore con il precedente romanzo, L'istinto del Lupo, (finalista al Premio Strega 2009) e ora, con Il carezzevole (Newton Compton), entrato già in classifica tra i libri più letti, alza il tiro.»
Silvana Mazzocchi - La Repubblica.it
«La scrittura è secca, asciutta, piena di ritmo, i dialoghi sono fulminanti, in questo noir tutto italiano carico di suspance, colpi di scena e senso dell’umorismo. Si legge d’un fiato.»
Laura Laurenzi - la Repubblica
«Un thriller avvincente.»
Stefano Clerici - la Repubblica
«Il carezzevole sfonda i pur nobili recinti del noir per far entrare definitivamente l’autore nel club dei grandi narratori italiani.»
Gloria Satta - Il Messaggero
«Incalzante, terrificante, divertente, e soprattutto scritto impeccabilmente, secco come un colpo di karate, il libro è un mix di suspance , disincanto, orrore, ricostruzione d’ambiente.»
Gloria Satta - Il Messaggero
«La mescolanza di cronaca nera, letteratura sadiana e Oriente marziale può suonare incongrua ed è senz’altro una scommessa rischiosa. Massimo Lugli la vince. (…) Non soltanto verosimile, la sua prosa è soprattutto autentica.»
Giovanni Choukhadarian - il Giornale
«Lugli dà prova di una lingua rapida e precisa, come fosse ispirata alle movenze del karate, di cui nei momenti più riusciti evoca anche il tempo del silenzio e della riflessione. Accanto alla violenza e al male, elementi primi e necessari della narrazione.»
Giovanni Choukhadarian - il Giornale
«Lugli ha fiato narrativo, ha tenuta, appassiona.»
Giovanni Pacchiano, Il Sole 24 ore
«La lettura riesce a legarci sino alla fine.»
Paolo Petroni – Ansa
«Lugli ha un suo modo diretto di catturare il lettore, di portarlo dentro la mente di un sadico, spietato stupratore, (…) Lugli non ricorre a perifrasi, non gira intorno alle parole. Si vendica del linguaggio giornalistico, chiamando ogni cosa, pure la più inopportuna, con il proprio nome.»
Giuseppe Di Stefano – Corriere della Sera
Hanno scritto di L’istinto del Lupo:
«Le case dei ricchi e le baracche, le violenze criminali e quelle politiche, l’aspetto sconosciuto di una metropoli.»
Corrado Augias
«Una storia bellissima per il giornalista di Repubblica al suo secondo romanzo.»
Loredana Lipperini, Il Venerdì di Repubblica
«Lugli si conferma formidabile narratore, capace di raccontare con ritmo, coinvolgimento e ironia, una contemporaneità che ci è vicinissima, e della quale forse preferiremmo ignorare l’esistenza.»
Gloria Satta, Il Messaggero
«Una favola feroce.»
Mirella Serri, La Stampa
«Ogni capitolo un colpo di scena. Non è il solito giallo abborracciato, ma un razionale mosaico narrativo in cui la lingua è curata quanto l’intreccio. Un libro che prende e che non si dimentica.»
Ottavio Rossani, Corriere della Sera