
Il regista di film Danny Boyle avrebbe imputato all'uso di droghe l'atteggiamento tenuto dall'attore James Franco durante il casting per il nuovo progetto intitolato "127 Hours", finché una telefonata dell'agente dell'attore non lo avrebbe rassicurato il giorno seguente, rivelandogli di essere stato vittima di un elaborato test messo a punto per questo genere di occasioni da Franco. "Ero convinto fosse alticcio o qualcos'altro, era totalmente disinteressato al film, finché il suo agente non mi ha contattato il giorno seguente per spiegarmi che non era affatto non interessato, ma che quello era stato il suo modo di testarmi come regista", avrebbe dichiarato Boyle, che da sempre avrebbe mostrato l'intento di girare su pellicola la storia dello scalatore professionista Aron Ralston, senza sapere in effetti come. "Sapevo che un giorno, prima o poi, me ne sarei occupato, ma non ero sicuro di come avrei trattato la materia. All'inizio Aron desiderava che io puntassi al documentario, ma io non ho mai pensato fosse l'approccio giusto. Aron non immaginava quanto lungo sarebbe dovuto essere affinché riuscissimo a parlare di tutte le sue imprese!", avrebbe infatti concluso Boyle. Apprezziamo il tentativo di Franco di mascherare i suoi problemi con le sostanze che alterano la coscienza usando queste geniali scuse, cercheremo di trarne ispirazione e auguriamo a Boyle buona fortuna per il suo sicuro successo.
Cecilia Sabelli