

Di sicuro la Fox Searchlight cercherà di puntare ancora una volta all'Oscar, e viste le reazioni della critica alla presentazione a sorpresa di ieri al Telluride Film Festival, sembra che le possibilità di rivedere Danny Boyle al Kodak Theatre con il suo 127 Hoursci siano tutte.
La storia vera dello scalatore Aron Ralston, che rimase intrappolato sotto una roccia per 127 ore e finì per amputarsi da solo un braccio per liberarsi, ha colpito molto il pubblico del festival, cui è stata mostrata una copia praticamente finita del film di Boyle. Nel pubblico, oltre al regista e alla moglie, anche James Franco e Ralston stesso - cosa che ha creato sicuramente molto più coinvolgimento.
Una premiere "non ufficiale", insomma, memore della fortuna che il Telluride portò a Millionaire esattamente due anni fa: il film venne accolto con una standing ovation, e poco dopo salvato in extremis dal direct-to-dvd dalla Fox Searchlight, che grazie al passaparola e a una campagna Oscar praticamente perfetta fece guadagnare al film di Boyle otto statuette.
Il film è un tour de force per Franco, che virtualmente non lascia mai lo schermo. Da sottolineare il fatto che la scena in cui il protagonista finalmente si taglia il braccio è estremamente esplicita, e potrebbe far senso a qualcuno. Utilizzando un montaggio concitato, flashback e due direttori della fotografia, Boyle fa funzionare questo film anche se durante la conferenza stampa ha ironicamente ammesso di essere un essere "urbano", di odiare l'aria aperta e la natura, e in generale i film sulla natura selvaggia. (Deadline)
Il film è stato girato sequenzialmente, tra il canyon vero e un teatro di posa, e spesso James Franco è stato lasciato da solo con uno dei due cameramen, cui Boyle aveva dato indicazioni di comportarsi come "il poliziotto buono e il poliziotto cattivo", con il compito di girare in maniera forsennata. Franco ha dovuto recitare in maniera realistica (...) il che ha portato a una ripresa di 22 minuti in cui cercava di spostare la roccia che era stata fissata sulla parete (la scena è stata poi montata e ridotta di durata). L'intero film è stato girato con l'esuberanza tipica di Boyle, con colori brillanti e bruciati, umorismo nero e inventiva cinematografica. Come la scena cruciale dall'interno di una bottiglietta da cui il protagonista beve l'ultimo sorso d'acqua, e addirittura dall'interno del corpo morente di Ralston. Una parola sulla scena-chiave: sì, è straziante da guardare, anche se tutti noi sapevamo che si sarebbe amputato il braccio, perché Boyle e Franco l'hanno girata in maniera molto realistica. Il pubblico gemeva e si divincolava. Ma è il design dei suoni a catturare perfettamente la divina agonia della sofferenza di Ralston, quello che ha fatto è una specie di miracolo. (Risky Business).
In 127 Hours la cinepresa non si ferma mai. Si solleva sui desolati canyon dello Utah dove Ralston è rimasto bloccato tutte quelle ore. Nuotano nell'acqua della bottiglia che beve per l'ultima volta. Penetrano il suo braccio, quando il coltello viene fermato dall'osso. Entrano nel sacco che mette sulla sua testa per ripararsi dal freddo della notte. Nel fare questo film, Boyle sapeva che se il pubblico avesse chiuso gli occhi nel momento in cui Ralston si spezza le ossa e taglia i tendini, i nervi e i muscoli, 127 Hours sarebbe fallito. Ma pochissimi non hanno voluto guardare. (LA Times)
Franco, Boyle e il film verranno acclamati durante questa stagione. E come Colin Firth in "The King's Speech", anch'esso mostrato al Telluride, sarebbe uno shock se Franco non venisse nominato come Miglior Attore agli Oscar. (Hitfix)
Nel cast del film, assieme a James Franco, anche Lizzy Caplan, Amber Tamblyn e Kate Mara.
127 Hours uscirà il 5 novembre negli Stati Uniti.
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