«Non avrei fatto carriera se non fosse stato per la comunità gay». Parole di Madonna durante lo show di Ellen DeGeneres. Parole semplici che dette dall’icona gay più conosciuta al mondo suonano quasi banali. Sembrerebbe infatti una di quelle tante “icone all’italiana” che, per avvalorare la loro vicinanza alla comunità lgbt e alle sue battaglie, il massimo che sanno dire è «ho tanti amici gay». E invece sono parole di un certo peso: quello di una carriera quasi trentennale, di oltre 300 milioni di dischi venduti e di decine di premi vinti.
Madonna riconosce alla comunità lgbt il merito di averla resa la Regina del Pop. E lo fa in un momento particolare, drammatico, allarmante, per quella comunità americana segnata dal crescente numero di suicidi di teenager vittime del bullismo omofobico. Un fenomeno per nulla nuovo, dice Charles Robbins, direttore del “The Trevor Project”, un’organizzazione per la prevenzione dei suicidi da parte di persone lgbt. Ma una serie di suicidi in tutti gli Stati Uniti, a settembre, ha riportato il problema all’attenzione pubblica.
Gli studi dimostrano che gli adolescenti gay sono quattro volte più a rischio dei loro coetanei eterosessuali. Non ci sono prove che facciano pensare che nell’omosessualità ci sia intrinseca la tendenza al suicidio, ma “l’alto livello di intolleranza da parte della società e le pressioni che si ricevono aumentano significativamente il rischio di suicidio per questi ragazzi”, spiega Caitlin Ryan, ricercatrice dell’università di San Francisco. «Questi ragazzi – aggiunge – sentono di essere gli unici ad attraversare quello che stanno attraversando, e speriamo che questi messaggi gli facciano capire che ci sono altri che l’hanno attraversato e che c’è speranza e che c’è la possibilità di essere aiutati».
Quelle parole di Madonna, insieme al racconto del bullismo di cui lei stessa fu vittima e del coraggio datole dal suo insegnante di ballo, sono rivolte a tutti quegli adolescenti che temono il liceo perché luogo di violenza fisica e verbale, di soprusi e di dolore. Luogo dove cresce la paura di essere soli, la convinzione di non potercela fare e la decisione di farla finita. La comunità lgbt ha dato a Madonna la forza di superare le critiche e il fango che le veniva buttato addosso attraverso il gossip; Madonna, commossa e quasi «su tutte le furie», ora dà forza ai ragazzi che non credono di potercela fare. Il coraggio di accettarsi “diversa” dagli altri l’ha trovato attraverso il suo maestro di ballo, gay, che l’ha introdotta «in un mondo di artisti e di persone uniche che mi hanno insegnato che essere diversi è okay e mi ha portata in una discoteca gay e, ironicamente, lì mi sono sentita parte del mondo».
Un messaggio semplice come quello su cui un giornalista americano, Dan Savage, ha creato una campagna mediatica contro quello che Ellen DeGeneres definisce «epidemico» fenomeno dei suicidi di ragazzi e ragazze gay e transgender: «It gets better», andrà meglio. Savage era all’aeroporto in attesa del suo volo quando ha letto la notizia del quindicenne Billy Lucas, dell’Indiana, suicidatosi perché vittima del bullismo omofobico dei suoi compagni di classe. «Ho pensato – ha detto il giornalista -: “se solo avessi potuto parlare con lui per cinque minuti, per dirgli che sarebbe andata meglio, magari ora non sarebbe morto”».
Seduto all’aeroporto Savage ha realizzato che stava aspettando da qualcuno il permesso per poter parlare a quei ragazzi, ma non ne aveva bisogno. Tornato a casa, insieme a suo marito Terry ha raccontato su YouTube la loro esperienza al liceo, le difficoltà e le violenze subite, e poi il senso di libertà una volta preso il diploma. Dopo di loro l’hanno ripetuto a centinaia: sono oltre 700 i video, registrati da gente comune e da personaggi più o meno famosi, fino al presidente Barack Obama («Non so cosa significa essere offesi perché gay, ma so cosa significa sentirsi messi da parte»), o alla presidente del Congresso, Nancy Pelosi. Insieme a tutte le star che hanno fatto lo stesso in televisione, soprattutto da Ellen DeGeneres, che si è fatta da subito paladina di questa lotta.
Tutti hanno lanciato lo stesso messaggio: finito il liceo, andrà meglio; nel frattempo, parlate dei vostri problemi con qualcuno, un familiare, un amico, un consulente scolastico, andrà meglio. Un messaggio internazionale, che può dare forza anche ai tanti ragazzi italiani. In attesa che anche in Italia qualcuno decida di affrontare seriamente l’argomento e di metter su una vera campagna e una vera politica contro il bullismo e l’omofobia che qualcuno definisce “di Stato”. Barack Obama ci ha messo la faccia. Mara Carfagna uno spot di dubbio valore. Silvio Berlusconi… crede sia meglio apprezzare le belle ragazze che essere gay.